Le responsabilità dei consulenti scolastici

Tempo di lettura stimato: 17 minuti
Riportiamo le linee guida dell’ASCA, l’organizzazione che rappresenta i counselor scolastici negli Stati Uniti, che evidenziano la complessità delle funzioni di questa figura professionale, in particolare per quanto riguarda l’inclusione e la giustizia sociale nella comunità scolastica. Dal Dossier del numero 26, “Il senso dell’orientamento”
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Nell’esercizio delle loro funzioni, i consulenti scolastici devono:

  1. Fornire un programma di consulenza scolastica che tenga conto delle differenze culturali, etniche, linguistiche e socio-economiche degli studenti, in modo da promuovere lo sviluppo accademico, professionale e sociale/emotivo di tutti.
  2. Collaborare con tutti i soggetti coinvolti nel contesto scolastico (genitori, studenti e comunità) per garantire miglioramenti equi e vantaggiosi per tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro provenienza, background o abilità. Si tratta di creare un ambiente inclusivo in cui ogni alunno abbia l’opportunità di raggiungere il suo pieno potenziale.
  3. Utilizzare strumenti di raccolta dei dati aderenti agli standard di riservatezza.
  4. Analizzare e utilizzare i dati raccolti dalla scuola e relativi agli studenti per valutare e rispondere ai loro bisogni. Ciò significa individuare sia i punti di forza degli studenti, sia le disparità che possono sorgere in base a fattori come genere, etnia, status socioeconomico, disabilità e altri fattori rilevanti.
  5. Offrire interventi basati sulla ricerca e che mirino a colmare le lacune riscontrate in diversi aspetti dell’esperienza educativa degli studenti, come i risultati scolastici, l’apprendimento, la partecipazione, il comportamento, l’utilizzo delle risorse disponibili e le opportunità di crescita.

Pianificazione scolastica, professionale e socio-emotiva

  1. Lavorare insieme a diversi stakeholder (genitori, studenti, istituzioni educative, aziende e altre organizzazioni) per sviluppare un ambiente scolastico e comunitario che promuova e supporti la vita dopo la scuola secondaria.
  2. Fornire e promuovere attivamente la consapevolezza, l’esplorazione e la pianificazione del percorso post-secondario per tutti gli studenti, sondando una vasta gamma di opzioni di carriera e post-secondarie, che possono includere, ma non sono limitate a, college/università, istruzione tecnica e professionale, carriere militari o l’ingresso nel mondo del lavoro.
  3. Individuare e analizzare le disparità nell’accesso all’istruzione universitaria e alle opportunità di carriera e affrontare sia i pregiudizi intenzionali sia quelli non intenzionali che possono influenzare il processo di consulenza post-secondaria e professionale. Ciò include esaminare criticamente i modelli di consulenza che si mettono in atto e assicurarsi che siano equi e inclusivi, evitando discriminazioni basate su caratteristiche personali come etnia, genere, status socioeconomico o abilità.
  4. Incoraggiare gli studenti a sviluppare un atteggiamento positivo nei confronti dell’apprendimento, spronandoli a essere motivati, impegnati e ottimisti riguardo alle sfide e alle opportunità che incontrano. È importante far capire loro che l’apprendimento continuo è una parte essenziale del successo professionale a lungo termine.
  5. Riconoscere e affrontare i propri pregiudizi personali che potrebbero influenzare il modo in cui gli studenti vengono consigliati nelle loro scelte post-secondarie. Ad esempio, potrebbero essere all’opera pregiudizi inconsci riguardo al valore o al prestigio delle diverse opzioni di istruzione post-secondaria, come preferire il percorso universitario rispetto a una formazione tecnica o professionale.
  6. Affrontare le politiche e le pratiche sistemiche all’interno del sistema educativo che possono essere ingiuste o che possono creare disparità nelle scelte post-secondarie degli studenti. Ad esempio, potrebbero esservi politiche che favoriscono in modo sistematico alcune opzioni educative rispetto ad altre.

