Le mappe concettuali sono diventate, negli ultimi anni, uno strumento di infografica sempre più utilizzato nei libri di testo e nella didattica come strumento di sintesi e di “fissaggio”, sotto forma di nodi concettuali e di relazioni, delle conoscenze apprese
Esistono diversi programmi per creare mappe concettuali: il più completo e facile da usare per insegnanti e studenti è senz’altro Cmap. Sviluppato presso l’Institute for Human and Machine Cognition (IHMC) della Cornell University of West Florida sulla base degli studi di Joseph Novak (il teorico delle mappe concettuali), è liberamente scaricabile online, con un semplice wizard di installazione.
Ecco due esempi di come, partendo da un buon dizionario etimologico come il DELI (possibilmente nella versione in cd-rom, che permette di fare ricerche complesse), si possano costruire percorsi avvincenti di scoperta della storia di parole che usiamo quotidianamente, imbattendosi in parentele inattese e deviazioni impensate.
Questa è, in sintesi, la storia della parola computer:
Questa è la storia di un altro “cavallo di ritorno” (una parola che, pur derivando dal latino, è dovuta passare da un’altra lingua prima di entrare a far parte del lessico dell’italiano): la parola digitale:
Meglio di me hanno fatto gli studenti della scuola media Guido Gozzano di Caluso (To), sotto la guida di un docente appassionato, Marco Carosso. La mappa che segue è stata costruita in classe da tre ragazzi, grazie al supporto della LIM. Il docente ha introdotto il materiale linguistico su cui lavorare (informazioni ricavate dal DELI e dall’etimologico di Nocentini, disponibile in versione cd-rom e online) e ha poi coordinato la revisione collettiva del lavoro.
Oltre alla ricchezza e all’efficacia della mappa, mi hanno colpito le parole con cui Marco l’ha accompagnata: “Partendo da una parola scelta a caso, i ragazzi iniziano ad esaminarla da diversi punti di vista. Da quando i ragazzi maturano la capacità di orientarsi di fronte a un fenomeno, da quando cioè riescono a capire da che prospettiva (e con quali strumenti di consultazione) stanno guardando una parola, la loro capacità di analisi e di riflessione risulta decisamente più sciolta ed equilibrata. Per quanto riguarda la mia piccola esperienza, la mappa è diventata una specie di oggetto che apre i quaderni dei miei ragazzi, sul quale ritornano spesso e che ancora più spesso aggiornano ed espandono prendendo spunto dalle proprie osservazioni personali.”
Un modo intelligente per appassionare i ragazzi all’analisi della lingua e della cultura che una lingua veicola. Chapeau!