Accesso, carriera professionale e retribuzione degli insegnanti in Europa

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Due estratti dal Rapporto Eurydice “Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe” 2019/20, pubblicati sul Dossier del numero 22 de La ricerca, “Professione prof”.
Insegnanti manifestano nel gennaio 2020 a Parigi. Foto Jeanne Menjoulet, CC Wikimedia.

Il principale percorso per divenire insegnante inizia comunemente con il completamento della formazione iniziale. In quasi la metà dei sistemi educativi, gli insegnanti sono pienamente qualificati al termine della formazione iniziale. Nei rimanenti 23 sistemi sono richiesti step aggiuntivi. In 6 Paesi, agli insegnanti viene richiesto di superare un concorso e in 17 sistemi i laureati della formazione iniziale devono dimostrare la loro capacità di insegnare tramite un processo di accreditamento, certificazione, registrazione o esame nazionale.

Un terzo dei sistemi educativi offre percorsi alternativi per abilitarsi come insegnanti. Questi sono normalmente organizzati o come programmi professionali brevi oppure come programmi basati sul lavoro. Quasi i tre quarti dei sistemi educativi prevedono un sistema di reclutamento aperto, decentralizzando così questo processo e riconoscendo alle scuole e alle autorità locali l’autonomia di nominare i propri insegnanti.

Nei rimanenti, le autorità educative svolgono un ruolo nel processo di reclutamento. Possono assegnare gli insegnanti a una scuola in base ai risultati di un concorso nazionale, e/o possono formare una graduatoria di insegnanti sulla base di criteri definiti.

Lo sviluppo professionale continuo è fortemente incoraggiato in tutti i Paesi europei. Nella stragrande maggioranza dei sistemi educativi, la formazione continua è consi-
derata un dovere professionale e, spesso, gli insegnanti hanno l’obbligo di frequentare un minimo di ore all’anno di attività formative. I Paesi hanno sviluppato numerosi incentivi e misure di sostegno per incoraggiare la partecipazione, come corsi gratuiti, la possibilità di prendere parte alle attività di formazione durante l’orario di lavoro, aumenti di stipendio e promozioni.

Le scuole sono normalmente coinvolte a vari livelli nella definizione dei bisogni e delle priorità della formazione continua, il che può aiutare i soggetti erogatori della formazione a rispondere più adeguatamente alle specifiche esigenze formative degli insegnanti.

Ulteriori misure di sostegno per lo sviluppo e il miglioramento delle pratiche professionali sono disponibili per gli insegnanti nella maggior parte dei Paesi europei. Tale sostegno può essere offerto nelle scuole da professionisti specializzati, insegnanti qualificati o capi di istituto. È anche diffuso in tutta Europa un sostegno specifico per far fronte ad altre situazioni problematiche della professione docente come, ad esempio, problemi personali, conflitti interpersonali o l’insegnamento ad alunni con difficoltà di apprendimento.

La metà dei sistemi d’istruzione europei ha un sistema di progressione di carriera basato su una struttura di carriera multilivello, mentre l’altra metà ha una struttura di carriera piatta in cui gli insegnanti non possono passare a livelli di carriera superiori. La Germania è l’unico paese in cui esistono entrambi i tipi di struttura di carriera, ma quella multi livello è limitata agli insegnanti di scuola secondaria superiore.

La retribuzione 
dei professori in Europa

Emergono significative differenze tra i Paesi europei negli stipendi di base degli insegnanti all’inizio della loro carriera, che possono infatti variare, a seconda del paese, da 5.000 a 80.000 € lordi all’anno. Il livello salariale effettivo è fortemente correlato allo standard di vita misurato in termini di prodotto interno lordo (PIL) pro capite di un paese, ovvero più alto è il PIL pro capite, maggiore è lo stipendio medio annuo.

In quattro Paesi UE (Bulgaria, Ungheria, Polonia e Romania) lo stipendio di base degli insegnanti neoassunti è al di sotto di 9.000 euro annui. Stipendi molto bassi si registrano anche in Albania, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia. Tutti questi sono, infatti, Paesi con PIL pro capite molto bassi. In altri otto Paesi UE (Grecia, Repubblica Ceca, Estonia, Croazia, Lettonia, Lituania, Slovenia e Slovacchia) gli stipendi iniziali di base sono al di sotto dei 20.000 euro annui.

