L’editoria indipendente in Italia? Un (ex) Macello.

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Lo scorso maggio si erano dati un nome, Macao, e avevano occupato la Torre Galfa di Milano per sostenere l’idea che la cultura debba essere considerata un bene comune. Da lì erano stati sgomberati. Che fine hanno fatto?

Lo scorso maggio si erano dati un nome, Macao, e avevano occupato la Torre Galfa di Milano per sostenere l’idea che la cultura debba essere considerata un bene comune. Da lì erano stati sgomberati. Che fine hanno fatto? Si sono dati da fare: hanno occupato un altro palazzo storico, Palazzo Citterio, un edificio del Settecento abbandonato da 40 anni. Anche da lì sono stati cacciati. Dal 16 giugno occupano l’ex Macello comunale di Viale Molise, una palazzina liberty inutilizzata da anni e coinvolta in un progetto di riqualificazione mai realizzato. Il risultato: una sala cinema e teatro, uno spazio biblioteca che conta circa 2.000 volumi donati e un grande salone centrale multi-funzione.

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Molte le critiche che Macao si è attirato in questo suo primo anno di vita: il rifiuto di dialogare con la giunta comunale (che aveva messo a disposizione gli spazi dell’ex Ansaldo), una retorica politica un po’ “fumosa” che altro non fa che rinsaldare le fila di chi è già convinto della validità del progetto e la tendenza a politicizzare le attività culturali promosse.
Una rapida occhiata al calendario di Macao dimostra però che il collettivo è vivo e vegeto e organizza eventi culturali tutt’altro che elitari. Ne è una prova (In)edito, il festival dell’editoria indipendente che si è appena concluso.

macao_inPer tre giorni, da 14 al 16 giugno, oltre 20 case editrici hanno esposto i loro stand. In contemporanea presentazioni di libri, mostre, reading musicali, workshop e dibattiti. L’idea di fondo: articolare un discorso sull’editoria che metta in dialogo non solo gli addetti ai lavori, ma anche tutti coloro che di libri si interessano per passione. Si è parlato del rapporto tra editoria e tecnologia in relazione ai nuovi strumenti che stanno prendendo piede sul mercato e nella nostra vita quotidiana (e-book, kindle, vendita on-line); delle forme di lavoro nel mercato dell’editoria, svelando le ombre di un mondo sconosciuto a tanti lettori. E infine del mestiere dell’editore: quale impatto hanno le scelte editoriali sull’offerta culturale e sulla creazione di immaginari, come la passione per le idee può declinarsi senza per forza arrendersi alle logiche stringenti del mercato.
Non un festival sul libro come tanti, dunque, ma un piccolo esperimento di creazione di una rete tra i soggetti che compongono la filiera del libro, come testimonia la locandina dell’evento: una tessitura complessa e colorata.

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