Le Chiavi di Roma presenta oggetti reali, oggetti ricostruiti in 3D e ambienti virtuali, per scoprire, in un viaggio a ritroso nel tempo, le storie dei manufatti e di chi li ha posseduti nelle diverse regioni dell’Impero. Sul pavimento della Grande Aula è proiettata una mappa della città, per dare al visitatore la sensazione di camminare nella Roma di 2000 anni fa. Fra video, pannelli e i busti parlanti di Augusto e Agrippa, il visitatore scoprirà le vicende che portarono all’ascesa di Augusto e le più recenti scoperte della ricerca archeologica, mentre filmati, restauri virtuali e applicazioni interattive lo introdurranno alla cultura romana attraverso la storia di un nonno e di suo nipote e la ricerca di oggetti perduti in uno scenario 3D immersivo.
Confesso che, descrivendo il programma della mostra Le Chiavi di Roma – che non ho ancora visto –, da un lato sono fortemente incuriosita, dall’altro provo un certo timore e temo l’effetto Disneyland. Ma la mostra è curata da archeologi e storici, a garanzia della sua scientificità.
Senza contare che, nell’ambito di una mostra bella, difficile e serissima come Il Tesoro di Napoli. I capolavori del museo di San Gennaro, organizzata alla Fondazione Roma Museo di Palazzo Sciarra, fra pezzi di straordinaria bellezza in un allestimento semplice e suggestivo, ho già incontrato riproduzioni virtuali di ritratti che si animavano per illustrarci la loro storia in relazione a determinati oggetti litugici esposti. Un approccio piuttosto kitsch, ma, lo ammetto, simpatico, efficace e accattivante.
All’interno della mostra Le Chiavi di Roma è ospitato il Digital Museum Expo, che presenta le soluzioni tecnologiche più innovative create per arricchire i percorsi museali del futuro, e una serie di workshop sul tema “La creazione di un Museo Digitale”. Le chiavi di Roma nasce all’interno del più vasto progetto Keys To Rome, organizzato da V-MUST (Virtual Museum Transnational Network), un progetto europeo coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche che si sviluppa in 4 anni e coinvolge 13 differenti Paesi, cercando di unire la ricerca accademica con l’industria e la comunicazione.
Non ho l’occasione di andare a Roma in questo periodo a visitare il Digital Museum Expo. Ma spero che qualcuno di voi ci vada e mi racconti che effetto gli ha fatto…
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