Torino Film Festival 2024

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La 42esima edizione del Torino Film Festival si terrà dal 22 al 30 novembre. Nato nel 1982 come Festival Internazionale Cinema Giovani, ha saputo affermarsi nel panorama europeo dei festival grazie a un posizionamento molto preciso e coerente.
La locandina del festival, dedicata a Marlon Brando, di cui ricorre il centenario della nascita. La foto è stata scattata nel 1972 a Parigi durante le riprese di “Ultimo tango a Parigi”. © Eva Sereny / Iconic Images.

Fin dall’inizio, il Torino Film Festival ha privilegiato gli autori esordienti, i film provenienti da produzioni indipendenti, le opere sperimentali e i documentari. Una scelta coraggiosa e premiata dal pubblico più curioso e attento alle novità, alla ricerca di un cinema lontano dalla logica del blockbuster e di un certo divismo glamour tipico di molti festival.

Diretto da Giulio Base, quest’anno il Festival si articola in tre differenti sezioni: Lungometraggi, Documentari e Cortometraggi, che vedranno a capo delle rispettive giurie Margaret Mazzantini, Roberta Torre e Michela Cescon. All’interno del ricco programma, abbiamo scelto i film più interessanti proposti nella Sezione Lungometraggi, sperando che dopo la proiezione al Festival possano arrivare anche in sala.

Corresponsal, del regista Emiliano Serra, racconta una storia ambientata nell’Argentina del 1978, durante il cupo e drammatico periodo della dittatura militare. Il giornalista Eduardo Ulrich, che lavora per un gruppo editoriale vicino al regime autoritario, riceve l’incarico di seguire le tracce e controllare un medico esiliato in Argentina. A seguito delle sue relazioni, il medico viene rapito e Ulrich si trova a dover scrivere un articolo sulla sua improvvisa scomparsa, causata proprio dai suoi rapporti. Attraverso una drammatica vicenda personale, il film punta l’obiettivo sull’ambiguo rapporto tra stampa e potere politico nei regini dittatoriali, sul delicato ruolo che giocano i giornalisti e sul rischio di perdere l’indipendenza e l’autonomia.

Firmato dai due registi ucraini Andriy Alferov e Stanislaw Gurenko, il film Dissident ci porta nel cuore della tragedia di un popolo, che spesso ha dovuto combattere per la libertà e ancora oggi è impegnato in una guerra contro l’aggressione della Russia di Vladimir Putin. La vicenda ruota attorno al personaggio di Oleg, un soldato ucraino che ha combattuto contro l’invasione della Germania nazista e poi contro l’Unione Sovietica per l’indipendenza del suo Paese. Rilasciato da un campo di prigionia a causa di un’amnesia, torna in Ucraina per carcare di ricostruirsi una vita, ma non sarà facile riprendere il cammino di una normale esistenza con alle spalle gli spettri della guerra.

Un altro film di grande attualità è firmato dal regista iraniano Paymon Shahbod. The Last Act è un’opera che interseca i piani della realtà e della finzione, per condurci all’interno del dramma che sta vivendo la società iraniana contemporanea. L’attrice Farzaneh sta girando un film in cui interpreta una madre alla ricerca di una figlia. Durante le riprese, Farzaneh apprende che la sua vera figlia è misteriosamente scomparsa, proprio in un Paese in cui i diritti delle donne sono continuamente violati e la ribellione femminile viene soffocata e sanzionata con la massima severità.

Under the Grey, della regista polacca Mara Tamkovich, è ispirato a fatti reali accaduti nella Bielorussia del 2020. Dopo l’elezione di Lukashenko, facilitata da intimidazioni e brogli, una giornalista apertamente schierata contro il regime autoritario bielorusso diffonde le immagini di una violenta repressione di una manifestazione pacifica contro il governo. Subito identificata dalla polizia, viene immediatamente arrestata. Un dramma personale diventa metafora dei rapporti tra la libertà di stampa e repressione nei regimi autoritari.

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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