L’11 luglio 1995 l’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, sotto il comando del generale Ratko Mladić, entrò nella città di Srebrenica e uccise 8372 musulmani bosniaci. Una pagina nera della storia che non possiamo dimenticare.
Con la risoluzione 819 dell’aprile 1993, l’ONU aveva stabilito di rafforzare la sua presenza a Srebrenica, e con la successiva risoluzione 824 del maggio 1993 ricomprese Srebrenica tra le zone protette. Con la risoluzione 836 di giugno 1993, poi, si ribadiva l’impegno della Nazioni Unite ad assicurare la difesa della popolazione civile bosniaca nelle zone protette.
Nel luglio 1995 la città di Srebrenica si trovava sotto la protezione di un contingente olandese dell’UNPROFOR. Il 9 luglio le truppe dell’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina sferrarono un’offensiva e l’11 luglio entrarono a Srebrenica. Cominciarono a rastrellare la popolazione civile uccidendo più di 8000 persone, poi seppellite in fosse comuni. Un vero genocidio a danno dei musulmani bosniaci.
Soprattutto per le generazioni più giovani, che non hanno vissuto i drammatici eventi della guerra dei Balcani attraverso la cronaca dei quotidiani e dai telegiornali dell’epoca, è importante ricordare cosa è accaduto in quegli anni a poche centinaia di chilometri dal cuore dell’Europa. Molti registi, soprattutto dell’area balcanica, hanno voluto narrare nelle loro opere quel drammatico periodo. Abbiamo scelto alcuni film particolarmente significativi, per scoprire, o riscoprire, gli avvenimenti e il contesto di uno dei momenti più drammatici della storia recente.
Cominciamo la nostra rassegna con Resolution 819 (2008) di Giacomo Battiato, premiato con il Marc’Aurelio d’Oro come miglior film alla Festa del Cinema di Roma 2008. L’opera è un resoconto drammatico e toccante del massacro di Srebrenica. Un film d’impegno civile, che racconta i fatti e mette in luce le responsabilità di quelle tragiche giornate. Il film segue le indagini del poliziotto francese Jacques Calvez, che per anni ha indagato per scoprire l’orrenda verità del genocidio e le responsabilità di Mladić e Karadžić. Colonna sonora di Ennio Morricone.
Prima della pioggia (1994) del regista macedone Milco Mancevski, Leone d’Oro Alla Mostra del Cinema di Venezia, è uno straordinario film profetico, che illustra con poetica drammaticità la complessa situazione dei Balcani prima dell’esplosione del conflitto. Frammenti di storie di vita si misurano con l’odio e la violenza, che sta per travolgere i popoli della ex-Jugoslavia.
Il grande maestro del cinema greco Theo Angelopulos nel 1995 firma Lo sguardo di Ulisse, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes. L’opera racconta il progressivo disfacimento e i primi conflitti nei Balcani attraverso un lungo viaggio di un regista alla ricerca di alcune bobine di un vecchio documentario girato all’inizio del secolo.
Nello stesso anno esce Underground di Emir Kusturica, Palma d’Oro al Festival di Cannes. Un film dai toni tragicomici sull’inutilità e l’assurdità della guerra. La Seconda Guerra Mondiale e guerra nei Balcani sembrano i frammenti di un incubo senza senso, che perseguita l’umanità. Splendida la colonna sonora di Goran Bregovic. Lo stesso regista tornerà sul tema della guerra dei Balcani nel 2004 con il film La vita è un miracolo. Questa volta il racconto si sofferma sulla disgregazione di un nucleo familiare, che vede i rapporti dilaniati dallo scoppio della guerra.
Nel 1997 esce Benvenuti a Sarajevo del regista inglese Michael Winterbottom. Un film che denuncia gli orrori della guerra attraverso lo sguardo di un giornalista inglese inviato a Sarajevo, sottolineando anche il ruolo e le responsabilità dell’ONU e della politica internazionale.
Uno dei film più belli sui Balcani è No Man’s Land (2001) Danis Tanovic. Una sorta di teatro dell’assurdo, che mette in scena il conflitto attraverso le vicende di un soldato bosniaco e uno serbo rimasti a fronteggiarsi in una terra di nessuno, forse senza sapere neppure più perché.
Nel 2006 esce il bellissimo film della regista bosniaca Jasmila Zbanic: Il segreto di Esma, premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Un’opera di grande sensibilità, che attraverso le vicende di una giovane donna, mette in luce le dolorose conseguenze personali e sociali della guerra.
Chiudiamo con Snow (2008) di Aida Becig, vincitore del premio della Semaine de la Critique a Cannes. Un’opera emozionante sull’indelebile scia di lutto e dolore lasciata dalla guerra in un piccolo paese completamente devastato, anche nell’anima.