Assieme a Rebecca Young, scrittrice di Sidney cresciuta tra i libri illustrati e le storie, Ottley ha pubblicato nel 2015 Teacup, che ha vinto il Prize for Children’s Literature in the NSW Premier’s Literary Awards 2016 giungendo così alla diffusione internazionale: in italiano è stato pubblicato da Terre di mezzo (2016) con il titolo Un nuovo orizzonte. Matt Ottley offre ai lettori anche una versione musicata, con brani da lui composti ed eseguiti da un’orchestra da camera. Il paesaggio sonoro di Ottley è di estremo interesse per una ricezione diversa della storia e apre alla visualizzazione di scenari (anche didattici) stimolanti.
È la storia di un ragazzo, di cui non si dichiara il nome, che è costretto a lasciare la propria casa. Non conosciamo le cause della sua fuga, ma nella prima pagina lo incontriamo sulla spiaggia, in procinto di prendere il largo a bordo di una piccola barchetta bianca. Porta con sé alcuni oggetti: un libro (conoscenza), una bottiglia (comunicazione), una coperta (protezione) e una tazza da tè (riflessione e riposo) contenente la terra del prato nel quale giocava, quando era un bambino (radici). Le immagini, le parole, l’insieme dell’opera si rivelano essere una potente e tenera allegoria: il viaggio si gioca tra onde gentili e mare grosso, tra giorni scuri e spazi d’acqua tranquilli dove il canto delle balene e le nuvole dei ricordi si fanno strada, con leggerezza.
- La copertina dell’albo
- Tazze fertili.
Ad un certo punto ci accorgiamo che nella tazza sta germogliando una piantina, un melo (l’albero della conoscenza) sopra il quale il ragazzo potrà arrampicarsi per osservare dall’alto l’orizzonte. Tempo dopo approda in un’isola senza uomini, dove il melo mette radici. Quale sorpresa, per il nostro eroe, quando un giorno si sveglia e scopre sulla spiaggia una ragazza appena sbarcata. Ha un portauovo rotto, e sulla sua barchetta è cresciuto un pero. Nell’immagine finale, le impronte di una mamma, di un papà e di un bimbo. Generazione, speranza, tempo, paesaggio della vita, quella piccola impronta incerta accanto a una mela, una pera e due cocci: una consumata tazza da tè e un pezzo di portauovo. La vita riparte e può sempre germogliare, soprattutto in un luogo silenzioso, con poche parole, perché la civiltà, come la sappiamo oggi, è lontana. Si capisce, allora, il richiamo ai paesaggi sonori di Ottley – che ringraziamo, noi lettori, insegnanti, nonni, genitori, bambini.
- Macao et Cosmage
- Macao et Cosmage
- Bimbo, nelle pagine seguenti i colori, ogni oggetto, i più piccoli animali hanno ragione di essere… Tocca a te scoprire. Guarda attentamente… Non ti racconto altro che la storia di Macao e di Cosmage. Sarebbe triste, questa storia, se non fossi persuaso che oggi sono entrambi felici. Il solo mistero della vita è svelato, quando sappiamo dove risiede la felicità. Il tuo amico Edy-Legrand.
In Un nuovo orizzonte non si svelano né i nomi dei personaggi, né il luogo in cui approdano. Immaginiamo una terra selvaggia e una vita primitiva, in cui l’esperienza della bontà e dell’amore si manifestano pienamente. Come non pensare allora a Macao et Cosmage ou l’expérience du bonheur di Edy-Legrand, pubblicato cento anni fa (Nouvelle Revue Française, 1919) e ristampato da Circonflexe nel 2000, con la prefazione di Michel Defourny. Si tratta della prima opera per l’infanzia nella quale si privilegia l’immagine, in un lavoro che risulta essere a pieno titolo l’origine dell’albo illustrato. La storia narra di due giovani, Macao e Cosmage (lui bianco, lei di colore), che vivono un amore profondo su un’isola disabitata. Si tratta di due selvaggi completamente in armonia con la natura. «Chi potrebbe dire come Macao e Cosmage arrivarono su quest’isola? Come accadde che il destino poté unirli? Nessuno lo saprà mai! Ma questo non è importante… è la loro vita straordinaria, che vi interessa» perché i due protagonisti vivono su un’isola lontana da noi, dalle rabbie, dalle violenze civilizzate, «attorniati da animali e fiori meravigliosi».
Se nella prima parte le immagini e i testi sono rappresentati in un gioco di armonie, ad un certo punto l’equilibrio si frantuma: un po’ come accade nelle Isole passeggere di Jacques Prévert (Lettre des îles Baladar, 1952), il Gran Continente scopre questa terra e su una nave arrivano i francesi che colonizzano l’isola, promettendo felicità. Nelle pagine, gradualmente, il paesaggio si trasforma, mostrando riferimenti al costruttivismo russo, al Bauhaus, alle figure della modernità (vola un aereo sull’isola). Macao e Cosmage? Li riscopriamo anziani e affranti, disillusi. L’opera parla della nostra civiltà.
Chiudo il libro immaginando Macao e Cosmage rifioriti, coraggiosamente in partenza con una tazza di tè e un portauovo rotto, simili a quelli dei due ragazzi di Teacup. Magari seduti insieme sulla felicità. La lettura di questi due bei libri può essere abbinata alla visione di quel capolavoro dell’animazione intitolato The Red Turtle di Michaël Dudok de Wit (USA, 2017) in cui gli archetipi letterari si fanno strada con potenza e intelligenza: approdo, conoscenza, sfida e conflitti, metamorfosi, scoperta, rinascita, passaggio, addio.
Sono storie possibili e ne abbiamo bisogno, perché dobbiamo essere in grado di cercare isole, osservando l’orizzonte.