Scienza in rete

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Dal 1997 sono il curatore di TGR Leonardo, l’unico telegiornale scientifico in onda in Italia su una rete generalista. Andiamo in onda dal lunedì al venerdì alle 14.50 su RAI3 , e i nostri dieci minuti quotidiani di scienza, tecnologia e ambiente raccolgono ogni giorno più di un milione di spettatori. Per quell’ora un buon risultato, che la dice lunga sull’interesse della platea televisiva per argomenti troppo spesso considerati “difficili” o “di nicchia”.

 

Con il web il modo di lavorare della redazione è profondamente cambiato, e spesso, guardando al passato, ci chiediamo come sia stato possibile fornire un prodotto dignitoso senza le migliaia di pagine di documenti e di immagini disponibili in rete.

Un esempio per tutti: tradizionalmente l’annuncio dei vincitori dei premi Nobel viene dato dall’accademia delle scienze svedese alle 11.30 della mattina. Un telegiornale come il nostro, che va in onda poco più di tre ore dopo, non può ovviamente esimersi dal parlarne, e deve anche dare al pubblico una informazione più dettagliata e completa di quello che offrono i telegiornali della fascia di mezzogiorno, che ci precedono.

Fino a qualche anno fa risolvevamo il problema in modo artigianale: appena le agenzie battevano il nome dei vincitori ci attaccavamo al telefono, sperando che qualcuno degli scienziati conosciuti nel corso degli anni fosse in grado di darci qualche spiegazione in più. A volte, ma non sempre, eravamo fortunati e scoprivamo di avere i volti dei vincitori nelle cassette video archiviate in redazione.

Oggi sul sito del premio Nobel (www.nobelprize.org) è possibile seguire in diretta la cerimonia della proclamazione dei vincitori. Subito dopo vengono messe in rete le loro biografie, un estratto delle ricerche per le quali sono stati premiati,  e tutto il materiale che serve per confezionare servizi per la carta stampata, la televisione e il web, a diversi livelli di approfondimento.

Semplice. Comodo. Veloce. Ma, come sempre accade quando le cose sembrano semplici, c’è anche qualche rischio. Il primo è quello dell’omologazione. Come noi di Leonardo, tutti gli altri giornalisti del mondo avranno  a disposizione lo stesso materiale, e dunque, pressati dall’urgenza della messa in onda o dai tempi della chiusura del giornale, racconteranno o scriveranno più o meno le stesse cose. Inoltre – e questo è il secondo e più grave rischio – racconteranno solo quello che l’accademia delle scienze svedese vuole far sapere. Ben difficilmente, ad esempio, nella documentazione ci sarà traccia di ricerche simili condotte da scienziati “dimenticati” dalla giuria. E’ accaduto in passato – pensate a Rosalind Franklin, che aveva dato un contributo fondamentale alla scoperta della struttura a elica del DNA per la quale furono premiati Wilkins, Watson e Crick – e potrebbe accadere ancora.

Insomma, per chi lavora oggi nell’informazione il web è uno strumento insostituibile. Ma questo non vuol dire che possa sostituirsi alla competenza del giornalista, alla sua cultura, alle sue fonti, alla sua rete di conoscenze. Strumenti essenziali per muoversi nella rete senza restare impigliati.

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Battista Gardoncini

Giornalista.

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