Sostenere relazioni sane e gestire i confini

  1. Assumere ruoli professionali e stabilire relazioni con gli studenti e le parti interessate (genitori, colleghi, membri della comunità) che siano focalizzati sulla promozione del benessere e del successo degli studenti.
  2. Riconoscere che per stabilire una credibilità e un rapporto efficace con alcuni studenti e le parti interessate, può essere necessario andare oltre il contesto scolastico tradizionale. Ciò può includere il partecipare ad eventi, organizzazioni o iniziative tese a migliorare attivamente la comunità locale.
  3. Prendere in considerazione attentamente i possibili rischi e benefici prima di ampliare le relazioni al di fuori dell’edificio scolastico e dell’orario scolastico. Partecipare a attività extrascolastiche fuori sede, come celebrazioni in onore degli studenti, visite in ospedale o funerali, può offrire una buona opportunità di mostrare connessione e supporto verso gli studenti e le loro famiglie. Tuttavia, è importante valutare attentamente i potenziali rischi associati a queste interazioni (problemi di sicurezza, confidenzialità delle informazioni personali o possibili implicazioni legali).
  4. Registrare e documentare in modo accurato la natura delle estensioni delle relazioni che si sviluppano al di fuori dell’ambiente scolastico tradizionale. Questa documentazione dovrebbe includere la ragione per cui l’estensione della relazione è stata considerata appropriata, i potenziali benefici previsti per lo studente e per il consulente scolastico, nonché le possibili conseguenze o i rischi associati.
  5. Adottare azioni concrete per eliminare o ridurre qualsiasi potenziale danno che potrebbe derivare da relazioni o interazioni con gli studenti e le parti interessate. Queste azioni possono includere l’implementazione di misure di salvaguardia come il consenso informato, la consultazione con colleghi o supervisori, la supervisione delle interazioni e la documentazione accurata di tali relazioni. Ad esempio, prima di stabilire un rapporto o un’interazione con uno studente al di fuori dell’ambiente scolastico, potrebbe essere richiesto il consenso informato da parte dei genitori o dell’autorità competente.
  6. Adottare misure preventive per evitare possibili danni agli studenti e alle parti interessate quando il giudizio del consulente scolastico potrebbe essere influenzato da relazioni personali o da vincoli familiari, come nel caso di familiari o figli di amici intimi. Ad esempio, se un consulente scolastico ha una relazione personale con uno studente o con una parte interessata che potrebbe compromettere il suo giudizio oggettivo, potrebbe essere necessario indirizzare lo studente verso un altro professionista o una risorsa alternativa.
  7. Aderire alle politiche e alle linee guida legali, etiche, distrettuali e scolastiche relative ai rapporti con gli studenti e le parti interessate.
  8. Astenersi dall’uso di social media, account ed e-mail personali per interagire con gli studenti a meno di non essere autorizzati dal distretto scolastico.
  9. Evitare di assumere ruoli o di stabilire relazioni che possano essere considerati inappropriati all’interno del contesto della consulenza scolastica. Ad esempio, evitare di impartire disciplina diretta agli studenti, in quanto questo ruolo spetta generalmente agli amministratori o al personale designato per tale compito. Evitare di insegnare corsi in cui gli studenti sono soggetti a valutazione da parte del consulente scolastico, poiché ciò potrebbe compromettere l’oggettività e la neutralità del consulente nel fornire supporto agli studenti. Infine, è necessario evitare di accettare compiti amministrativi in assenza di un amministratore, poiché ciò potrebbe creare confusione nei ruoli e nelle responsabilità all’interno della scuola.
  10. Fare attenzione a non favorire un conflitto di interessi attraverso un’autopromozione che potrebbe portare a vantaggi personali o finanziari per il consulente scolastico. Ad esempio, pubblicizzare i propri prodotti o servizi potrebbe mettere in discussione l’obiettività e l’integrità del consulente e potrebbe essere interpretato come un tentativo di trarre vantaggio finanziario o personale dalla posizione professionale.

