Argentina 1985

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Nel film, candidato agli Oscar, il giovane regista Santiago Mitre affronta una delle pagine più buie e drammatiche della recente storia del suo Paese.

 

Il giovane regista Santiago Mitre, tra i più promettenti autori del cinema sudamericano, dopo aver collaborato come sceneggiatore con Pablo Trapero, ha subito mostrato il suo interesse per le tematiche politiche e sociali con il suo film d’esordio El Estudiante (2012) e con i successivi: Paulina (2015) e Il presidente (2017).

Argentina 1985 affronta una delle pagine più buie e drammatiche della recente storia del suo Paese: il periodo della spietata e sanguinaria dittatura presieduta dal generale Jorge Rafael Videla, che governò dal 1976 al 1983. Durante il regime militare vennero arrestate, torturate e uccise molte persone sospettate di appartenere all’area progressista della sinistra o di avere comunque posizioni critiche nei confronti del governo. Il bilancio complessivo è stimato in 30-40.000 argentini morti o desaparecidos, uomini e donne spariti senza lasciare traccia, i cui corpi sono stati seppelliti in fosse comuni o gettati dagli aerei militari nell’oceano Atlantico.

 

 

Dopo molti lungometraggi sul Colpo di Stato del 24 marzo 1976 e sugli eventi che ne seguirono, Santiago Mitre ha scelto di raccontare il processo ai responsabili delle stragi. I protagonisti della storia sono il pubblico ministero Julio César Strassera e il suo assistente Louis Moreno-Ocampo, incaricati portare avanti le indagini sui crimini commessi durante gli anni della dittatura.

Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2022, Argentina 1985 racconta la tenacia e il coraggio con cui i due protagonisti hanno affrontato un compito difficile e complesso. I due magistrati si muovono all’interno di un sistema giudiziario che deve ritrovare la strada della legalità e in un contesto sociale di una democrazia giovane e fragile, ancora attraversata da tensioni sociali, intimidazioni, pressioni, minacce e vendette. L’indagine è un doloroso viaggio tra drammatiche testimonianze, ricordi, orrori che hanno segnato per sempre la storia del Paese e la vita di più generazioni.

 

 

L’opera si inserisce a pieno titolo nel filone del cinema politico-sociale e ne sposa la struttura narrativa e la messa in scena. Coerente al genere e alle sue regole, Santiago Mitre sceglie una regia lineare ed essenziale, in cui prevale la chiarezza della cronaca sul desiderio di stupire e affascinare con manierismi estetici. La narrazione avanza seguendo il rigore procedurale delle indagini, quasi in modo impersonale, sottraendosi a ogni tentazione di protagonismo, per lasciare sempre in primo piano la realtà. Il film sembra così farsi quasi da solo, con sequenze che si susseguono in modo naturale, seguendo le indagini, i tempi e la logica del processo.

Proprio in questa apparente assenza risiede il pregio della regia. Santiago Mitre tesse l’ordito narrativo senza mai esporsi, con l’intento di non voler distrarre l’attenzione dello spettatore dai fatti. Il punto di vista resta sempre ancorato all’interno della scena, in modo quasi oggettivo e documentaristico, con il fine di accentuare la sensazione di veridicità e autenticità delle immagini. Il montaggio classico, fluido e sequenziale, potenzia quest’effetto realistico, senza asincronie spazio-temporali, che rischierebbero di interrompere in naturale flusso narrativo.

 

 

Il successo del film è il frutto di una perfetta adesione della messa in scena al contenuto, rafforzata anche da una sceneggiatura sempre precisa e incisiva. Merito degli attori essersi calati perfettamente in questo mood con una recitazione misurata, mai sopra le righe, in perfetta sintonia con il tema trattato e lo stile della regia. Sempre straordinario Ricardo Darín, che riesce a dare al suo personaggio quelle giuste sfumature che ne arricchiscono l’umanità e la complessità espressiva.

Un’opera imperdibile soprattutto per il suo valore di testimonianza storica. Un richiamo al valore prezioso della democrazia e un monito perché tutto ciò non accada mai più. Nunca más!


Argentina 1985

Un film di Santiago Mitre
Con: Ricardo Darín, Peter Lanzani, Carlos Portaluppi, Norman Briski, Alejo García Pintos, Alejandra Flechner, Claudio Da Passano, Héctor Díaz
Produzione: Argentina-USA, 2022
Durata: 140 min

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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