Qualche paragone, tra il serio e il faceto, tra facebook e l’epigrafia latina (un social network di pietra?), alla luce della rilettura di un’iscrizione milanese che menziona un amico.
Nelle classi delle scuole dei nostri tempi, il numero degli alunni che “non hanno voglia” né di studiare né di frequentare le lezioni aumenta sempre più.
Avevo appena terminato la lettura di uno dei libri più importanti che mi sia capitato di incontrare sulla scuola, Costruire competenze a partire dalla scuola di Philippe Perrenoud, quando, subito dopo, mi sono imbattuto nel dibattito sul divario digitale avviato da Sandro Invidia sulle pagine online de La ricerca.
Il dibattito in corso su La Ricerca sul «digital divide» mi ha dato da pensare. Non vorrei entrare direttamente nella discussione, quanto piuttosto dare un contributo a margine, riflettendo sulla novità delle tecnologie informatiche in didattica a partire da una mia recente esperienza.
Man mano che l’anno editoriale scorre frenetico e le nuove opere prendono consistenza e forma, in redazione ci si affeziona di molto ai figli adottivi che ci sono toccati in sorte o che ci siamo scelti.
L'articolo pubblicato su La ricerca ieri (a proposito delle ripercussioni dell'Agenda Digitale sulla scuola italiana) ha suscitato alcune riflessioni e stimolato un breve ma significativo scambio, che di seguito pubblichiamo.