 

Collaborazioni, patrocini e rinvii appropriati

 

  1. Lavorare insieme a tutte le persone coinvolte nel benessere e nell’educazione degli studenti (studenti, docenti/personale scolastico e genitori/tutori) quando si presentano situazioni in cui gli studenti necessitano di assistenza, anche quando si notano i primi segnali di disagio.
  2. Fornire agli studenti e ai genitori/tutori una lista di agenzie e di risorse esterne alla scuola in caso ci fosse bisogno di ulteriore supporto. I consulenti scolastici devono proporre una gamma diversificata di opzioni di riferimento senza favorire o promuovere una specifica agenzia o risorsa. L’elenco delle opzioni di riferimento è solitamente controllato o approvato dal distretto scolastico e include informazioni su servizi come consulenti psicologici, terapisti, gruppi di supporto, centri di salute mentale, servizi sociali, organizzazioni senza scopo di lucro, ecc.

Inoltre, i consulenti scolastici devono comunicare ai genitori/tutori l’importanza di effettuare ricerche autonome sulle competenze ed esperienze dei professionisti esterni per garantire che le loro decisioni siano informate e basate su informazioni accurate.

  1. Assicurarsi di mantenere una conoscenza aggiornata sulle leggi statali e sulle politiche distrettuali locali relative agli studenti con bisogni speciali.
  2. Creare un piano dettagliato per garantire una transizione fluida dei servizi di consulenza primaria in modo che vi sia una interruzione minima dei servizi per gli studenti. Il piano dovrebbe essere progettato per garantire che i ragazzi ricevano un supporto continuo e adeguato durante il processo di transizione, sia che si tratti di passare da un consulente scolastico a un altro o di trasferirsi a servizi di consulenza esterni.

Gli studenti hanno il diritto di scegliere se continuare a ricevere servizi di consulenza o se interromperli. Occorre rispettare la volontà degli studenti e delle loro famiglie nel processo decisionale riguardo alla continuazione o alla cessazione dei servizi di consulenza, assicurandosi che vengano forniti altri supporti adeguati, se necessario.

  1. Evitare di indirizzare gli studenti basandosi esclusivamente sulle loro convinzioni personali o valori culturali, religiosi, etnici o individuali. È cruciale mantenere il massimo rispetto verso le identità culturali e le visioni del mondo degli studenti, evitando di imporre i propri valori o credenze personali. I consulenti scolastici devono essere consapevoli dei loro valori e delle loro convinzioni, e quando tali valori possono essere discriminatori, per esempio rispetto all’orientamento sessuale, identità di genere, espressione di genere, diritti riproduttivi, etnia, religione o abilità, sono tenuti a intraprendere una ulteriore formazione e una supervisione per affrontare tali questioni in modo appropriato e non discriminatorio.
  2. Cercare di creare un rapporto collaborativo con i fornitori di servizi esterni (terapisti, medici, assistenti sociali, tutor o altri esperti) al fine di fornire il miglior supporto possibile agli alunni. Prima di iniziare qualsiasi forma di collaborazione con questi professionisti, è importante ottenere il consenso informato attraverso una liberatoria firmata dallo studente stesso e/o dai genitori/tutori, a seconda dell’età e della situazione specifica.
  3. Dotare i fornitori di servizi interni ed esterni di dati accurati e significativi per valutare, consigliare e assistere adeguatamente gli studenti.
  4. Garantire che non ci sia un conflitto di interessi: se lavorano anche in uno studio di consulenza privato, i consulenti scolastici non dovrebbero indirizzare o accettare alcuna consulenza per uno studente della loro scuola.

