La Mostra del Cinema di Venezia ha una lunga storia alle spalle: è il festival del cinema più antico al mondo. Nasce nel 1932 con il nome di Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica, all’interno del programma della XVIII Biennale di Venezia (per la prima edizione del Festival di Cannes bisognerà attendere fino al 1946). Nel corso degli anni la Mostra è stata specchio dei mutamenti sociali, narrati attraverso le immagini dei film dei più importanti registi internazionali. Ancora oggi è un termometro artistico, che racconta, attraverso le opere in concorso, in quale direzione si sta muovendo il cinema, verso quali orizzonti estetici ed espressivi.
Dopo l’ultima edizione del Festival di Cannes – decisamente deludente – sono molte le attese per i film in concorso nella Selezione Ufficiale. L’opera scelta per la serata d’inaugurazione del 30 agosto è Downsizing del regista americano Alexander Payne (già autore di film di successo come A proposito di Schmidt, Sideways – In viaggio con Jack, Paradiso amaro e Nebraska), una commedia interpretata da Matt Demon, Kristen Wiig, Christoph Waltz e Laura Dern, che affronta il tema della crisi economica contemporanea, il cui rimedio, però – dice il film – non è una diversa distribuzione della ricchezza e dei consumi, ma nella riduzione delle dimensioni degli esseri umani. La soluzione per il futuro sarà forse nella miniaturizzazione?
Se il film d’apertura dovrebbe tracciare l’identità del festival, la scelta d’intrattenimento mainstream non sembra delle più incoraggianti. Tuttavia cerchiamo qualche opera da segnalare per un’incursione al Lido o in attesa delle uscite autunnali nelle sale.
I titoli interessanti non mancano. A partire dal nuovo film di Abdellatif Kechiche. Il regista franco-tunisino di Cous Cous, Venere nera e La vita di Adèle, presenta a Venezia un’opera tratta dal romanzo La blessure, la vraie di Antoine Bégaudeau, che racconta la storia di un giovane sceneggiatore diviso tra il progetto del suo primo film e scelte importanti della sua vita.
Molto atteso anche il film L’insulte del regista libanese Ziad Doueiri, che, attraverso una piccola storia quotidiana, torna sulla ferita aperta del conflitto tra Palestinesi e cristiani libanesi.
Robert Guédiguian, una delle voci del cinema contemporaneo più attive nella denuncia delle ingiustizie sociali, porta a Venezia La villa: film intimista, tutto giocato sull’analisi dei sentimenti e delle relazioni tra familiari, amici e conoscenti, che ruotano attorno a un uomo anziano ormai prossimo alla morte.
Dopo i successi di The Wrestler e Il cigno nero il regista Darren Aronofsky presenta a Venezia il suo nuovo film: mother!, un thriller che ha per protagonista una giovane coppia, la cui vita apparentemente serena e tranquilla sarà turbata dall’arrivo di alcuni ospiti che porteranno a galla aspetti oscuri e inquietanti.
Il veterano del cinema Paul Schrader sarà in concorso con First Reformed, altro thriller dai risvolti drammatici, che indaga sui segreti inconfessabili di una piccola comunità di fedeli.
Da tenere d’occhio l’esordio del regista d’origine aborigena Warwick Thornton: il suo Sweet Country è un film western ambientato in Australia, tutto incentrato sul tema della giustizia.
La regista cinese Vivian Qu, che aveva presentato a Venezia nel 2013 Trap Street, torna al Lido con Jia Nian hua, una storia di violenza che coinvolge due giovani studentesse.
Sempre per restare nell’ambito del cinema orientale, segnaliamo il thriller Sandome no satsujin del regista Kore-Eda Hirokazu, già premiato con la palma d’Oro a Cannes nel 2013 per Father and Son. Il nuovo film è un’oscura storia giudiziaria su un criminale che sembra nascondere una verità inconfessabile. Infine, uno sguardo alle opere italiane in concorso, tra cui il primo film in lingua inglese di Paolo Virzì, The Leisure Seeker, interpretato da un cast di star internazionali: Donald Sutherland, Helen Mirren, Kristy Mitchell, Janel Moloney. Curiosità per il musical napoletano Ammore e malavita firmato dai Manetti Bros. e interpretato da Raiz, Giampaolo Morelli, Serena Rossi e Claudia Gerini.