Sono alcune delle numerose, strabilianti interpretazioni di canti della Divina Commedia che hanno preso parte al premio di lettura dantesca La selva, il monte, le stelle, indetto da Loescher Editore e dall’Accademia della Crusca a partire dal marzo 2012. Un compito ambizioso e divertente, quello proposto agli studenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado: leggere o recitare, da soli o in gruppo, un intero canto della Commedia, e caricare il filmato su un apposito sito: www.loescher.it/dante.
Come nasce l’idea
L’idea è nata nel dicembre 2011, nel corso di un incontro fra la redazione della casa editrice e alcuni esponenti dell’Accademia della Crusca, e ha preso spunto da una splendida iniziativa organizzata nel 2010 dalla Real Academia Española: un progetto di resa integrale del Don Chisciotte di Cervantes, suddiviso in più di 2000 frammenti letti da altrettanti cittadini spagnoli. Il risultato è ora visibile al sito www.youtube.it/elquijote.
Sulla scorta di questo esempio di riappropriazione collettiva delle proprie radici letterarie, il professor Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca e nostro autore, lanciava scherzosamente l’idea di riscrivere la Costituzione italiana con l’aggiunta di un nuovo articolo: «Tutti i cittadini italiani hanno il diritto e il dovere di conoscere a memoria e fare propria almeno una terzina dantesca». Senza Dante non saremmo quello che siamo.
Dalla provocazione ha preso corpo il progetto, che si è andato chiarendo nelle sue linee fondamentali: quattro categorie in gara (singoli, gruppi, classi, scuole); il compito di proporre un canto in versione integrale; l’istituzione di una triplice giuria, costituita rispettivamente dalla giuria popolare, aperta a tutti, dalla redazione della casa editrice, e dall’Accademia della Crusca.
Dalle Alpi alle Piramidi…
E il premio è partito, nell’aprile 2012, grazie anche alla visibilità su La Ricerca, ad alcuni comunicati stampa e all’azione capillare degli agenti Loescher. Gli inizi sono un po’ in sordina, timidi e sporadici, ma i primi contributi mostrano già la straordinaria vivacità d’ingegno e d’immaginazione dei ragazzi, che via via si rivelerà cifra essenziale dell’intero progetto. Arriva il video di D., precisa e impeccabile, una delle più giovani partecipanti al premio. Arriva Jacopo, che con disinvoltura veste da solo i panni di tutti i personaggi di Inferno X, e che vince il premio nella categoria “singoli”. Arriva il gruppo ASAI di Torino, colorato doposcuola di ragazzi di tutte le etnie, alcuni di recente immigrazione, che sfidano con un sorriso l’italiano difficile delle terzine dantesche. La II B della scuola media Mazzini di Roma, nel frattempo, mette in scena il canto V dell’Inferno con Paolo e Francesca in versione Playmobil, su un realistico scenario di rocce e di fuoco.
Con l’autunno la partecipazione si fa intensa, e non mancano le sorprese.
Dal Cairo la professoressa Lucia, torinese che insegna italiano all’università, ci scrive:
Quest’iniziativa ha suscitato grande entusiasmo anche tra studenti poco più che principianti [nella padronanza dell’italiano], che da questa esperienza hanno tratto, oltre alla conoscenza di Dante, una bella iniezione di autostima, interesse per la recitazione e il teatro, curiosità per argomenti, temi e cultura che prima parevano inaccessibili e privi di ogni attrattiva, e la conoscenza di luoghi della città che non avevano mai visto. Ho fatto leggere i versi di Caronte vicino alle feluche sul Nilo, scegliendo la porta monumentale della moschea di Tulun per a fare da sfondo alla porta dell’Inferno e il palazzo dell’Opera per molti altri versi. Molte ragazze non avevano mai messo piede in queste zone della città.
