Quarto potere torna al cinema

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Dal 24 marzo torna in sala “Quarto potere” di Orson Wells in edizione originale sottotitolata. L’iniziativa rappresenta un’occasione imperdibile per rivedere sul grande schermo un film leggendario.

Ancora oggi sorprende che Quarto potere sia stato il lungometraggio d’esordio di Orson Welles, realizzato all’età di soli 25 anni. Welles conquistò popolarità e credibilità professionale con la trasmissione radiofonica La guerra dei mondi (1938), che appassionò e coinvolse al punto gli ascoltatori da far confondere finzione e realtà e scatenare il panico. Proprio sull’onda del successo in radio, Orson Welles riuscì a strappare alla RKO un ricco contratto che gli consentiva la massima libertà espressiva. L’accordo prevedeva la possibilità di avere il controllo totale dei suoi prossimi film, potendo ricoprire contemporaneamente i ruoli di produttore, sceneggiatore, regista e attore.

Il progetto di Quarto potere è nato da una sceneggiatura scritta da Orson Welles e Herman Jacob Mankiewicz, fratello del regista Joseph, ispirandosi alla vita del ricco editore americano William Randolph Hearst. Il film è un grande affresco sull’esistenza di un uomo mosso da una avida sete di potere e denaro, ma tormentato da oscuri ricordi d’infanzia e da traumi irrisolti. Un’indagine tra cronaca, storia e psicologia, che cerca di svelare il mistero della vita di un uomo alla ricerca della chiave segreta della sua stessa identità. Una discesa nella zona d’ombra dell’anima che disorienta e confonde. Suggestioni, testimonianze e aneddoti sembrano tessere di un puzzle destinato a non ricomporsi mai.

Il film infrange le regole della narrazione classica e dello sviluppo lineare del tempo. Welles si affida a una struttura del racconto frammentata in differenti punti di vista, contrastanti, incoerenti, cangianti e a numerosi flashback che aumentano il senso di disorientamento e il carattere precario e sfuggente della personalità di Kane, simbolizzato dalla misteriosa parola Rosebud. Informazioni incomplete, racconti parziali, indizi, supposizioni si sedimentano progressivamente in un processo che sembra gettare continue ombre sulla storia al posto di fare chiarezza. Una scelta narrativa che si materializza simbolicamente nell’immenso deposito di oggetti ammassati disordinatamente nel castello di Xanadu.

Una ambiguità della storia che viene rafforzata da una scrittura cinematografica innovativa e rivoluzionaria, basata su due elementi fondamentali: il piano sequenza e la profondità di campo. Al montaggio classico, fatto di inquadrature giustapposte in modo da ricreare una certa naturalezza della visione, Orson Welles contrappone l’utilizzo del piano sequenza. Lunghe inquadrature senza stacchi di montaggio, in cui sono i personaggi a muoversi, permettendo allo sguardo di esplorare lo spazio e il tempo creando un’esperienza visiva coinvolgente e immersiva. L’efficacia espressiva del piano sequenza è stata resa possibile dal sapiente utilizzo di ottiche grandangolari da parte del maestro della fotografia Gregg Toland e di una pellicola ad alta sensibilità.

La possibilità di avere a fuoco il soggetto in primo piano e quello in campo lungo con la stessa definizione d’immagine consentiva a Welles creare una messa in scena e un’esperienza visiva assolutamente innovativa. L’utilizzo di tagli di luce espressionisti, di interni geometricamente opprimenti, di punti di vista eccentrici, hanno sconvolto tutte le regole del cinema Hollywoodiano di quegli anni.

Un film che, sia dal punto di vista narrativo sia da quello formale ed estetico, ha segnato un nuovo capitolo dell’arte cinematografica. La sua grandezza risiede proprio nella potenza rivoluzionaria, visionaria e geniale, che ha poi contraddistinto tutta la carriera di Orson Welles.


Quarto potere

Un film di Orson Welles
Con: Orson Welles, Joseph Cotton, Dorothy Comingore, Everett Sloane, Ray Collins, George Coulouris, Agnes Moorehead, Paul Stewart, Ruth Warrich.
Produzione: USA, 1941
Durata: 119 minuti

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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