Surfing #7: MetaDidattica

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Corsi per la gestione delle emozioni, per lo sviluppo del potenziale umano o delle competenze comunicative: la domanda formativa aziendale è sempre più orientata verso l’acquisizione di competenze che attengono la sfera relazionale. Perché non offrire questo tipo di offerta formativa anche a chi lavora nella scuola?

Questa l’intuizione di Alberto De Panfilis, giovanissimo fondatore di MetaDidattica e autore del libro 13 errori da non commettere in classe. «Gli insegnanti – dice Alberto – devono relazionarsi con giovani e adulti di vario tipo tra genitori, colleghi, personale ATA, dirigente: sono inseriti in una rete molto complessa».

Articolato in corsi privati e progetti scolastici, il progetto MetaDidattica consiste nell’offrire agli insegnanti buone pratiche per affrontare con serenità la propria professione: strumenti per la gestione di dinamiche relazionali, sia rispetto ai gruppi che ai singoli, e strategie per gestire se stessi all’interno del mondo scolastico. «A volte il carico emozionale diventa importante, e si rischia di perdere di vista l’azione strategica». Quest’ultima è uno dei punti cardine del metodo MetaDidattica: per azione strategica si intende essere consapevoli degli effetti che un’azione può sortire nel tempo, soprattutto quando si parla di gestione della classe, tema tanto caro agli insegnanti.
Alberto fa un esempio: «per prevenire un incendio in classe devo portare avanti due tipi di intervento: uno di più ampio respiro, la messa a norma dell’aula (meno materiali infiammabili, impianti a norma); e poi, devo disporre di estintori pronti all’uso. Il lavoro che faccio con gli insegnanti è di questo tipo: offre strumenti sia in una logica preventiva che in una logica di intervento».
Il riferimento teorico-pratico di MetaDidattica è l’approccio breve strategico. Studiato e sviluppato dal professor Giorgio Nardone ad Arezzo nell’ambito psicoterapeutico, l’approccio breve strategico si definisce come modello rigoroso ma non rigido: «traccia una strada da seguire – dice Alberto – poi, ovviamente, si adatta a ciascuna situazione che è unica, perché i ragazzi sono diversi tra loro, perché le classi sono diverse l’una dall’altra, perché una classe è diversa oggi rispetto a un mese fa».

Non esistono bacchette magiche in queste situazioni: «Questo è un terreno fertilissimo per le tentate soluzioni: la stessa strategia, applicata con successo in una classe, non è detto che funzioni sempre o in qualunque classe, anzi. Il rischio più grande è quello addirittura di peggiorare il problema iniziale, senza accorgermene».
Taglio esperienziale e sperimentazione sul campo sono gli altri due capisaldi del metodo formativo MetaDidattica. Alberto conduce le formazioni sempre secondo un approccio induttivo: parte dall’esperienza per arrivare al generale. Non solo: si avvale anche dei contributi della rete di insegnanti che, nel corso degli anni, hanno frequentato i suoi corsi; insegnanti motivati che sono diventati sperimentatori selezionati di MetaDidattica: «si tratta di docenti che, di volta in volta, mettono in pratica quanto appreso nei corsi e condividono le loro esperienze sul sito». Tra gli ultimi contributi caricati, quello di Emilia, docente di Tecnologia nella Scuola Secondaria di I Grado: «Gruppi WhatsApp con gli Studenti: come ridurre i rischi e sfruttarne le potenzialità». «La loro sperimentazione è molto importante per me – dice Alberto –, mi consente di aggiustare il tiro in maniera costante».

In generale, i riscontri ci sono e sono importanti: «Mi capita anche a distanza di anni di ricevere messaggi da parte di insegnanti che ho incontrato durante i corsi di formazione, che mi dicono che continuano a usare con successo uno strumento, oppure che stanno provando anche un’altra strategia, o semplicemente che quanto ci eravamo detti ha funzionato nell’applicazione pratica».
Come Teresa, insegnante in una scuola primaria che da due anni segue i corsi di MetaDidattica: «l’anno scorso, sotto indicazione mia e su sua iniziativa, ha creato un particolare progetto di accoglienza dei bambini in prima. Per la prima volta Teresa ha sperimentato un percorso di accoglienza che coinvolgesse anche le famiglie». L’istituto di Teresa, negli anni precedenti, era stato interessato da tensioni con i genitori. Invece di intervenire sciogliendo le tensioni in corso, l’insegnante su suggerimento di Alberto ha optato per una strategia preventiva: «Non ha aspettato che i genitori arrivassero a scuola per lamentare qualche problema: Teresa ha coinvolto fin dall’inizio le famiglie nella partecipazione alla vita scolastica». Teresa non ha fatto altro che applicare due stratagemmi affrontati nella formazione MetaDidattica.
Il primo consiste nell’aggiungere legna per spegnere il fuoco. Le relazioni con le famiglie sono tese? Aggiungiamo più momenti di relazione. Il secondo stratagemma di Metadittica rintracciabile nell’esperienza di Teresa consiste nel vincere il pieno con il vuoto: «se c’è qualcosa che mi viene incontro come se fosse un fiume in piena, invece di alzare argini sempre più forti e alti, può essere utile scavare dei canali in modo che quella spinta non crei danni, anzi sia utile». In quest’ottica, coinvolgendo le famiglie nel processo di accoglienza, Teresa ha creato spazi nel tempo in cui i genitori si sono sentiti liberi di entrare in relazione con gli insegnanti: «poi paradossalmente i contatti diminuiscono: se io genitore ho l’esigenza di parlarti, ma sento, avverto che tu insegnante mi tieni alla larga, avrò l’istinto di spingere ancora di più», chiosa Alberto.

Il lavoro di ricerca e di relazione di MetaDidattica continua anche sul web: il sito e la pagina Facebook di MetaDidattica sono una fonte aggiornata di risorse che ogni insegnante può utilizzare nel proprio lavoro quotidiano. Nella sezione risorse gratuite del sito Alberto pubblica ogni settimana articoli, video e testimonianze significative dal web. Non mancano contributi creati da Alberto stesso: video e articoli contenenti consigli utili per la gestione delle relazioni scolastiche. Da ultimo, vi segnaliamo la rubrica sui DSA di recente apertura che vede il coinvolgimento di Viviana, logopedista specializzata in Prevenzione e Identificazione Precoce dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento e del Linguaggio che tutti gli insegnanti possono contattare le proprie domande.

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Annachiara Scalera

Facebook Manager per Loescher Editore, blogger di Vitadafemmina.it, giornalista freelance. Dovevo dare senso al mondo. L’ho studiato sui libri. Non è stato sufficiente. Allora, nel mondo ci sono entrata, da segretaria, educatrice, operaia, promoter, bidella, organizzatrice eventi. Ma visto dall’interno, il mondo è ancora più incomprensibile. Allora, ho iniziato a tradurlo, scrivendo. Articoli, post, racconti: parola dopo parola, tutto aveva più senso. Non ho più smesso. È stato così che, a quasi tre decadi di esistenza, mi sono ricordata che da grande avrei fatto questo: scrivere.

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