Parole di rabbia

Tempo di lettura stimato: 5 minuti
Nel colmo del mattino, succede che si risvegli,  come un diavolo della Tasmania, la mia rabbia. Sfrecciando velocissima tra la testa, striscia nella lingua e diventa parola; pallide le donne son lì. Stan tutte perplesse; tutte quante mute.

Così scrive un ragazzo di tredici anni, dopo un lungo lavoro svolto in classe (analisi e discussione) a partire da una poesia di Rainer Maria Rilke, che troviamo nelle Liriche e prose, tradotte da Vincenzo Errante per l’editore Sansoni (1984). L’allievo ha ripensato il componimento originale, dove si parla di un vento che si risveglia, modificandone il cuore tematico e sfruttando la struttura:

Nel colmo della notte, a volte accade
che si svegli, come un bimbo, il vento.
Solo, pian piano, vien per il sentiero
penetra nel villaggio addormentato.
Striscia, guardingo, sino alla fontana;
poi, si sofferma, tacito, in ascolto.
Pallide stan tutte le case, intorno;
tutte le querce: mute
.

Dopo una fase di analisi del testo, grazie alla quale si riconosce la similitudine (il vento è come un bambino), si discutono i verbi che muovono l’immagine (“si risveglia”, “penetra”, “striscia”) e le parole che evocano staticità (“addormentato”, “guardingo”, “mute”, “stan”), si propone un laboratorio poetico, chiedendo agli allievi di imitare il modello. L’ossatura di base della poesia, inalterata, diventa un trampolino di lancio per ricostruire il testo, modificando il cuore tematico: seguo gli spunti offerti da Chiara Carminati nel suo libro intitolato Perlaparola e pubblicato dall’editore Equilibri di Modena.
Alcuni allievi sono aiutati nella riscrittura, perché senza idee e sprovvisti di parole; altri si dimostrano già capaci di rielaborare pensieri e immagini, trasferendo il testo dentro nuovi significati.La lettura ad alta voce del componimento dedicato alla rabbia scatena un certo risentimento da parte di alcune compagne di classe: contestano il fatto che delle donne possano stare lì, zitte, mentre lui sfoga la sua rabbia indiavolata!

“Chi sono queste donne mute, in casa tua?”
“Mia mamma e le mie sorelle.”
“E stanno zitte?”
“Era per dire… è solo un compito!”
“Per fortuna non sono tua sorella. Ti farei stare zitto.”
“Con cosa?” 
“Con le mie parole.”

La discussione prosegue, finché un’allieva chiede di declamare i propri versi:

Nel colmo della notte, a volte, accade
che si aggiri, come un lupo, la rabbia.
Sola, procurando rumore, cammina per le strade,
penetra nel villaggio addormentato,
striscia, spericolata, sino al gregge.
Poi si sofferma, tacita, scrutandolo.
Pallide son tutte le case intorno,
tutte quelle pecore mute.

La rabbia è come un lupo tra le pecore mute: l’idea è potente, quindi germogliano discussioni, si rivedono e si migliorano i versi cercando qualche endecasillabo. Di seguito, nel video, un’altra versione di questa poesia rielaborata.

A questo laboratorio poetico si aggancia la lettura del romanzo di Guus Kuijer Per sempre insieme, amen. La protagonista è Polleke, undicenne controcorrente che vuole diventare poeta in una classe in cui tutti, per provocare il maestro, sognano una carriera come generali. Polleke è fidanzata con Mimun, un musulmano che le spiega di non poter più stare con lei, perché nella sua cultura non è ammissibile che una donna sia poeta. La reazione della ragazza è piena di rabbia: “Vai a quel paese, tu e la tua cultura. Trovati una donna con già uno strofinaccio in testa” scrive in un bigliettino.
Per sempre insieme, amen è un romanzo penetrante, dove i conflitti trovano anche una soluzione nelle parole, nella meraviglia della poesia, nel coraggio di vivere l’amore e addirittura nella preghiera, entro situazioni narrative che sanno incantare i giovani lettori e gli adulti.

Sul ruolo di genere e sempre nell’ambito dei conflitti che fanno crescere, decido di continuare l’esperienza di lettura con gli stessi allievi, portando La guerra dei bottoni di Louis Pergaud, nell’edizione tradotta da Angela Nanetti per i tipi di EL. Di seguito, un video di presentazione del libro.

Di questo lungo percorso scriverò prossimamente; per ora mi limito a citare un episodio significativo.
Gli allievi, dopo aver letto in classe il libro e dopo una serie di riflessioni sui temi legati alla guerra tra bande e all’organizzazione di quelle comunità di ragazzini cresciuti nella Francia contadina di inizio Novecento, ricevono il compito di scegliere una situazione narrativa presente nella storia, di disegnare le scene attivando il proprio “cinema mentale”:

traducendo infine le sequenze in un testo che comprenda delle didascalie (cosa vedo?) e dei dialoghi (cosa si dicono i personaggi?): l’obiettivo è di scrivere un copione.

Due ragazze scelgono di capovolgere la situazione narrativa. Nel libro, infatti, sono i maschi a combattere le battaglie, a imprigionare qualche nemico e a staccargli i bottoni della camicia come punizione. Le femmine devono semmai ricucire i pantaloni e limitarsi a un sostegno in retrovia. Le allieve decidono allora di rappresentare una scena in cui tutti i guerrieri di Longeverne sono prigionieri dei nemici di Velrans, così le ragazzine si devono attivare nel liberarli per assumere un ruolo centrale nella vicenda: tradendo l’originale di Pergaud, le allieve rivelano un mondo diverso.

Nello stesso gruppo lavora un alunno che decide in un secondo momento di riscrivere una scena diversa, isolandosi dalle compagne, non condividendo le loro scelte.

Il percorso prelude a un’attività di scrittura più complessa: agli allievi si chiede di presentare il libro nella forma scritta, organizzando il testo in blocchi informativi e recuperando le considerazioni formulate e condivise in classe.

La mia speranza, in un mondo di rabbia, è che la scuola sappia offrire l’opportunità ai ragazzi di respirare l’incanto delle storie, la preziosità delle parole, la potenza dei pensieri e del confronto aperto.

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Daniele Dell’Agnola

è autore di narrativa, musicista per la scena teatrale e insegnante. Si è laureato con un master in letteratura italiana e musicologia all’università di Friburgo nel 2000. Si occupa di letteratura per l’infanzia, narrazione, teatro nella formazione per le/gli insegnanti alla SUPSI.

Per il teatro ha pubblicato alcune sperimentazioni: “Millepiedi” (2001), Tentativi ritmici: trilogia per teatro (2003), “Rocco Pieno di Cuore” (racconto, per ragazzi, 2004) e “Mondo fico” (2005).

Per la narrativa, nel 2008 si segnalano i romanzi “Melinda se ne infischia”, con la prefazione di Dario Vergassola, “Lena e il poeta: dalla Svizzera con furore” (2010), “Baciare non è come aprire una scatoletta di tonno”, romanzo e spettacolo teatrale tradotto in francese e tedesco grazie a una borsa SSA e grazie alla collaborazione con la compagnia Masks on stage di Montpellier (Francia), mentre “Anche i bruchi volano” (Gabriele Capelli editore) è pubblicato nel 2016. È autore del racconto “L’amore ti sposta la testa” contenuto nel volume “L’incontro”, dedicato all’educazione sessuale nella scuola media ticinese e distribuito a tutti gli allievi.

Nel 2021 esce il romanzo “La luna nel baule” (Dadò- PGI), tradotto in tedesco da Chasper Pult con il titolo “Der Mond in der Truhe” e in romancio da Anna Alice Dazzi Gross con il titolo “La Glina en l’arcun”. Da questo romanzo, esaurito nella prima edizione in sei settimane, nasce una lettura scenica prodotta dalla compagnia de Gli Incamminati di Milano, con Annig Raimondi e la regia di Paolo Bignamini. Dello stesso testo la RSI cura un adattamento radiofonico, per la regia di Flavio Stroppini.

Nel 2022 esce il volume di racconti “In dentro e in fuori” (ASPGR, Coira), destinato a allieve e allievi delle scuole svizzere, scritto da 18 autrici e autori della Svizzera italiana. Nello stesso anno pubblica il suo primo albo illustrato, “L’orecchio in fuga” (Giraffebianche edizioni) e il libretto “Il mondo è da rifare” (illustrazioni di Sara Sfetanini) per ESG.

Nel teatro ha lavorato come musicista in scena con Ioana Butu in “Imbratisare-abbraccio”, per la regia di Silvana Gargiulo, e in “Natasha ha preso il bus”, regia di Laura Curino. Quest’ultimo lavoro diventerà un radiodramma prodotto da Retedue. Sempre con Retedue partecipa come autore a un omaggio a Goffredo Parise, presentato a Chiassoletteraria 2022. Dell’Agnola ha composto le musiche per la fortunata lettura scenica de “Il fondo del sacco”, in scena con Margherita Saltamacchia.

Ha ideato e condotto, per Teleticino, dal 2015 al 2017, “Il Bidello Ulisse” programma dedicato ai libri per bambini e ragazzi, e ha creato, con Fosca Garattini, Orazio Dotta, Fosca Garattini, il primo festival di letteratura per l’infanzia nella Svizzera italiana, intitolato “Con le ali”, che coinvolge centinaia di insegnanti nella preparazione e nella formazione, e più di mille bambini che incontrano grandi autrici e autori.

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