«Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile. Si sono ottenuti risultati importanti per quanto riguarda l’incremento dell’accesso all’istruzione a tutti i livelli e l’incremento dei livelli di iscrizione nelle scuole, soprattutto per donne e ragazze. Il livello base di alfabetizzazione è migliorato in maniera significativa, ma è necessario raddoppiare gli sforzi per ottenere risultati ancora migliori verso il raggiungimento degli obiettivi per l’istruzione universale. Per esempio, a livello mondiale è stata raggiunta l’uguaglianza tra bambine e bambini nell’istruzione primaria, ma pochi paesi hanno raggiunto questo risultato a tutti i livelli educativi.»
Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 dell’ONU
Guardiamo Luca fare i compiti. Ha sei anni e osserva il computer, da cui ricopia con diligenza gli esercizi sul quaderno. Li svolge e ce li sottopone, per il controllo. Noi li fotografiamo per le maestre. A volte lo filmiamo mentre recita una poesia. Altre, lo aiutiamo ad accedere ai giochi didattici interattivi, o al corso di inglese…
Solo qualche settimana fa questo scenario ci sarebbe sembrato fantascientifico: roba da colonia umana su Marte. Ora lo viviamo come la normalità tutta terrestre in tempi di pandemia.
Luca studia al computer, gioca con l’iPad, dialoga con gli amici al telefono, in videoconferenza. Si è adattato, e non sembra subire troppo la privazione della socialità e della promozione culturale che la scuola gli offre abitualmente.
Ma Luca è un bambino privilegiato. Non ce l’hanno detto apertamente, ma così ci hanno fatto capire le sue insegnanti, con una lettera carica di accenti d’ansia. «Grazie per quello che fate», ci hanno ringraziato (loro noi?!), «è importante ma…»
Ma?
Ma si sta perdendo una fetta importante della classe. Bambini di prima elementare per i quali la scuola è evidentemente l’unica occasione significativa di condivisione e crescita. Al di fuori di quella, al di là dell’interazione con docenti e compagni, privazione e silenzio.
È un fatto, e qui poco importa quale ne sia la causa; a chi ne vada imputata la responsabilità.
A noi, impotenti, sembra di poter cogliere una morale in quanto ci succede attorno: oggi, “grazie” all’emergenza che viviamo, ci accorgiamo di quanto preziosi siano i risultati raggiunti in ogni campo; nell’istruzione in primo luogo.
È però una morale che non consola: quei risultati preziosi, dati troppo a lungo per scontati, sono fragili, fragilissimi. E come tali andrebbero curati.
Oggi sappiamo che anche a noi, mentre orgogliosamente sottoscriviamo gli obiettivi di miglioramento per il mondo intero, e raccomandiamo «l’incremento dell’accesso all’istruzione a tutti i livelli», può capitare di scoprirci inadeguati e imprevidenti. E fragili, appunto. Fragilissimi.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.
Obiettivo 4: fatti e cifre
• L’iscrizione nelle scuole primarie nei Paesi in via di sviluppo ha raggiunto il 91%, ma 57 milioni di bambini ne sono ancora esclusi
• Più della metà dei bambini non iscritti a scuola vive in Africa subsahariana
• Si calcola che il 50% dei bambini che possiedono un’età per ricevere l’istruzione primaria ma che non frequentano la scuola vive in zone colpite da conflitti
• Nel mondo, 103 milioni di giovani non possiedono capacità di base in lettura e scrittura, di cui oltre il 60% donne.
Traguardi
4.1 Garantire entro il 2030 ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti
4.2 Garantire entro il 2030 che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, e un accesso a cure e istruzione pre-scolastiche così da essere pronti alla scuola primaria
4.3 Garantire entro il 2030 a ogni donna e uomo un accesso equo a un’istruzione tecnica, professionale e terziaria – anche universitaria – che sia economicamente vantaggiosa e di qualità
4.4 Aumentare considerevolmente entro il 2030 il numero di giovani e adulti con competenze specifiche – anche tecniche e professionali – per l’occupazione, posti di lavoro dignitosi e per l’imprenditoria
4.5 Eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene e i bambini in situazioni di vulnerabilità
4.6 Garantire entro il 2030 che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano un livello di alfabetizzazione ed una capacità di calcolo
4.7 Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile
4.a Costruire e potenziare le strutture dell’istruzione che siano sensibili ai bisogni dell’infanzia, alle disabilità e alla parità di genere e predisporre ambienti dedicati all’apprendimento che siano sicuri, non violenti e inclusivi per tutti
4.b Espandere considerevolmente entro il 2020 a livello globale il numero di borse di studio disponibili per i paesi in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati africani, per garantire l’accesso all’istruzione superiore – compresa la formazione professionale, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i programmi tecnici, ingegneristici e scientifici – sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo
4.c Aumentare considerevolmente entro il 2030 la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo