12: consumo e produzione responsabili

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Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili è l’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Per consumo e produzione sostenibili si intende la promozione dell’efficienza delle risorse e dell’energia, di infrastrutture sostenibili, così come la garanzia dell’accesso ai servizi di base, a lavori dignitosi e rispettosi dell’ambiente e a una migliore qualità di vita per tutti. Significa “fare di più e meglio con meno”, riducendo l’impiego di risorse, il degrado e l’inquinamento nel ciclo produttivo e migliorando così la qualità della vita. Ciò coinvolge stakeholder differenti: imprese, consumatori, decisori politici, ricercatori, mezzi di comunicazione e agenzie di cooperazione allo sviluppo. È necessario per questo un approccio sistematico e cooperativo tra soggetti attivi nelle filiere, dal produttore fino al consumatore. Ciò richiede inoltre di coinvolgere i consumatori in iniziative di sensibilizzazione al consumo e a stili di vita sostenibili, offrendo loro adeguate informazioni su standard ed etichette, e coinvolgendoli, tra le altre cose, nell’approvvigionamento pubblico sostenibile.

Obiettivo 12 dell’Agenda 2030 dell’ONU

«Col primo astronauta nello spazio, i bambini vollero solo giocattoli spaziali». A parlare, con una notevole dose di malinconia, è Woody, il cowboy-giocattolo protagonista di Toy Story, nel sempre precario equilibrio di amicizia e competizione con il suo alter-ego, l’astronauta-giocattolo Buzz.

Ma Toy Story, per quanto geniale, non è il primo caso in cui cowboy ed astronauti sono messi in contrapposizione: ci aveva infatti già pensato un economista britannico, Kenneth Boulding, in un articolo diventato poi un classico della ricerca ambientale. Boulding vi sostiene che la nostra società è abituata a comportarsi come i cowboy, convinti di avere di fronte a sé risorse illimitate ed una frontiera (di prelievo, di consumo, di ricchezza) da spostare continuamente in avanti. Ma quell’approccio, dice Boulding già nel 1966, è finito: si deve iniziare a ragionare come astronauti, risparmiando risorse e riciclando gli scarti per arrivare sani e salvi al termine della missione.

Oggi l’intuizione di Boulding è stata recuperata ed arricchita nel concetto di economia circolare, un sistema in cui il valore di prodotti, materiali e risorse è mantenuto il più a lungo possibile nel ciclo produttivo e di consumo. Questo significa riconoscere il valore economico dei servizi resi dall’ambiente (i cosiddetti “servizi ecosistemici”), costruire filiere corte di produzione-distribuzione (meno inquinamento, più genuinità), risparmiare l’energia e ridurne l’impatto in termini di CO2, ridurre gli sprechi e la produzione di rifiuti.

Ci dispiace, Woody: ci hai divertito, ci hai affascinato e ti vorremo sempre bene; ma anche l’obiettivo di sostenibilità n. 12 ci spiega che dovremo tutti imparare ad essere sempre più astronauti e sempre meno cowboy.


L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.

Obiettivo 12: fatti e cifre

• Ogni anno, circa un terzo del cibo prodotto, corrispondente a 1,3 miliardi di tonnellate, per un valore pari a circa mille miliardi di dollari, finisce nella spazzatura dei consumatori e dei commercianti, oppure va a male a causa di sistemi di trasporti o pratiche agricole inadeguati

• Se la popolazione mondiale utilizzasse lampadine a risparmio energetico, si risparmierebbero 120 miliardi di dollari all’anno

• Se la popolazione mondiale raggiungesse 9,6 miliardi all’anno entro il 2050, servirebbero tre pianeti per soddisfare la domanda di risorse naturali necessarie a sostenere gli stili di vita attuali.

1. Acqua

• Meno del 3 per cento dell’acqua mondiale è potabile, di cui il 2,5% è congelata in Antartide, nell’Artide e nei ghiacciai. L’umanità deve quindi affidarsi allo 0,5 per cento per soddisfare il fabbisogno di acqua potabile dell’uomo e dell’ecosistema

• L’uomo sta inquinando l’acqua mondiale in maniera più rapida rispetto alla capacità naturale di rigenerazione e purificazione dell’acqua in fiumi e laghi

• Più di un miliardo di persone non dispongono ancora dell’accesso all’acqua potabile

• Un eccessivo utilizzo di acqua contribuisce allo stress idrico mondiale

• L’acqua è un bene libero, ma le infrastrutture necessarie per trasportarla sono costose.

2. Energia

• Nonostante i progressi tecnologici che hanno promosso un aumento di efficienza energetica, l’uso dell’energia nei paesi dell’OCSE continuerà a crescere di un altro 35% entro il 2020. L’utilizzo energetico di attività commerciali e abitazioni è il secondo settore dopo i trasporti per crescita dell’impiego di energia

• Nel 2002, lo stock automobilistico nei paesi OCSE era di 550 milioni di veicoli (di cui il 75% auto personali). Entro il 2020, ci si attende un aumento del 32% dei veicoli posseduti. Nello stesso periodo, si prevede un aumento del 40% dei chilometri percorsi dagli autoveicoli, insieme alla triplicazione del traffico aereo mondiale

• Le famiglie consumano il 29% dell’energia globale, contribuendo al 21% delle emissioni di CO2

• Nel 2013, un quinto del consumo complessivo dell’energia mondiale derivava da fonti rinnovabili.

3. Cibo

• Mentre un impatto ambientale significativo nel settore alimentare si verifica a partire dalle fasi di produzione (agricoltura e settore agro-alimentare), le famiglie influenzano tale impatto attraverso scelte e abitudini alimentari. Ciò, a sua volta, ha un impatto sull’ambiente attraverso l’energia consumata per la produzione di cibo e la generazione di rifiuti

• 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vanno sprecate ogni anno, mentre quasi 1 miliardo di persone soffre di denutrizione e un altro miliardo soffre le fame

• Il consumo eccessivo di cibo produce effetti dannosi per la nostra salute e per l’ambiente

• 2 miliardi di persone nel mondo sono sovrappeso o obese

• Fenomeni di degradazione dei suoli, l’inaridimento dei terreni, l’utilizzo non sostenibile dell’acqua, l’eccessivo sfruttamento della pesca e il degrado dell’ambiente marino riducono la capacità delle risorse naturali di provvedere alla produzione alimentare

• Il settore alimentare rappresenta il 30% del consumo totale di energia, ed è responsabile del 22% delle emissioni di gas serra.

Traguardi

12.1 Attuare il Quadro Decennale di Programmi per il Consumo e la Produzione Sostenibili, rendendo partecipi tutti i paesi, con i paesi sviluppati alla guida, ma tenendo presenti anche lo sviluppo e le capacità dei paesi in via di sviluppo

12.2 Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali

12.3 Entro il 2030, dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto

12.4 Entro il 2020, raggiungere la gestione eco-compatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti durante il loro intero ciclo di vita, in conformità ai quadri internazionali concordati, e ridurre sensibilmente il loro rilascio in aria, acqua e suolo per minimizzare il loro impatto negativo sulla salute umana e sull’ambiente

12.5 Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo

12.6 Incoraggiare le imprese, in particolare le grandi aziende multinazionali, ad adottare pratiche sostenibili e ad integrare le informazioni sulla sostenibilità nei loro resoconti annuali

12.7 Promuovere pratiche sostenibili in materia di appalti pubblici, in conformità alle politiche e priorità nazionali

12.8 Entro il 2030, accertarsi che tutte le persone, in ogni parte del mondo, abbiano le informazioni rilevanti e la giusta consapevolezza dello sviluppo sostenibile e di uno stile di vita in armonia con la natura

12.a Supportare i Paesi in via di sviluppo nel potenziamento delle loro capacità scientifiche e tecnologiche, per raggiungere modelli di consumo e produzione più sostenibili

12.b Sviluppare e implementare strumenti per monitorare gli impatti dello sviluppo sostenibile per il turismo sostenibile, che crea posti di lavoro e promuove la cultura e i prodotti locali

12.c Razionalizzare i sussidi inefficienti per i combustibili fossili che incoraggiano lo spreco eliminando le distorsioni del mercato in conformità alle circostanze nazionali, anche ristrutturando i sistemi di tassazione ed eliminando progressivamente quei sussidi dannosi, ove esistenti, in modo da riflettere il loro impatto ambientale, tenendo bene in considerazione i bisogni specifici e le condizioni dei paesi in via di sviluppo e riducendo al minimo i possibili effetti negativi sul loro sviluppo, in modo da proteggere i poveri e le comunità più colpite

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Francesco Silvestri

Economista, si occupa da 25 anni del complicato rapporto tra tutela dell’ambiente e sviluppo economico. Amministratore della società eco&eco Economia ed Ecologia srl di Bologna, dal 2008 è professore a contratto di Istituzioni di Economia presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Va in giro in bicicletta per necessità, ancor prima che per convinzione ideologica (non ha mai preso la patente).

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