La fine della Guerra Fredda ha segnato un punto di svolta significativo per gli eserciti di massa e la coscrizione obbligatoria in vari Paesi. Negli anni Novanta, la coscrizione universale maschile, che aveva supportato gli eserciti dei cittadini per gran parte del XIX e XX secolo, iniziò a essere considerata “fuori moda” (Haltiner 1998) e persino “superata” (Joenniemi 2006). L’idea del cittadino-soldato divenne sempre meno compatibile non solo con le nuove forme di conflitto e le tecnologie militari emergenti, ma anche con le tendenze sociali ed economiche più ampie dell’epoca. Sotto l’influenza di ideali (neo)liberali, l’obbligo di servire la Nazione come condizione per la cittadinanza fu percepito come inefficace e ingiusto.
Il ritorno della leva
Contrariamente a questa narrativa, la leva militare obbligatoria non è scomparsa. Recentemente, diversi Stati, tra cui Svezia, Norvegia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait, Lituania, Lettonia, Georgia, Ucraina e Francia, hanno riattivato o ampliato forme di servizio militare nazionale. Questi sviluppi hanno portato a parlare di un “ritorno” (The Economist 2021) o del “ripristino” (Braw 2017) della coscrizione. Ma quali sono le ragioni di questo fenomeno? Le ricerche suggeriscono che la riattivazione della coscrizione nella regione del Mar Baltico è motivata principalmente da preoccupazioni relative alla sicurezza, inserendosi in un contesto di ripristino delle politiche di difesa territoriale e rivalità tra Stati (Bieri 2015). Altri studi evidenziano che in Paesi come la Francia è invece vista come un modo per unire una Nazione politicamente polarizzata (Gheciu 2020), mentre nei Paesi del Golfo serve a promuovere unità e appartenenza (Barany 2018).
Coscrizione e costruzione dello Stato-nazione
In Svezia la coscrizione obbligatoria maschile è stata introdotta nel XIX secolo e completata nel 1901 (Wolke 1999). Le forze conservatrici la vedevano come un metodo per garantire competenze diffuse nella popolazione e per costruire una difesa nazionale più solida; i movimenti sindacali come un’opportunità per democratizzare l’istituzione militare. Così, la coscrizione divenne uno strumento per forgiare una comunità nazionale e costruire un’identità comune.
Durante il XX secolo i coscritti svedesi furono educati a valori come disciplina, patriottismo e responsabilità civica (Eriksson 2011). In questo modo, la coscrizione servì non solo per la sicurezza nazionale, ma anche per la costruzione dello Stato-nazione.
La riattivazione della coscrizione
Dopo sette anni dall’introduzione di un esercito volontario, le autorità svedesi si resero conto che il sistema non funzionava come sperato. Tra il 2013 e il 2014 l’ufficio nazionale di revisione contabile svedese (Riksrevisionen) segnalò che c’erano difficoltà a reclutare un numero sufficiente di soldati volontari, sia a tempo pieno che part-time. In pratica, le forze armate non riuscivano a trovare abbastanza persone disposte a arruolarsi volontariamente per mantenere una forza militare adeguata.
Questi problemi di reclutamento coincisero con un cambiamento nel contesto geopolitico europeo, in particolare con l’aumento del riarmo militare russo e l’inizio delle aggressioni in Ucraina nel 2014 (come l’annessione della Crimea e il conflitto nell’est dell’Ucraina). La crescente minaccia percepita dalla Russia portò a un aumento delle preoccupazioni per la sicurezza nazionale svedese.
Durante le negoziazioni parlamentari vi fu un consenso sul fatto che le forze armate svedesi dovevano concentrarsi di più sulla difesa territoriale, cioè sulla protezione del territorio svedese, piuttosto che su operazioni internazionali. Per farlo, divenne chiaro che avevano bisogno di più personale militare. Questo rese urgente il problema del reclutamento e portò alla decisione di reintrodurre la coscrizione obbligatoria nel 2017, questa volta estendendola anche alle donne di diciotto anni.
