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Se i temi del cambiamento climatico e dello sviluppo sostenibile sono oggi al centro del dibattito pubblico è anche merito di una coraggiosa e tenace ragazzina svedese. Ora un documentario racconta le sue istanze e il movimento internazionale che ha risvegliato.

Greta Thunberg ha cominciato la sua protesta nell’agosto 2018, in occasione delle elezioni politiche svedesi, per poi proseguirla ogni venerdì con lo sciopero dalla scuola per il clima, con il famoso slogan Skolstrejk för klimatet. È nato così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future, con l’obiettivo di diffondere in tutto il mondo le problematiche legate al cambiamento del clima e del surriscaldamento del pianeta. Grazie a suo impegno sociale, Greta Thunberg ha potuto partecipare ed esporre le sue tesi nei più importanti contesti internazionali: alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, al Forum economico mondiale di Davos, alla Commissione Ambiente del Parlamento europeo.
Nel settembre del 2019, Greta Thumberg ha pronunciato parole durissime durante il Climate Action Summit, in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, un vero è proprio j’accuse nei confronti dei potenti del mondo:

È tutto sbagliato. Io non dovrei essere qui. Dovrei essere a scuola, dall’altra parte dell’oceano. […]
Le persone soffrono. Le persone stanno morendo, interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui riuscite a parlare sono i soldi e le favole sulla crescita economica infinita. Come osate! Per più di 30 anni la scienza è stata chiara. Con che coraggio osate continuare a girarvi dall’altra parte e venire qui assicurando che state facendo abbastanza, quando la politica e le soluzioni necessarie non sono ancora nemmeno all’orizzonte. […] Ci state deludendo e tradendo. Ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi. E se fallirete, non vi perdoneremo mai. Non vi lasceremo andare via come se nulla fosse. Proprio qui e adesso tracciamo la linea. Il mondo si sta svegliando. E il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.

La sua attività di protesta e sensibilizzazione si è diffusa rapidamente in tutto il pianeta. È nato così un movimento globale che, con manifestazioni, sit-in e proteste, ha portato all’attenzione del mondo il problema del clima e la necessità di modificare profondamente il modello economico di sviluppo e lo stile di vita della società contemporanea, assolutamente incompatibili con la salvaguardia del pianeta. Il Protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2005, gli Accordi di Parigi del 2015 e il recente Green Deal europeo, che prevede di raggiungere la neutralità climatica nel 2050, sono tutti strumenti considerati dal movimento ambientalista insufficienti e con obiettivi troppo timidi di fronte a un’emergenza che non permette di perdere tempo e di rinviare ai prossimi decenni decisioni sempre più urgenti e improcrastinabili.

Il documentario di Jim Rakete offre un panorama dei più importanti movimenti giovanili e degli attivisti che sostengono le istanze di Greta Thunberg. Un film che ha il pregio di offrire una visione complessiva dell’ondata di protesta e della consapevolezza globale delle giovani generazioni. Coinvolgente da un punto di vista emotivo ed esaustivo sul piano dei contenuti, è un film assolutamente da vedere per cambiare da subito la visione del futuro e per chiedere ai governi e alle istituzioni sovranazionali un impegno sempre maggiore. Il pianeta B non esiste e il tempo è ormai scaduto.


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Regia di Jim Rakete

Produzione: Germania 2020

Durata: 73’

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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