Situazioni di grave e prevedibile danno a sé stessi o agli altri

  1. Informare genitori/tutori e amministrazione scolastica se uno studente presenta un rischio grave e prevedibile di danno a sé o agli altri. Questo avviene dopo un’attenta valutazione e consultazione con altri professionisti, garantendo che siano coinvolti i necessari servizi di supporto e assistenza.
  2. Valutare il rischio di suicidio. Anche se la valutazione rivela un rischio basso, è importante comunicare ai genitori/tutori la necessità di un intervento, evitando di negare il potenziale rischio.
  3. Collaborare con l’amministrazione scolastica per garantire che lo studente riceva supervisione e supporto adeguati. Se i genitori/tutori non forniscono il supporto necessario, il consulente deve adottare misure che includono la segnalazione ai servizi di protezione dell’infanzia, se necessario.
  4. Fornire risorse per la salute mentale che tengano conto della diversità culturale degli studenti e delle loro famiglie, garantendo che siano accessibili e pertinenti alle loro esigenze.
  5. Segnalare all’amministrazione e/o alle autorità competenti le minacce al benessere fisico o mentale fatte verso un altro studente, come abusi verbali o fisici, violenza sessuale, bullismo o molestie, seguendo le leggi federali e statali applicabili e la politica scolastica e distrettuale.

Popolazioni marginalizzate

  1. Creare un ambiente scolastico inclusivo, sicuro, equo e positivo, in cui tutti i membri della comunità dimostrino rispetto e accettazione reciproca.
  2. Identificare e sostenere le risorse necessarie per ottimizzare le opportunità di sviluppo accademico, professionale e sociale/emotivo delle popolazioni marginalizzate.
  3. Collaborare con i genitori/tutori, quando appropriato, cercando di stabilire una comunicazione bidirezionale coerente e costruttiva nella lingua che questi preferiscono.
  4. Difendere il diritto di tutti gli studenti ad essere trattati in modo rispettoso e libero da discriminazioni basate sulla loro identità ed espressione.
  5. Sostenere il diritto di tutti gli studenti ad avere accesso a un’istruzione pubblica gratuita e adeguata senza essere stigmatizzati o isolati in base a diversi fattori.
  6. Sostenere attivamente i cambiamenti sistemici necessari per garantire una partecipazione equa e risultati equi nei programmi educativi, riducendo le disuguaglianze esistenti.
  7. Riconoscere e fornire sostegno agli studenti con disabilità, rilevandone sia i punti di forza sia le difficoltà.