Rendere la leva accettabile
Il governo decise di motivare la sua scelta con il deterioramento della sicurezza nella regione. Tuttavia, per legittimare la leva obbligatoria fu necessario presentarla sotto una luce nuova, non più come un obbligo nazionale, ma come un’opzione che rifletteva ed esaltava gli individui. Si enfatizzò in particolare il concetto di “dovere volontario”: l’idea era quella di presentare il servizio militare non tanto come un obbligo rigido imposto dallo Stato, ma come una scelta in cui la volontà individuale e la motivazione personale avessero un ruolo centrale. Si cercava di rendere la coscrizione più accettabile per la popolazione, promuovendo il messaggio che arruolarsi fosse una forma di responsabilità civica che potesse essere abbracciata volontariamente da chiunque fosse idoneo e interessato.
Tuttavia, il termine “dovere volontario” rifletteva anche una flessibilità nel sistema. L’obbligo di servire veniva presentato come una “opzione di ultima istanza”, cioè lo Stato avrebbe imposto l’arruolamento solo in situazioni in cui non si fossero trovati abbastanza volontari. In pratica, anche se la coscrizione era obbligatoria, lo Stato cercava di riempire i ranghi dell’esercito principalmente con volontari motivati, riducendo al minimo la necessità di costringere persone meno motivate a servire. I giovani di diciotto anni erano tenuti a completare un sondaggio online riguardante la loro salute, istruzione, interessi e attitudine verso il servizio militare. La Swedish Defence Recruitment Agency (SDCAA) selezionava i candidati idonei, ponendo enfasi sulla motivazione e volontà individuali. Questa selezione era mirata a garantire che le forze armate fossero composte da individui capaci, minimizzando al contempo il numero di ragazzi e ragazze costretti a servire contro la loro volontà. Si tratta di un sistema di selezione ancora oggi in vigore.
Individualismo e coscrizione
Dal 2017 la Svezia ha modificato il modo in cui presenta la coscrizione, passando da una visione tradizionale a una concezione più individualista. I potenziali coscritti non sono più visti come soggetti obbligati a servire, ma come individui autonomi e responsabili che possono trarre vantaggio dal servizio militare. Questo cambiamento è in linea con l’ideale del cittadino neoliberista, che enfatizza l’autosufficienza e l’iniziativa personale.
Le competenze acquisite durante l’addestramento militare sono ora presentate come opportunità di sviluppo personale e professionale. Gli annunci pubblicitari e i materiali informativi evidenziano che la coscrizione è sia un “obbligo” che un’“opportunità”. Ad esempio, un video promozionale mostra giovani che si abbracciano, accompagnato dal messaggio che difendere la Svezia è una nuova opportunità per coloro che compiono 18 anni.
Nel materiale informativo distribuito ai giovani di diciotto anni nel 2021, si sottolinea che l’addestramento militare di base è sia pratico che teorico. I partecipanti sono incoraggiati a vedere il loro addestramento come un modo per crescere, creare ricordi significativi e sviluppare competenze come leadership e collaborazione. Inoltre, si fa riferimento a vantaggi come l’aumento della sicurezza personale, il miglioramento della forma fisica e l’arricchimento del curriculum vitae.
L’agenzia svedese responsabile della modernizzazione della coscrizione ha dato importanza al fatto che le competenze apprese durante il servizio militare siano trasferibili al mercato del lavoro civile. Questo avviene anche attraverso l’emissione di certificati ufficiali che riconoscono le competenze acquisite. Un disegno di legge del 2011 ha stabilito che «aver servito e essere stati selezionati per il servizio nelle forze armate dovrebbe essere considerato un merito in sé», conferendo valore all’esperienza militare nel contesto lavorativo.
Il nuovo approccio alla coscrizione rappresenta una transizione significativa dalla visione tradizionale, che considerava il servizio militare come un modo per integrare i giovani in una collettività nazionale. Oggi, il coscritto è visto come il principale beneficiario del servizio militare, non come un semplice ingranaggio in un meccanismo collettivo. Questo passaggio verso una narrazione più individualista sottolinea l’importanza dell’autonomia personale e delle opportunità che il servizio militare può offrire.
