Un grande avvenire dietro le spalle

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“L’insegnante che come Virgilio accompagna lo studente nel suo percorso scolastico e nelle sue esperienze vive e dirette è appunto quello della scuola dell’autonomia; la scuola dell’autonomia infatti mette al centro della didattica bambine e bambini, ragazze e ragazzi ognuno diverso dall’altro e con punti di partenza differenti, per accompagnarli nella crescita culturale fino al raggiungimento degli obiettivi d’istruzione che la scuola si propone. Non mi sembra che in questo modello il ruolo del docente sia meno centrale di quello che nella domanda viene attribuito alla tradizione. Nego che sia in crisi la figura del docente”.

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Ieri sera lo sguardo mi è caduto su una pila di riviste che da molto tempo avevo trascurato di riordinare. E così mi sono trovato – del tutto casualmente – prima a sfogliare e poi a rileggere il numero 21/22 di Telèma, prestigiosissima pubblicazione della Fondazione Ugo Bordoni di Roma, dedicata a “Attualità e futuro della società multimediale”. Titolo e tema del fascicolo, datato estate/autunno 2000, “Internet, il boom”. Telèma usciva trimestralmente su carta, per poi essere replicata sul web. Il sito originale è stato chiuso da tempo; i link che animano questo articolo sono infatti resi possibili da Wayback machine, che dal 1996 a poco tempo fa ha archiviato 240 miliardi di pagine web. Senza questo fatto – a sua volta verificatosi con ogni probabilità in modo davvero casuale – sarebbe andato disperso il patrimonio culturale costituito dagli articoli prodotti a partire dal 1995 dai collaboratori della rivista, tra i quali figurano intellettuali di respiro davvero grande. Direttore responsabile era Ignazio Contu; il Comitato scientifico contava personaggi come Furio Colombo, Stefano Rodotà, Giovanni Sartori e Tullio De Mauro, in quell’anno Ministro della Pubblica – si chiamava ancora così – Istruzione e protagonista nel numero 21/22 di un’intervista di Piero Zullino, con un titolo che a distanza di 13 anni fa davvero riflettere: “Anche la scuola si è collegata per stare al passo dell’innovazione”. Il 2000 è un anno significativo non solo sul piano della cabala: inizia a diffondersi sul territorio nazionale la banda larga, ovvero la possibilità di connettersi alla rete con rapidità e di far circolare grandi quantità di dati, condizioni essenziali per la trasmissione di contenuti multimediali. I fornitori offrono tariffe “piane”, ovvero abbonamenti a spesa fissa: più si usa il collegamento e più si ammortizza la spesa. Comincia, insomma, a delinearsi la prospettiva di un impiego di Internet 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno; quello a cui ci siamo ormai abituati, dimenticando allegramente le lentissime connessioni con i vecchi modem, pagate nella bolletta telefonica in proporzione alla quantità di tempo utilizzato. Dal punto di vista della scuola, poi, siamo al debutto del modello di autonomia scolastica messo in piedi dal predecessore di De Mauro, Luigi Berlinguer. È in dirittura d’arrivo, invece, il Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche, avviato nel 1996. Sulla sinergia dei due interventi, entrambi con aspirazioni riformistiche, il ministro in carica si mostra assolutamente ottimista. In primo luogo, infatti, l’intervista cita i risultati quantitativi: “Il Piano di sviluppo delle tecnologie didattiche nella scuola finanziato dal Ministero della Pubblica Istruzione partì nel 1996, quando il fenomeno Internet era ancora appannaggio di una élite. Nel primo anno di attuazione e nella scuola secondaria superiore il rapporto pc/studenti era di 1 a 50. Nel 2000 questo rapporto è salito a 1 computer ogni 13 studenti. Considerando la scuola dell’obbligo (elementari e medie) il rapporto era di 1 a 500 nel 1996; adesso è di 1 a 35. Per quanto riguarda il collegamento a Internet delle scuole secondarie superiori, nel 1996 era pari a zero; nel 2000 siamo al 100 per cento. Il balzo decisivo è avvenuto nell’arco di un anno, allorché si passò dal 20 per cento di collegamenti del 1997 al 75 per cento del 1998. Analoga progressione nella scuola dell’obbligo: 10 per cento di collegamenti nel 1997, 45 per cento nel 1998, 80 per cento nel 2000. Parallelamente, il Piano ha programmato l’aggiornamento dei docenti. Ha finanziato 13.500 corsi, ai quali vanno aggiunti i molti altri promossi direttamente dalle scuole. Nei 5 anni di vita del Piano l’opportunità formativa, coi fondi del ministero della Pubblica istruzione, è stata data a 450.000 insegnanti. Il costo complessivo del Piano (attrezzature, spese di funzionamento, aggiornamento dei docenti, iniziative di sostegno e promozione) è a oggi di 740 miliardi”.

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All’intervistatore che gli chiede se l’avvento di Internet implichi un ridimensionamento del ruolo dell’insegnante, De Mauro replica poi preconizzando invece un incremento qualitativo della professionalità docente, in chiave addirittura dantesca: “l’insegnante che come Virgilio accompagna lo studente nel suo percorso scolastico e nelle sue esperienze vive e dirette è appunto quello della scuola dell’autonomia; la scuola dell’autonomia infatti mette al centro della didattica bambine e bambini, ragazze e ragazzi ognuno diverso dall’altro e con punti di partenza differenti, per accompagnarli nella crescita culturale fino al raggiungimento degli obiettivi d’istruzione che la scuola si propone. Non mi sembra che in questo modello il ruolo del docente sia meno centrale di quello che nella domanda viene attribuito alla tradizione. Nego che sia in crisi la figura del docente”. Lascio che siano i lettori a decidere se questi ragionamenti trovino riscontro nella realtà scolastica di tutti i giorni. Io mi appresto ad assumere come di consueto il ruolo di presidente agli Esami di Stato: la prima novità di quest’anno è il mancato funzionamento del motore di ricerca interno del MIUR (Cerca la commissione), utile per conoscere la composizione delle commissione, il numero virtuale dei candidati da esaminare, l’eventuale presenza dei cosiddetti “privatisti” e così via, sostituito dalla possibilità di scaricare i giganteschi documenti in PDF prodotti dal ministero: nel mio caso sono 1015 pagine, quelle necessarie per contenere i nominativi dei colleghi impegnati nelle province di Siena, Sondrio, La Spezia, Siracusa, Sassari, Savona, Taranto, Teramo, Trento, Torino, Trapani, Terni e Trieste.

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Marco Guastavigna

Insegnante nella scuola secondaria di secondo grado e formatore. Tiene traccia della sua attività intellettuale in www.noiosito.it.

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