Bullismo, molestie, discriminazione, pregiudizi e odio

  1. Riconoscere che il bullismo, la discriminazione, i pregiudizi e gli episodi di odio radicati nel genere, nell’orientamento sessuale e nell’etnia costituiscono violazioni della legge federale e di molte leggi statali e locali, oltre che delle politiche scolastiche distrettuali.
  2. Sostenere lo sviluppo di politiche, protocolli e programmi di formazione a livello scolastico per rispondere in modo efficace agli episodi di bullismo, molestie e pregiudizi. Questi sforzi dovrebbero essere centrati sulla promozione della sicurezza degli studenti, sulla creazione di un senso di appartenenza per tutti gli individui nella comunità scolastica e sull’assicurarsi che vi sia giustizia per coloro che sono stati vittime di comportamenti negativi.
  3. Garantire che gli studenti e la comunità abbiano a disposizione strumenti che siano facilmente accessibili e efficaci per segnalare episodi di bullismo, odio o pregiudizio, ad esempio, linee telefoniche di assistenza, moduli online per le segnalazioni, scatole di segnalazione anonime o altre forme di comunicazione.
  4. Segnalare tutti gli episodi di bullismo, violenza sessuale o molestie all’amministrazione scolastica. Tali comportamenti possono violare leggi federali come il Titolo IX degli emendamenti sull’istruzione del 1972, che proibisce la discriminazione basata sul genere nelle scuole che ricevono fondi federali.
  5. Essere consapevoli del fatto che gli episodi di pregiudizio possono avere effetti molto negativi non solo sugli studenti, ma sull’ambiente scolastico nel suo complesso, creando disagio e tensioni di vario tipo.
  6. Collaborare attivamente con i team amministrativi per garantire che siano prese misure appropriate in seguito a un episodio di odio o pregiudizio, come la discriminazione o l’incitamento all’odio. Queste azioni possono includere: garantire la sicurezza degli studenti coinvolti, adottando misure per prevenire ulteriori episodi di violenza o discriminazione; fornire sostegno agli studenti presi di mira, offrendo un supporto emotivo e pratico per aiutarli a gestire le conseguenze dell’episodio; facilitare una comunicazione efficace tra gli studenti, il personale e i genitori, assicurandosi che siano informati in modo chiaro e tempestivo sugli sviluppi relativi all’incidente; fornire istruzione agli studenti e al personale sulla natura del pregiudizio, sull’importanza della diversità e dell’inclusione e su come contrastare l’odio e la discriminazione; collegare gli studenti alle risorse disponibili, come servizi di consulenza o organizzazioni comunitarie che possono offrire ulteriore supporto e assistenza; promuovere la guarigione e il recupero all’interno della comunità scolastica, lavorando per ripristinare un clima di sicurezza, rispetto reciproco e accettazione.
  7. Sostenere le vittime coinvolte, fornendo loro il sostegno necessario per affrontare l’esperienza traumatica e promuovendone la crescita personale. Allo stesso tempo, è importante fornire strumenti per la responsabilità e il cambiamento ai perpetratori dell’episodio, incoraggiandoli a riflettere sulle loro azioni, assumersi la responsabilità per esse e impegnarsi in pratiche riparative per correggere il danno causato alla comunità scolastica.

Abusi su minori 

  1. Segnalare alle autorità competenti, come richiesto dallo Stato, tutti i casi sospetti di abuso e abbandono di minori, tenendo presente che non è necessario avere prove concrete di abuso o abbandono per segnalare un caso alle autorità. Basta avere un ragionevole sospetto, anche se non c’è certezza assoluta. Per via della loro posizione privilegiata nel sistema educativo e della loro prossimità ai minori, i consulenti scolastici sono soggetti a norme più rigide o aspettative più alte rispetto ad altri professionisti riguardo al dovere di segnalare sospetti di abuso o abbandono.
  2. Aggiornare continuamente le competenze necessarie per riconoscere i segni di abuso e di abbandono sui minori, siano essi fisici, emotivi o comportamentali, e per identificare a chi segnalare tali sospetti (autorità locali, servizi sociali, polizia, agenzie specializzate nella protezione dei minori).
  3. Prendere misure appropriate e proporzionate per proteggere la privacy degli studenti coinvolti, assicurandosi che le informazioni sensibili siano accessibili solo a coloro che sono autorizzati e che hanno un legittimo bisogno di conoscerle per affrontare il caso in modo adeguato.
  4. Essere a conoscenza delle leggi locali o statali che regolamentano la segnalazione di abusi e negligenze sui minori. Occorre inoltre essere a conoscenza delle procedure interne della scuola o del distretto scolastico per gestire tali segnalazioni in conformità con la legge.
  5. Mettere in contatto gli studenti che hanno subito abusi sia con i servizi forniti dal distretto scolastico (consulenti scolastici, psicologi, assistenti sociali o programmi di supporto specifici per studenti vittime di abusi) sia con le varie agenzie e associazioni della comunità che si occupano del problema (centri di assistenza per le vittime di violenza domestica, servizi di assistenza sociale ecc.).