Leva e parità di genere
Per modernizzare e rendere più accettabile il sistema di coscrizione obbligatoria il governo svedese ha anche puntato sulla parità di genere. Dalla sua reintroduzione, la coscrizione non è più vista come un mezzo per «trasformare i ragazzi in uomini» (Sturfelt 2014), ma come un’opportunità di sviluppo personale e professionale per tutti, sia uomini che donne, in un mercato del lavoro competitivo.
La riattivazione della coscrizione nel 2017 ha rappresentato un momento cruciale, poiché per la prima volta le donne sono state incluse e arruolate nelle stesse posizioni degli uomini nella medesima fascia d’età.
La posizione del governo è chiara: è un’idea “irrealistica e antimoderna” ritenere che il genere debba essere il criterio principale per valutare l’idoneità a un ruolo militare. L’accento è posto sull’idoneità individuale, che deve essere il fattore determinante nella selezione. Questa visione è ampiamente condivisa all’interno delle forze armate: un dipendente della Swedish Armed Forces (SAF) ha affermato che non ci sono problemi nell’includere le donne, sottolineando che «sarebbe completamente irragionevole per qualunque datore di lavoro moderno fare diversamente» (intervista, ottobre 2019).
Il governo ha suggerito l’utilizzo di immagini di donne arruolate nelle campagne informative delle autorità di difesa per promuovere il supporto pubblico alla coscrizione. La parità di trattamento tra uomini e donne è considerata un aspetto “nuovo” e rappresenta un “passo importante” nella comunicazione pubblica. Questo sforzo mira a dimostrare che la riattivazione della coscrizione non segna un “ritorno al passato,” ma piuttosto un progresso verso un sistema più inclusivo e moderno (intervista, febbraio 2021).
L’arruolamento femminile come strumento di geopolitica
L’accento sull’uguaglianza di genere nel discorso politico svedese non si limita a una questione interna, ma si colloca in un contesto geopolitico più ampio. Nei dibattiti internazionali, i Paesi che promuovono politiche di uguaglianza di genere sono spesso considerati avanguardie “progressiste”, mentre quelli che mantengono “valori tradizionali” e escludono le donne da professioni storicamente maschili, come il servizio militare, vengono percepiti come “retrogradi” (Farris 2017). Questa distinzione ha amplificato le tensioni geopolitiche e l’antagonismo tra l’Est e l’Ovest in Europa e nella regione del Mar Baltico (Agius e Edenborg 2019).
La decisione della Svezia di includere le donne nella coscrizione assume quindi un’importanza particolare se confrontata con il sistema di coscrizione in Russia. Qui, il regime di Putin ha giustificato storicamente il servizio militare come un dovere sacro riservato a tutti gli uomini. Questo approccio rientra in una narrazione più ampia che associa il servizio militare a un ideale di mascolinità egemonica e eroica (Eichler 2011).
Nella retorica politica svedese l’inclusione delle donne non è solo un modo per promuovere la modernità e il progresso, ma si inserisce anche in una narrazione più vasta che definisce l’identità della Svezia come uno Stato liberale e progressista. Questa narrazione contrasta nettamente con l’immagine di un “Altro” russo, percepito come patriarcale e retrogrado.
In questo modo la Svezia non solo riafferma i propri valori di uguaglianza, ma si posiziona anche come un modello da seguire nella comunità internazionale. Questo posizionamento sottolinea la sua distinzione rispetto a regimi che perpetuano visioni tradizionali e escludenti del ruolo delle donne nella società, rendendo l’eguaglianza di genere una questione centrale nella sua identità nazionale e nelle sue relazioni internazionali.
Tratto da: Sanna Strand, The Reactivation and Reimagination of Military Conscription in Sweden, in «Armed Forces & Society», Vol. 50(4) 1175–1195, 2024.
Traduzione di Francesca Nicola.
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