Libri belli #2

Tempo di lettura stimato: 8 minuti
Se state vagolando smarriti e famelici per librerie in cerca di libri per le vacanze, con gli altri che già vi aspettano sbuffando in macchina che al casello c’è sempre coda, ma non vi fidate delle maledette bandelle; se avete perso il foglietto su cui vi eravate appuntati il titolo sentito alla radio poco prima della galleria o intraletto con l’occhio rimasto aperto a notte fonda sull’incessante luccicore di twitter; se vi è rimasto giusto uno spazietto rettangolare 17×24 in valigia tra i caricabatterie e le mutande di ricambio; se siete alieni immuni da tsundoku e proprio ieri avete finito l’ultima pagina dell’ultimo libro da leggere sul comodino: non disperate! Eccoci qua, in vostro soccorso. Abbiamo ascoltato il vostro accorato appello silenzioso, e chiesto ai nostri autori titoli di libri da leggere quest’estate, ma buoni per tutte le stagioni. Novità dall’inchiostro ancora fresco, classiconi, saggi, romanzi: ecco i loro consigli, dalla loro voce. Ecco la seconda parte.

 

Mauro Reali, insegnante, latinista e grecista e nostro medium con il mondo classico, non si smentisce:Di narrativa, due romanzi storici, uno dei quali già recensito su queste colonne: si tratta di Sebastiano Vassalli, Terre selvagge, Rizzoli, Milano 2014: uno splendido affresco di macrostorie e microstorie ambientate nel Nord Italia ai tempi delle guerre di Roma contro i Cimbri, culminate con la battaglia dei Campi Raudii del 101 a.C., vinta dal console Gaio Mario. Ma poiché il 2014 è il bimillenario della morte di Augusto, consiglierò anche il suggestivo romanzo epistolare John E. Williams, Augustus. Un romanzo, Castelvecchi, Roma 2013. In realtà il libro è del 1972, ma solo di recente è stato tradotto in italiano e rimesso nel circuito librario: a chi sono piaciute Le memorie di Adriano della Yourcenar – si parva licet – potrebbe un po’ ricordarlo.
E poi tre saggi di tre grandi studiosi, ma ben leggibili anche sotto l’ombrellone. Il primo è di Lorenzo Braccesi, Augusto. La vita raccontata da lui stesso, Edises, Napoli 2013: una rilettura davvero avvincente delle Res Gestae Divi Augusti, ricca di suggestioni innovative: e siamo sempre nel clima del Bimillenario… Il secondo è di Andrea Carandini, Su questa pietra. Gesù, Pietro e la nascita della Chiesa, Laterza, Roma-Bari 2013, nel quale Carandini – ritenuto forse il maggior archeologo italiano – ricostruisce la figura e l’ambiente socio-culturale di San Pietro, consegnandoci un personaggio di notevole “solidità” storica e archeologica. Il terzo è il più “leggero” di tutti, ed è Eva Cantarella, Perfino Catone scriveva ricette, Feltrinelli, Milano 2014. Si tratta di “pillole” già apparse su Corriere della Sera, e raccolte in capitoli, come Benessere del corpo e della mente, Pratiche alimentari, Sesso amore e matrimonio, etc. L’intento è quello di far sentire – pure nella loro alterità culturale e cronologica – gli antichi uomini in carne ed ossa: e se poi i lettori della Ricerca vorranno imitare la ricetta della cheese-cake di Catone (a p. 46), chi scrive declina ogni responsabilità sul risultato finale”.

 

Isabella Donfrancesco, giornalista, autrice televisiva, distingue i generi: “Narrativa: Ermanno Rea, Il sorriso di don Giovanni, Feltrinelli, Milano 2014. Un romanzo dedicato agli appassionati della lettura e della bellezza che può salvare  il mondo e le nostre vite. La storia di una donna, Adele, e della sua straordinaria capacità di visione e di immedesimazione. Fabio Geda, Se la vita che salvi è la tua, Einaudi, Torino 2014. Andrea Luna, 37 anni, insegnante, marito in crisi di Agnese. Un aborto e il lavoro separano le loro strade. Lui ne approfitta per tuffarsi in un’America estrema, per perdersi e ritrovarsi. Geda firma così un’odissea postmoderna servita da tante belle citazioni musicali (soprattutto Billie Holiday) che ci fa riflettere. Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi, Torino 2013. Tra memoir e autofiction, il romanzo che ha vinto il Premio Strega 2014: il protagonista alle prese con la vita pura (Berlinguer) e la vita impura (Berlusconi), la scoperta del senso di partecipazione (la libertà citata da Gaber) e il bene comune. Un libro generazionale che racconta i “nostri” 50 anni tra sorriso, rabbia e commozione e ci fa ricordare Berlinguer 30 anni dopo.
Saggistica: Enrico Berlinguer, La questione morale – la storica intervista di Eugenio Scalfari, Aliberti editore, Reggio Emilia 2012. Trent’anni dopo, per chi ne ha nostalgia, per chi non l’aveva letta sulle colonne della «Repubblica», per chi non c’era, la profetica e attualissima intervista rilasciata da Enrico Berlinguer a Eugenio Scalfari nel 1981, ora in plaquette. Tutto puntualmente accaduto. Massimo Recalcati, Non è più come prima, Raffaello Cortina editore, Milano 2014. Il sottotitolo dice tutto: Elogio del perdono nella vita amorosa. Un libro diviso in due sul sentimento che lascia tracce e disegna la nostra vita rimodellando continuamente se stesso, facendoci riflettere su come perdonare sia innanzitutto perdonarsi. Enzo Bianchi, Dono e perdono, Einaudi, Torino 2014. Imperdibile e profonda estensione del tema del perdono e della compassione. A volte la profondità si può raggiungere anche sotto l’ombrellone. La linearità della scrittura di Enzo Bianchi è un invito a lasciarsi andare a pensieri alti.
Poesia: Wisława Szymborska, La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009. Dal punto di vista del lettore, bisognerebbe dire “la gioia di leggere”, tanto i versi del premio Nobel 1996 dal nome quasi impronunciabile trasmettono quel piacere del testo (e della vita) che ci appare come un vero dono. Un viaggio nei sentimenti e nella parola che ne dà traccia senza censure né rossori, in un arco di tempo lungo una vita”.

