«Acqua accessibile e pulita è un aspetto essenziale del mondo in cui vogliamo vivere. Il nostro pianeta possiede sufficiente acqua potabile per raggiungere questo obiettivo. Ma a causa di infrastrutture scadenti o cattiva gestione economica, ogni anno milioni di persone, di cui la gran parte bambini, muoiono per malattie dovute ad approvvigionamento d’acqua, servizi sanitari e livelli d’igiene inadeguati.
La carenza e la scarsa qualità dell’acqua, assieme a sistemi sanitari inadeguati, hanno un impatto negativo sulla sicurezza alimentare, sulle scelta dei mezzi di sostentamento e sulle opportunità di istruzione per le famiglie povere di tutto il mondo. La siccità colpisce alcuni dei paesi più poveri del mondo, aggravando fame e malnutrizione.
Entro il 2050 è probabile che almeno una persona su quattro sia colpita da carenza duratura o ricorrente di acqua potabile».
Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 dell’ONU
L’acqua accessibile e pulita è un aspetto essenziale del mondo in cui vogliamo vivere, ma persino in luoghi dove tale risorsa abbonda emerge un problema spesso trascurato: le deiezioni umane che, immesse nei corpi idrici superficiali, causano la mancanza d’acqua pulita.
Questo problema è nato proprio nel momento in cui si è cercato di risolverne un altro: il contagio dei microrganismi a trasmissione oro-fecale.
Alla fine del XIX secolo un’invenzione strepitosa permise di limitare la diffusione di questi microrganismi: il WC (il Water Closet, letteralmente lo «stanzino dell’acqua», il noto gabinetto). Prima del WC, le deiezioni umane erano in buona parte disperse nei campi, dove servivano da concime. Questa pratica poteva generare problemi igienici dovuti alla diffusione dei microrganismi patogeni, ma nello stesso tempo chiudeva il ciclo della materia, come in qualunque ecosistema. Le deiezioni fornivano concime per le piante da cui derivavano gli alimenti di chi aveva prodotto feci e urine.
Il WC cambiò tutto: migliorò l’igiene, ma trasformò una dispersione diffusa di materiale organico in una immissione puntiforme di acqua inquinata in fiumi, laghi e mari. Infatti il WC implica l’uso di una rete fognaria che raccoglie tutta l’acqua immessa dagli sciacquoni e la convoglia nei corpi idrici.
Si ottiene così una “concimazione” globale delle acque che produce il fenomeno dell’eutrofizzazione, un indesiderato trasferimento di sostanze organiche nelle riserve d’acqua con il conseguente impoverimento dei suoli coltivati da cui queste sostanze, in ultima istanza, derivano.
Con quasi otto miliardi di persone sul nostro sovrappopolato pianeta, questo sistema non è più sostenibile se non si provvede alla depurazione completa delle acque fognarie prima della loro immissione nei corpi idrici.
La soluzione è a portata di mano, ma in molti luoghi non è ancora praticata, comprese alcune regioni italiane.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.
Obiettivo 6: fatti e cifre
• Dal 1990 a oggi 2,6 miliardi persone in più hanno avuto accesso a migliori risorse di acqua potabile, ma ancora 663 milioni di persone ne sono sprovviste
• Almeno 1,8 miliardi di persone a livello globale utilizzano fonti di acqua potabile contaminate da escrementi
• Tra il 1990 e il 2015, la proporzione di popolazione mondiale che utilizza migliori fonti di acqua potabile è salita dal 76 al 91%
• Tuttavia, la scarsità d’acqua colpisce più del 40% della popolazione globale, una percentuale di cui si prevede un aumento. Oltre 1,7 miliardi di persone vivono in bacini fluviali dove l’utilizzo d’acqua eccede la sua rigenerazione
• 2,4 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienici di base come WC o latrine
• Più dell’80% delle acque di scarico prodotte da attività umane è scaricato in fiumi o mari senza sistemi di depurazione
• Ogni giorno, circa 1000 bambini muoiono a causa di malattie diarroiche prevenibili legate all’acqua e all’igiene
• L’energia idrica è la più importante e più utilizzata fonte di energia rinnovabile; nel 2011, essa ha rappresentato il 16% della produzione elettrica totale mondiale
• Circa il 70% dell’acqua estratta da fiumi, laghi e acquedotti è usata per l’irrigazione
• Inondazioni e altre calamità legate all’acqua sono responsabili del 70% dei decessi dovuti a disastri naturali.
Traguardi
6.1 Ottenere entro il 2030 l’accesso universale ed equo all’acqua potabile che sia sicura ed economica per tutti
6.2 Ottenere entro il 2030 l’accesso ad impianti sanitari e igienici adeguati ed equi per tutti e porre fine alla defecazione all’aperto, prestando particolare attenzione ai bisogni di donne e bambine e a chi si trova in situazioni di vulnerabilità
6.3 Migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale
6.4 Aumentare considerevolmente entro il 2030 l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in ogni settore e garantire approvvigionamenti e forniture sostenibili di acqua potabile, per affrontare la carenza idrica e ridurre in modo sostanzioso il numero di persone che ne subisce le conseguenze
6.5 Implementare entro il 2030 una gestione delle risorse idriche integrata a tutti i livelli, anche tramite la cooperazione transfrontaliera, in modo appropriato
6.6 Proteggere e risanare entro il 2030 gli ecosistemi legati all’acqua, comprese le montagne, le foreste, le paludi, i fiumi, le falde acquifere e i laghi
6.a Espandere entro il 2030 la cooperazione internazionale e il supporto per creare attività e programmi legati all’acqua e agli impianti igienici nei paesi in via di sviluppo, compresa la raccolta d’acqua, la desalinizzazione, l’efficienza idrica, il trattamento delle acque reflue e le tecnologie di riciclaggio e reimpiego
6.b Supportare e rafforzare la partecipazione delle comunità locali nel miglioramento della gestione dell’acqua e degli impianti igienici