Valutazione e interpretazione

  1. Utilizzare strumenti di valutazione che siano stati sviluppati e validati in modo accurato e che abbiano dimostrato di misurare in modo attendibile ciò che si propongono di misurare. I test devono essere basati sulla ricerca, ossia supportati da prove empiriche e da ricerche scientifiche che dimostrino la loro efficacia nel misurare le abilità o i risultati di apprendimento degli studenti. Devono inoltre essere privi di elementi che potrebbero discriminare o penalizzare gli alunni appartenenti a determinati gruppi culturali o etnici. Devono essere somministrati nella lingua madre o nella lingua preferita degli studenti, in modo che possano esprimere appieno le proprie conoscenze e abilità senza essere penalizzati dalla barriera linguistica.
  2. Seguire rigorosamente le linee guida e le normative professionali stabilite per l’uso degli strumenti di valutazione. Questi standard possono riguardare aspetti etici, legali, tecnici e metodologici. In particolare i consulenti devono limitare la loro scelta agli strumenti di valutazione che sono pertinenti e rilevanti per la loro area di competenza e per le necessità degli studenti che assistono. Devono essere autorizzati o abilitati a utilizzare gli strumenti di valutazione, avere le certificazioni necessarie ed essere competenti nell’applicarli correttamente.
  3. Rispettare le normative sulla privacy quando utilizzano strumenti e programmi di valutazione, sia che siano in formato cartaceo che elettronico.
  4. Considerare diversi fattori, tra cui l’età dello studente, le sue abilità linguistiche, la lingua parlata a casa e il livello di competenza, al fine di determinare se una valutazione è adeguata.
  5. Utilizzare una combinazione di dati quantitativi e qualitativi per fornire una comprensione completa e accurata delle esigenze e delle prestazioni degli studenti, così da promuovere il loro benessere complessivo.
  6. Fornire un’interpretazione, nella lingua preferita dello studente, della natura, dello scopo, dei risultati e del potenziale impatto delle misure di valutazione in termini comprensibili agli studenti e ai genitori/tutori.
  7. Monitorare l’utilizzo dei risultati della valutazione e dell’interpretazione e adottare misure per prevenire l’abuso o l’utilizzo improprio delle informazioni raccolte.
  8. Usare cautela quando si selezionano o si utilizzano tecniche di valutazione, si effettuano valutazioni e si interpreta la performance di popolazioni non rappresentate nel gruppo di riferimento su cui è standardizzato uno strumento di valutazione. Questo perché le caratteristiche e le esperienze delle popolazioni non rappresentate potrebbero differire da quelle del gruppo di riferimento, influenzando di conseguenza la validità e l’affidabilità delle valutazioni.

Cittadinanza tecnica e digitale

  1. Sostenere un accesso equo alla tecnologia per tutti gli studenti: questo implica garantire che tutti gli studenti abbiano la possibilità di accedere alle risorse tecnologiche necessarie per il loro apprendimento, come l’accesso a dispositivi quali computer, tablet e connessione a internet, nonché a software e piattaforme online pertinenti al loro percorso educativo.
  2. Scegliere attentamente le risorse digitali che rispettano la diversità culturale degli studenti e che sono in grado di offrire un supporto significativo al loro sviluppo in vari ambiti, come quello scolastico, professionale e sociale/emotivo.
  3. Adottare misure adeguate e ragionevoli per mantenere la riservatezza delle informazioni sugli studenti e dei documenti didattici archiviati o trasmessi attraverso l’uso di computer e altre tecnologie elettroniche.
  4. Educare sia gli studenti sia le loro famiglie all’uso responsabile della tecnologia, compresi gli aspetti legati alla sicurezza e alla privacy online.
  5. Educare gli studenti agli aspetti positivi delle tecnologie appropriate, e allo stesso tempo informarli sui limiti, in modo da favorire un uso consapevole e responsabile della tecnologia.
  6. Utilizzare canali di comunicazione che sono stati approvati dalla scuola per comunicare con gli studenti, mantenendo confini chiari e sani nelle interazioni, ed educando gli studenti all’importanza di rispettare i confini appropriati nelle comunicazioni.

Tratto da: ASCA, Ethical Standards for School Counselors, consultabile alla pagina https://www.schoolcounselor.org/getmedia/44f30280-ffe8-4b41-9ad8-f15909c3d164/EthicalStandards.pdf.

Traduzione di Francesca Nicola.

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