Questo libro è nato da un corso universitario di Studi culturali. Non si tratta di una rassegna esaustiva della storia della fantascienza, bensì di una storia selettiva, concentrata su quella che è stata chiamata fantascienza sociale e sulla sua importanza per la comprensione della modernità. La cultura italiana nel suo insieme ha spesso considerato la fantascienza una letteratura di serie B, una narrativa popolare. In verità, la qualità dei testi fantascientifici è spesso molto alta, ma in ogni caso che si tratti di una narrativa popolare è un motivo di interesse. Lo è per chi si occupa di storia della cultura ma anche per insegnanti, operatori sociali, sociologi e pedagogisti: è una via d’accesso privilegiata ad alcuni degli aspetti e dei problemi più caratteristici della cultura moderna e contemporanea. Circola nella sfera pubblica permeando quasi naturalmente il nostro immaginario; ma contribuisce anche a educare: genera straniamento cognitivo ed esplora le porte del possibile.
Paolo Jedlowski è professore ordinario di Sociologia all’Università della Calabria, dove insegna Teoria sociale e Studi culturali e dove ha fondato e dirige Ossidiana – Osservatorio sui processi culturali e sulla vita quotidiana. Si è occupato di storia della sociologia e di sociologia della cultura, concentrandosi specialmente sullo studio delle memorie sociali e delle pratiche narrative. Fra i suoi ultimi libri: Memorie del futuro (Carocci, 2017) e Intanto (Mesogea, 2020).
Nicola H. Cosentino è dottore di ricerca in Politica, cultura e sviluppo, e si occupa di narrativa, distopie e rapporto tra realtà e rappresentazione. Collabora con «La Lettura» del «Corriere della Sera», «Esquire Italia» e il blog di approfondimento culturale «minima&moralia». Ha scritto due romanzi. L’ultimo, Vita e morte delle aragoste (Voland, 2017), ha vinto il Premio Brancati Giovani nel 2018.
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