Abbattere le barriere in classe attraverso la lettura ad alta voce

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L’importanza della lettura ad alta voce come strumento di inclusione e come mezzo per combattere la dispersione scolastica. Tre esperienze significative in contesti educativi formali e non formali[1]

 

Le prime barriere da abbattere sono quelle che si creano a scuola. Se vogliamo una società più equa e pacifista i primi ponti da costruire sono nello spazio comune della classe. Quanti alunni e quante alunne con disturbi specifici di apprendimento, con disabilità o appartenenti a classi sociali disagiate e/o con background migrante soffrono l’esclusione dalla vita scolastica?[2]

Attraverso il racconto di tre esperienze significative, il presente lavoro vuole portare all’attenzione una pratica, quella della lettura ad alta voce condivisa[3], messa a punto dal professor Federico Batini dell’Università di Perugia e accuratamente sperimentata in tutta Italia, che si sta rivelando un prezioso strumento per garantire l’inclusione di tutte e tutti gli studenti.

Il metodo consiste nel dedicare in classe un’ora di tempo tutti i giorni alla lettura di storie, scelte secondo il criterio della bibliovarietà, lette dalla/dal docente ad alta voce. Durante la lettura le e gli studenti sono coinvolti da una serie di domande aperte, che attivano in loro meccanismi di riflessione e rispecchiamento. Questo metodo garantisce equità e porta un potenziamento di tutte le abilità cognitive, ma soprattutto crea un clima di empatia e di prosocialità in classe.

Facendo riferimento alla propria esperienza scolastica e agli studi recenti, si è visto che la lettura ad alta voce ha portato a una partecipazione straordinaria di studenti con disturbi specifici di apprendimento, con disabilità o appartenenti a classi sociali disagiate e con background migrante; non solo, infatti, la pratica della lettura ad alta voce ha consentito una maggiore inclusione di queste e questi alunni, ma li ha visti protagonisti del gruppo classe, generando attività didattiche che hanno coinvolto tutti i compagni e tutte le compagne.

La parola inclusione si è trasformata, ed è diventata occasione.

Tre libri, tre storie

L’intervento intende riferire, e riflettere su, tre diverse situazioni, tre sorprendenti esperienze scaturite dalla lettura ad alta voce, vissute sia in ambito scolastico – in due classi di scuola secondaria di primo grado – sia in un contesto educativo non formale.

Rap anti -Strega

Una prima esperienza risale a due anni fa, in una classe prima di scuola secondaria di primo grado. La lettura ad alta voce scelta era il romanzo di Roald Dahl, Le streghe, edito da Salani.

Mentre leggevo il passo in cui la strega suprema che dal palco del congresso in cui sono riunite tutte le streghe «si mette a sbraitare una diabolica filastrocca piena di malvagia allegria»[4] contro i bambini, l’alunno neurodivergente della classe all’improvviso si è alzato e, urlando, ha risposto in rima alla strega, augurandole le più atroci nefandezze. I compagni e le compagne hanno sentito che la sua reazione era assolutamente legittima, e a loro volta hanno iniziato a risponderle a tono, sempre attraverso delle frasi in rima. A quel punto la lettura si è interrotta, e ho chiesto a ciascuno di scrivere ciò che aveva detto contro la strega, mantenendo possibilmente la rima.

Così, mettendo insieme tutte le reazioni, è nato quello che abbiamo chiamato il Rap anti-Strega; il passo successivo è stato quello di costruire, anche in questo caso in maniera collettiva, un grande poster contente il testo della canzone rap. L’incarico della progettazione e realizzazione del poster è stato assunto spontaneamente da un alunno dsa con spiccata propensione all’arte grafica, che ha coordinato i suoi compagni e le sue compagne. In pochi giorni il prodotto è stato portato a termine.

Un’appendice felice all’esperienza è stata la possibilità di mettere in scena, a maggio, il Rap anti-Strega, durante una manifestazione cittadina: la collega di matematica, la professoressa Gerarda Gallo, dotata di grande autoironia, si è prestata a interpretare il ruolo della strega suprema, mentre tutti i ragazzi e le ragazze della classe hanno cantato il loro rap, condividendolo con un pubblico di coetanei.

Il treno dei bambini

Il secondo libro da cui è nata l’esperienza di inclusione-occasione è stato Il treno dei bambini di Viola Ardone, edito da Einaudi.

Sempre nel corso dell’anno scolastico 2021-2022 avevo aderito alla proposta di sperimentazione del corso Educare alla lettura promosso dal Salone del libro di Torino e curato dal professor Batini, per cui bisognava riempire settimanalmente dei diari di bordo relativi all’attività quotidiana di lettura ad alta voce condivisa. Mi è stato possibile quindi, nella mia classe seconda di scuola secondaria di primo grado, leggere ad alta voce diversi libri grazie alla collaborazione delle colleghe che hanno messo a disposizione dell’iniziativa voce e tempo.

La lettura del romanzo Il treno dei bambini ha coinvolto i ragazzi e le ragazze della classe che si sono immedesimati nel protagonista, Amerigo, un bambino che vive nella Napoli del secondo dopoguerra e che deve affrontare un viaggio verso il Nord in cerca di opportunità e di condizione di vita migliori.

Visto il grande interesse degli alunni e delle alunne nei confronti della storia narrata, con l’aiuto della collega di sostegno, la professoressa Anna Russo, si è pensato di lavorare sul testo in modo da creare un prodotto per l’alunna con disabilità che rendesse accessibile per lei l’ascolto del romanzo.