 

Elena Franchi, ricercatrice e storica dell’arte, racconta: “In questo periodo mi sto dedicando a un popolo che mi ha sempre affascinato e che ho sempre amato, fin da bambina: gli Indiani d’America. È la storia di una grande saggezza, ma anche di un feroce genocidio fatto di battaglie, imboscate, promesse non mantenute, giuramenti infranti e patti traditi. Ho cominciato dalle donne (attenzione, squaw potrebbe essere considerato offensivo), con la lettura di due libri. Il primo è di Frank B. Linderman, Pretty Shield. La donna-medicina dei Crow, Il Punto d’Incontro, Vicenza 2009 (ed. or. 1932): una bella intervista a una guaritrice Crow che ci fa rivivere, nei suoi ricordi, la vita di una donna delle Grandi Pianure e la storia e le usanze del suo popolo. Il secondo libro, in forma di saggio, è un po’ meno avvincente, ma molto interessante: Peter Aleshire, Warrior Woman. Lozen, guerriera e sciamana apache, Il Punto d’Incontro, Vicenza 2010, e racconta la storia di una donna diversa: non solo sciamana, ma anche coraggiosa guerriera Apache al fianco di Geronimo, Cochise, e dell’amato fratello Victorio (a cui è dedicato un altro bel libro: Kathleen P. Chamberlain, Victorio. Capo e guerriero apache, Il Punto d’Incontro, Vicenza 2010). Dotata di grandi poteri, Lozen poteva sentire nelle sue mani la presenza del nemico. Molto intensi i brani relativi al rapporto degli Apache con i luoghi da cui vennero violentemente allontanati: “Un guerriero capiva la guerra, la vendetta e anche il senso di uccidere dieci nemici per ogni perdita subita. Un guerriero capiva l’importanza di instillare la paura nel nemico e di spezzare la sua volontà. Ma quella sembrava una maniera incomprensibile di fare la guerra, priva di onore e di rispetto. I bianchi avevano deportato persino i guerrieri che avevano lottato contro il loro stesso popolo. Possibile che i bianchi non capissero che deportare gli Apache era un modo per ucciderli, non nel corpo ma, peggio, nello spirito? Non sapevano che un popolo è adatto a un certo territorio, condotto alla saggezza da una certa disposizione delle montagne, da una certa curvatura di un fiume, da un certo stormire degli alberi e dai nomi di quei luoghi?” (pp. 274-275). Prossimo libro in programma (già lì che mi aspetta): Geronimo (Go-khlä-yeh), La mia storia. Autobiografia di un grande guerriero Apache, Bompiani, Milano 2000 (ma ci sono varie edizioni)”.

 

Remo Ceserani, comparatista, ne seleziona due: “Robert Penn Warren, Tutti gli uomini del re, 66thand2nd e Feltrinelli, Roma-Milano 2014. Ripescato un piccolo classico, pubblicato in America nel 1947 (premio Pulitzer), scritto da un noto poeta e critico, originario del Sud, membro di un importante movimento politico e letterario (i Southern Agrarians, il New Criticism). È l’unico romanzo scritto da Warren (che ha lasciato anche alcuni racconti, oltre le pregevoli poesie e le antologie per le scuole scritte insieme con Cleanth Brooks). Il romanzo racconta due storie, tutte e due in chiave amaramente distaccata: quella del narratore, un giornalista al servizio della politica, con il nome significativo Jack Burden, e quella dell’ascesa e della fine catastrofica del governatore di uno Stato del Sud. La decisione di riproporre questo romanzo in Italia è legata chiaramente alle discussioni sulle recenti fortune del populismo in Europa e in Italia.
John Lanchester, Pepys Road, Milano, Mondadori, Milano 2013. Resta di forte attualità il romanzo sul mondo della finanza e della crisi che ha travolto i paesi del capitalismo a partire dal 2008, scritto da John Lanchester, intitolato Capital nell’edizione inglese e Pepys Road nella traduzione italiana. Le Capital è anche il titolo, che riprende quello di Marx, del saggio di Thomas Piketty che ha fatto molto rumore quest’anno. Il titolo italiano del romanzo di Lanchester si riferisce a una via di Londra, che è, con i suoi abitanti, la protagonista del libro. Lanchester è un romanziere e giornalista che ha ricevuto parecchi premi e scrive spesso di argomenti finanziari sulla «London Review of Books», di cui è vicedirettore. Egli collabora anche regolarmente, oltre Atlantico, al «New Yorker» e tiene una rubrica mensile su «Esquire». Nato ad Amburgo, è cresciuto a Hong Kong, dove suo padre lavorava in una banca. A Londra è entrato nel mondo della carta stampata facendo il cronista sportivo, l’estensore di coccodrilli, il recensore di novità librarie e l’assegnatore di stelle di qualità ai ristoranti. Ha scritto, prima di Capital, altri tre romanzi e un saggio sulla crisi finanziaria globale: Whoops!: Why everyone owes everyone and no one can pay (2010, traduzione italiana parziale: Dalla bolla al crac, Roma, Fusi orari, 2008)”.

Leggi la prima parte dei consigli!

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