La decisione di confermare lo svolgimento della 77esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha colto tutti di sorpresa. Ogni assembramento ed evento può, infatti, trasformarsi in una pericolosa fonte di contagi. L’organizzazione sta cercando di mettere in campo numerose misure anti Covid-19, dal tracciamento di tutti i partecipanti alla mostra al controllo della temperatura corporea prima dell’ingresso nelle sale, al distanziamento fisico con riduzione dei posti disponibili in sala, fino all’uso delle mascherine negli spazi in cui non sia possibile tenere un distanziamento fisico.
Pur comprendendo il desiderio di ripartire del mondo del Cinema, certamente molto penalizzato dai mesi del lockdown, la scelta di organizzare una manifestazione con persone che arrivano da tutto il mondo e che per 10 giorni vivranno a stretto contatto tra proiezioni, conferenze stampa, meeting informali e serate, non sembra una buona idea. Chi scrive pensa che sarebbe stato più prudente annullare l’edizione 2020 e darsi un arrivederci al 2021.
Con la speranza che tutto vada per il meglio, diamo un’occhiata al programma dei film in concorso alla ricerca delle opere più interessanti.
Il regista messicano Michel Franco, già vincitore a Cannes 2012 della rassegna Un Certain Regard con Después Lucia, presenta a Venezia il suo nuovo film. Nuevo orden racconta la difficile situazione sociale del suo paese e la frattura sempre più profonda tra una ristretta élite di ricchi e il resto della popolazione, costretta a fare i conti con una crescente povertà. Il contrasto sociale si materializza quando gruppo di persone povere irrompe in un dorato matrimonio dell’alta borghesia.
Il regista russo Andrei Konchalovsky presenta a Venezia Cari compagni!. Il film è ambientato nell’Unione Sovietica degli anni Sessanta. Lyudmila, membro del partito comunista, durante una manifestazione di protesta degli operai di una fabbrica assiste a una sparatoria sui dimostranti da parte dell’esercito. Seguono arresti arbitrari, condanne sommarie e sparizioni. In un clima di sospetti e terrore, Lyudmila si mette alla ricerca della figlia scomparsa. L’opera è basata su un episodio realmente accaduto a Novocherkassk il 2 giugno del 1962, un vero massacro di Stato tenuto nascosto fino agli anni Novanta.
Gianfranco Rosi, vincitore dl Leone d’Oro nel 2013 con Sagro Gra e autore di Fuocoammare (2016), torna al Lido con la sua ultima fatica. Notturno è un documentario frutto di tre anni di viaggi nelle zone di guerra del Medio Oriente. Lontano dal fronte e dai combattimenti, l’opera pone l’attenzione sulla difficile esistenza di chi vive ai margini dei conflitti, in una situazione sospesa di dolore, angoscia, miseria, incertezza e paura.
La regista di Sarajevo Jasmila Žbanić, già autrice di Il segreto di Esma (2006), vincitore dell’Orso d‘Oro a Berlino, si presenta a Venezia con un altro film ispirato alla drammatica storia del suo Paese. Quo vadis, Aida? torna su una delle pagine più nere della guerra dei Balcani: il massacro di Srebrenica. Aida lavora nel Campo Base ONU e pensa di essere finalmente al sicuro. Ma le cose cambiano drammaticamente quando il generale dell’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina Ratko Mladić decide di entrare in città con le sue truppe.
Chiudiamo con Nomadland firmato dalla regista cinese Chloé Zhao. Ispirato al libro Nomadland: Surviving America in the Twenty-First Century, scritto dalla giornalista Jessica Bruder dopo la crisi finanziaria del 2008, il film racconta la storia di una donna che ha perso tutto e decide di mettersi in viaggio verso Ovest, ripercorrendo la rotta del vecchio sogno americano da moderna nomade.