Una giornata di studio e formazione a Castelseprio e a Torba
Dopo il successo dell’esperienza “ArcheoBanfi” dell’a.s. 2015-16 (quando gli studenti-archeologi ripulirono e siglarono presso il MUST i reperti di una necropoli romana: su queste colonne già ne ho scritto allora), dell’iniziativa “Ciceroni per un giorno” (in collaborazione con il Fondo Ambiente Italiano) e della partecipazione all’evento “Ville Aperte”, quest’anno si è organizzata il 19 ottobre una giornata di studio e formazione sul tema “Conoscere, valorizzare, fruire i Beni Culturali: l’area di Castelseprio e Torba (VA)”.
La nostra idea è stata quella di costruire una giornata di visita, studio e riflessione in un’importante area di interesse archeologico e storico-artistico, inclusa nel Patrimonio UNESCO dal 2011; giornata che da un lato facesse conoscere agli studenti due gioielli dei Beni Culturali lombardi, e d’altro lato li sensibilizzasse sulle tematiche della loro tutela e valorizzazione. Un’esperienza – questa – funzionale tra l’altro alla formazione degli allievi che intendano intraprendere percorsi culturali nell’ambito delle pratiche di alternanza scuola-lavoro.
Tale iniziativa ha visto il coinvolgimento diretto di ben 66 studenti, del Dirigente Scolastico prof. Giancarlo Sala, e – oltre al sottoscritto – delle colleghe Arianna Lucchini, Margherita Frigerio, Elena Tornaghi. Ma, soprattutto, ci ha onorato della sua presenza il Dott. Francesco Muscolino, della “Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio”, nonché “Responsabile dell’Area Archeologica di Castelseprio”: ciò in virtù di accordi che il nostro Liceo era riuscito a stringere con la Soprintendenza nei mesi scorsi. Ed è stato proprio lui la vera “guida” della nostra giornata, insieme con la Dott.ssa Elena Castiglioni di Archeologistics , società cui il FAI – che ne è proprietario – ha affidato la gestione del monastero di Torba, e a tre sue bravissime collaboratrici.
- Castelseprio, l’inizio dei lavori
- Castelseprio, davanti a San Giovanni
- Castelseprio, il battistero di San Giovanni appena restaurato
- Castelseprio, gli allievi del Banfi con Dottor Muscolino
- Castelseprio, il Dottor Muscolino illustra il sito
- Castelseprio, la cosidetta casa longobarda, scavo ancora aperto
- Castelseprio, gli alunni del Banfi a Santa Maria foris portas
- Torba, tavola rotonda
- Torba, tavola rotonda
- Torba, conclusione dei lavori
- Viaggio a Betlemme, Santa Maria foris portas
- Affreschi da Torba: le monache senza volto
Il format di questa innovativa esperienza
L’innovativo format della giornata – frutto della collaborazione tra il Liceo, la Soprintendenza, il FAI (e della fantasia dei loro rappresentanti) – è stato questo:
1. Al mattino si è svolta, per gruppi, la visita dell’area archeologica tardo-romana e longobardica di Castelseprio e del monastero medievale di Torba, con attenzione non solo alla dimensione storica e artistica, ma anche – come già si è detto – alla sfera giuridica della loro tutela e a quella della loro valorizzazione. Gli studenti, ad esempio, hanno compreso la differenza tra un’area di tutela e gestione statale come quella archeologica di Castelseprio, e il vicinissimo monastero di Torba, che – essendo un bene del FAI – è “proprietà privata”. Inoltre la presenza di un archeologo militante come Francesco Muscolino ha consentito ai ragazzi di toccare con mano alcuni aspetti concreti di questo mestiere, vedere restauri appena effettuati (come quello del battistero paleocristiano di San Giovanni a Castelseprio), e – in anteprima – sbirciare scavi ancora in corso (come quello della cosiddetta “casa longobarda”).
2. Nel pomeriggio sono state organizzate tre tavole rotonde, nelle sale del ristorante del monastero di Torba e nell’apposita aula didattica. Si è dunque lavorato secondo il modello del workshop e i ragazzi hanno partecipato a turno a tutti e tre i tavoli. Questi i temi trattati:
a. I mestieri dei Beni Culturali (dal custode di museo, alla guida, al restauratore, al ricercatore, al dirigente etc.);
b. Il ruolo del FAI nella tutele e valorizzazione dei Beni Culturali (storia e filosofia di questa straordinaria fondazione);
c. Tutela e valorizzazione: le competenze di Stato, Regioni, Enti sovranazionali (Cosa spetta allo Stato? Cosa a Regioni ed Enti locali? Cosa cambierà qualora il referendum del 4 dicembre modificasse alcuni articoli della Costituzione? Cosa significa essere Patrimonio dell’Umanità ed essere inseriti nella lista UNESCO?).
Chi scrive – che ha “saltabeccato” da un tavolo all’altro – ha assistito a un dibattito davvero interessante. Un dibattito nel quale è emersa la grande voglia di sapere dei nostri studenti, dei quali però è apparsa chiara, in alcuni casi, una complessiva impreparazione su queste tematiche, soprattutto quelle relative agli aspetti giuridici della tutela. Segno, questo, che non abbiamo sbagliato mira, e che di questo incontro c’era davvero bisogno; e che tutti quanti noi educatori facciamo ancora troppo poco per trasformare le giovani generazioni in “custodi di un museo”, come già scriveva Giacomo Leopardi a proposito degli Italiani: un museo diffuso, che si identifica nell’Italia intera!
I giovani, futuri custodi della bellezza
Questa, opportuna, citazione dallo Zibaldone è stata fatta, durante un breve incontro plenario finale, da Elena Castiglioni. La vera scommessa è però quella di educare i nostri studenti non a diventare “custodi” museali sfaticati e annoiati (come ogni tanto ci capita di vedere, in Italia e non solo), ma entusiasti testimonial della straordinaria bellezza che abbiamo il privilegio di possedere. Una bellezza sulla quale ha insistito il dirigente scolastico del “Banfi” chiudendo i lavori, e della quale mi permetto solo, in questa sede, di fare un paio di esempi locali.
Anzitutto gli straordinari affreschi della Chiesa di Santa Maria foris portas di Castelseprio (IX sec. d.C.), che raffigurano scene della vita di Cristo in parte tratte dai Vangeli apocrifi: la loro altissima qualità e assoluta peculiarità hanno fatto pensare ad autori di cultura figurativa – se non di origine – bizantina.
In secondo luogo, gli affreschi delle monache “senza volto” al secondo piano dell’oratorio monastero di Torba, anch’essi di epoca altomedievale: la fantasia dei visitatori può comunque riempire quei vuoti, e immaginarsi gli sguardi di quelle suore che – nel corso dei secoli – erano andate a occupare un’antica torre militare costruita dai Romani negli ultimi anni del loro impero. Sguardi forse dolci, magari estatici, probabilmente malinconici, di donne che vivevano in una struttura che aveva ospitato i volti rudi degli ultimi legionari e le ispide chiome dei barbari conquistatori; struttura tra l’altro in buona parte costruita in fretta e furia (gli invasori da nord incalzavano!) con blocchi di pietra, lapidi, rilievi reimpiegati da antichi monumenti classici, a dimostrazione che della Storia (e la scrivo con la S maiuscola…) non si butta via proprio niente…