Ho iniziato la lettura del canto III in luglio, con studenti alla fine del primo anno. Incredibile come, spontaneamente, abbiano subito espresso giudizi e commenti sui personaggi («Caronte mi piace perché è aggressivo come me»; «credevo che dante fosse difficile e invece ora trovo che mi piace e capisco bene tutto»…).
Il nostro Dante: interpretazioni e scenari
Si moltiplicano le interpretazioni, soprattutto di dannati, spesso tormentati tra le mura delle scuole, e di anime purgatoriali, più eteree, sospiranti, sospese tra colpa e redenzione. Solo una classe, la V D di Casalecchio di Reno (BO), accetta la sfida dell’ineffabilità, cimentandosi nella recitazione di un canto del Paradiso – proprio del canto finale.
Qualcuno sceglie un contesto essenziale, minimalista. A Federica, ad esempio, per incantarci e farci venire desiderio di ascoltarla di nuovo e poi ancora bastano una camicia bianca, un calamaio antico e il suo talento, davvero straordinario. La III C della scuola media Sacro Cuore di Modena ha lavorato con cura sulla lettura espressiva, e si vede: tutti leggono dai loro banchi, in piedi – compreso Ulisse, che nel lanciare il suo monito, «Considerate la vostra semenza …», ha l’energia e il trasporto di un Benigni alle medie.
Qualcuno recita Dante dai palchi di teatri scolastici o cittadini. La II B del liceo classico di Gela (PA) stupisce per la cura quasi professionale di scenografie, suoni e luci. Il gruppo dell’istituto Don Bosco di Legnago (VR), invece, tra i vincitori del premio, sceglie le marionette.
Spesso le scuole diventano esse stesse uno scenario dantesco, e la Commedia si fa esperienza viva, legata alla quotidianità degli adolescenti. Le ragazze dell’Istituto Ladino di Fassa, con il loro canto soave, si muovono tra i volumi della biblioteca; i ragazzi della II D della scuola media Fusinato di Schio (VI) propongono un intreccio felice di sogno e realtà, che inizia tra i banchi allineati della loro aula.
Altri cercano all’aperto l’ambientazione giusta. La II D del liceo classico Lussana di Bergamo riproduce mirabilmente la selva dei suicidi, inquietante e tetra, in un parco cittadino. C’è la Genova dei vicoli e di De Andrè nel video della IV F del liceo classico Andrea D’Oria; c’è un’Arezzo medievale, silenziosa e deserta, a far da sfondo al canto dei ragazzi della II A del liceo musicale. E c’è lo sdegno graffiante della Taranto di oggi, la sofferenza di una città che si sente al tempo stesso inferno e bellezza, nel lavoro della III H del liceo Aristosseno, che ha trasposto Inferno III nella vicenda dell’Ilva. Quasi 1500 visite su YouTube per questo video attualissimo, che si chiude con le parole di Voltaire: «Ai vivi si deve del rispetto, ai morti non si deve altro che la verità».
Verso la premiazione
Piccoli, grandi, ironici e leggeri o serissimi e compresi, talvolta timidi, sempre pronti a mettersi in gioco, se serve anche a cantare e a ballare: sono questi i ragazzi del premio dantesco. Dietro di loro, il lavoro spesso invisibile degli insegnanti, di quanti li hanno preparati e seguiti, anche nei più piccoli dettagli. Molti pronti a fare gli ultimi ritocchi al lavoro proprio nei giorni delle vacanze pasquali, nell’imminenza della consegna del materiale: sabato, domenica, e lunedì di Pasquetta erano in tanti, dalle loro case, a contattare la Casa editrice.
Scuola delle competenze? Scuola digitale? Forse è proprio questa. A metterla in gioco, a sprigionarne la prodigiosa energia, è stato Dante. Nientemeno che il nostro Poeta.
I nomi dei vincitori sono pubblicati su dante.loescher.it. La premiazione avverrà al Salone Internazionale del Libro (Bookstock Village, Padiglione 5 – dedicato ai ragazzi e alle scuole), il 17 maggio alle h.16.30.