Il primo passo è stato quello di semplificare il testo. Tutta la classe è stata sollecitata a individuare le macrosequenze in cui si poteva dividere la storia narrata. Poi sono stati organizzati dei gruppi di lavoro composti da quattro elementi; ogni gruppo ha svolto il compito di sintetizzare in modo essenziale una delle sequenze. Infine, di nuovo in plenaria, le sequenze sono state ricomposte in un’unica storia dalla struttura semplice e linguaggio elementare.

Questo prodotto collettivo è stato trasformato, sempre dagli alunni e dalle alunne guidati dalla professoressa Russo – attraverso l’uso del software Symwriter per la CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) e il programma Book Creator – in un libro digitale composto da simboli, illustrazioni fatte a mano e voci registrate.

Il momento in cui il prodotto è stato offerto all’alunna con disabilità è stato uno dei più significativi ed emozionanti della mia carriera di docente; vedere la sua gioia, espressa dai movimenti del corpo accompagnati da gridolini di felicità, per tutti noi, docenti e alunni, è stato un dono prezioso.

Qui il link al libro.

L’altalena

La terza storia che mostra il valore inclusivo della lettura ad alta voce è avvenuta fuori dalla scuola, in un contesto educativo non formale, presso la sede dell’associazione di volontari “Casa di Pia”.

Lo scorso anno, in qualità di tirocinante del master Orientamento narrativo e prevenzione della dispersione scolastica dell’Università di Perugia, ho svolto un laboratorio di orientamento e di ricostruzione del sé rivolto a un gruppo di giovani donne rifugiate del Cas (Centro accoglienza speciale). Al laboratorio ha partecipato anche un gruppo di donne volontarie.

Sono partita dalla lettura ad alta voce dell’albo illustrato L’altalena, di Britta Teckentrup, Uovonero edizioni, che ci ha offerto uno spazio sicuro per esplorare e raccontare le diverse storie personali.

La metafora dell’altalena ha rappresentato un simbolo potente di oscillazione tra passato e futuro, e ci ha riportate tutte alla dimensione dell’infanzia e del gioco.

Da questo terreno comune è nata la straordinaria esperienza che ci ha visto unite oltre i limiti della lingua, della provenienza, delle singole storie.

Anche in questo caso, dopo la lettura e un laboratorio creativo, in cui ciascuna ha costruito la propria altalena, il momento di condivisione ha creato un clima di fiducia e apertura. La narrazione collettiva ha avuto un impatto profondo non solo sulla consapevolezza individuale, ma anche sul senso di comunità. Tutte noi, attraverso il racconto delle nostre storie, abbiamo potuto vedere riflessi i nostri stessi sentimenti nelle esperienze delle altre. Questo ha contribuito a creare un forte legame di sorellanza, creando ponti di empatia e solidarietà.

Conclusioni

A conclusione del mio racconto mi piace ricordare lo slogan del 39° Congresso internazione di Ibby: Join the revolution! Giving every child good books.

Cosa significa rivoluzione? Un cambiamento radicale. E un ambiente dove è necessario cambiare radicalmente qualcosa, ce lo dicono i dati e le esperienze, è sicuramente quello della scuola. Un campo dove è urgente agire è quello dell’educazione, formale e non formale. Ne va del nostro futuro prossimo.

E allora, come possiamo essere portatori di un cambiamento positivo? Attraverso i libri, le storie, la lettura ad alta voce. Possiamo addirittura rovesciare le situazioni di esclusione e di disagio che molte e molti studenti si trovano a vivere, e mettere al centro dell’esperienza educativa proprio chi vive nella marginalità, costruire storie collettive dove tutti e tutte siano protagonisti; e mi auguro che gli esempi portati a testimonianza di un possibile cambiamento possano moltiplicarsi e farsi prassi diffusa nelle nostre aule.


Note

[1] Si riporta qui l’Intervento esposto durante l’Ibby 39° International Congress svoltosi a Trieste dal 30 agosto al 1 settembre 2024, nella sezione Oral Session, Actors of Change: Schools 1.

[2] Dispersione scolastica. Ascoltare i protagonisti per comprenderla e prevenirla, a cura di F. Batini, M. Bartolucci, FrancoAngeli, Milano 2016; F. Batini, Drop Out, Fuorionda, Arezzo 2014; F. Batini, M. D’Ambrosio, Riscrivere la dispersione. Scrittura e orientamento narrativo per la prevenzione, Liguori, Napoli 2009; AA.VV., a cura di E. Madrussan, Adolescenze invisibili, sei letture pedagogiche tra rappresentazione e vissuto, Ibis, Como-Pavia 2024; M. Vitale, Il disagio scolastico, Phasar Edizioni, Firenze 2020; cfr. anche «La ricerca» 23, dal significativo titolo Mal di scuola, dicembre 2022.

[3] F. Batini, Ad alta voce. La lettura che fa bene a tutti, Giunti, Firenze 2021; F. Batini (a cura di), La lettura ad alta voce condivisa. Un metodo in direzione dell’equità, il Mulino, Bologna 2023; F. Batini, S. Giusti (a cura di), Strategie e tecniche per leggere ad alta voce a scuola. 16 suggerimenti per insegnanti del primo e del secondo ciclo, FrancoAngeli, Milano 2022; F. Batini, La lettura ad alta voce, strumento per la democrazia per un’educazione “nuova”, FrancoAngeli, Milano 2022.

[4] R. Dahl, Le streghe, trad. It. Di F. Lazzarato e L. Manzi, Salani, Milano 1997, p. 81.

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Delia Maria D’Onofrio

Insegnante di lettere nella scuola secondaria di I grado, ha conseguito a luglio 2024 il Master in Orientamento narrativo e prevenzione della dispersione scolastica presso l’Università degli Studi di Perugia, attualmente dottoranda in Pedagogia interculturale all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

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