Gli stipendi iniziali degli insegnanti italiani si collocano, insieme a quelli dei colleghi francesi, portoghesi e maltesi, nel range tra 22.000 e 29.000 € lordi annui. Ancora più alti, ossia tra 30.000 e 49.000 euro, sono quelli degli insegnanti in Belgio, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Svezia, Islanda e Norvegia. Infine, stipendi superiori a 50.000 euro si registrano in Danimarca, Germania, Lussemburgo, Svizzera e Liechtenstein, tutti Paesi con un PIL pro capite alto. Anche per quanto riguarda l’importo e il tempo necessario per gli aumenti di stipendio correlati alla progressione di carriera, si registrano sostanziali differenze tra i Paesi europei. A seconda del Paese, infatti, gli stipendi iniziali possono aumentare durante la carriera di un insegnante dal 12% (in Turchia) al 116% (in Portogallo). Il numero medio di anni necessari per raggiungere il massimo della fascia salariale va, inoltre, dai 12 anni in Danimarca ai 42 anni in Ungheria. In Irlanda, Paesi Bassi e Polonia, gli stipendi iniziali degli insegnanti possono aumentare di oltre il 60% nei primi 15 anni di servizio e anche di più negli anni successivi. Per esempio, nei Paesi Bassi gli stipendi iniziali aumentano di più del 76% già nei primi 15 anni di servizio e fino al 105% negli anni successivi.

Anche in altri Paesi l’aumento percentuale totale è elevato, ma è tuttavia necessaria una lunga anzianità di servizio per raggiungere il massimo della scala retributiva. In Portogallo, ad esempio, lo stipendio finale è più del doppio di quello iniziale ma gli insegnanti arrivano a percepirlo solo dopo 34 anni di servizio. In Francia, per fare ancora un altro esempio, gli stipendi iniziali aumentano del 70% con 29 anni di servizio.

Ci sono poi Paesi, e questo è anche il caso dell’Italia, in cui gli insegnanti hanno bisogno di una significativa anzianità di servizio per raggiungere aumenti di stipendio piuttosto modesti. Nel nostro Paese, infatti, gli stipendi iniziali degli insegnanti possono aumentare di circa il 50% solo dopo 35 anni di servizio. Infine, per quanto riguarda i cambiamenti negli stipendi tabellari durante gli ultimi anni, dal rapporto risulta che nel 2018/19 e 2019/20 gli insegnanti hanno visto aumentare i propri stipendi nella maggior parte dei sistemi educativi, anche se gli aumenti sono stati generalmente modesti o indicizzati all’inflazione.

Tra il 2014/15 e il 2019/20, in un quarto dei sistemi educativi analizzati, gli stipendi iniziali degli insegnanti adeguati all’inflazione sono risultati invariati o addirittura inferiori. Gli aumenti più consistenti negli ultimi cinque anni si riscontrano, invece, in diversi Paesi dell’Europa centrale e orientale (Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Romania), nonché in Islanda e in Serbia. In Italia, esattamente come in Francia, sono rimasti sostanzialmente uguali.

Traduzione a cura della redazione.


Il giuramento professionale degli insegnanti

Alla fine del ciclo di studi e prima di intraprendere la professione, in alcuni Paesi gli insegnanti devono pronunciare un giuramento deontologico, così come accade per i medici. Il modello di tale giuramento socratico, messo a punto nel 1993 dall’educatore tedesco Hartmut von Hentig, ribadisce una lunga serie di principi educativi fondamentali, come l’impegno a rispettare l’unicità di ogni bambino, a difendere la sua integrità fisica e mentale, ad ascoltarlo, a prenderlo sul serio, a cercare il suo consenso come si fa con gli adulti, sostenendone lo sviluppo e promuovendo le sue potenzialità.

Cerimonia giuramento insegnanti a Singapore nel 2018.

In realtà, molti Paesi in cui tale pratica è in vigore adottano diverse versioni del giuramento: quello in vigore in Finlandia, ad esempio, è noto come Giuramento di Comenio, mentre in India si segue una formulazione suggerita da Abdul Kalam, l’undicesimo Presidente della nazione, dal 2002 al 2007, universalmente noto come il “presidente del popolo” per il suo impegno nelle questioni sociali.

Cerimonia giuramento insegnanti a Singapore nel 2018.

La cerimonia del giuramento assume un tono solenne nei Paesi del Sud Est asiatico, a Singapore e nelle Filippine, come ben illustrano le due fotografie in questa scheda. Sono però gli Stati Uniti il Paese in cui tale pratica ha una storia più lunga e ha sviluppato le maggiori riflessioni, anche di tipo critico. Messa in atto per la prima volta nel lontano 1863, oggi è in vigore in quasi due terzi degli Stati dell’Unione. Nella prima metà del secolo scorso, alcune formule del giuramento impegnavano i docenti a non aderire a sette sovversive e a non insegnare dottrine antiamericane, e quest’impostazione politica fu poi esacerbata nei primi anni della Guerra fredda, nel clima di esasperato patriottismo noto come maccartismo. Nel 1961 un pronunciamento della Corte Suprema ha stabilito che le formule dei Teacher Oath non possono essere in contrasto con i diritti sanciti dal Primo Emendamento, relativo alla libertà di pensiero e di espressione, ma ha anche ribadito la costituzionalità dei giuramenti che impegnano gli insegnanti a sostenere lo Stato e i principi sanciti dalle Costituzioni federali.

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