Palazzo Reale, a Milano, propone due rassegne davvero importanti, che hanno già avuto grande rilievo sia sulla stampa generalista sia su quella specializzata.
Si tratta anzitutto della grande mostra (aperta fino al 5 giugno) Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra, a cura di Fernando Mazzocca, Claudia Zevi e Michel Draguet, già visitata da molti milanesi, forse stregati dai manifesti con il celebre quadro Caresses (1896) del simbolista belga Fernand Khnopff, dove un giovane efebico è accarezzato da un’enigmatica donna-ghepardo. Si tratta di un evento di assoluto rilievo internazionale, dove i capolavori del Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles (e non solo) “dialogano” a breve distanza con il ciclo pittorico di Giulio Aristide Sartorio realizzato per la Biennale del 1907, relativo al “poema della vita umana”: davvero imperdibile.
Non è però da meno – a giudicare da rumors e anticipazioni – anche Boccioni 100 (1882-1916): genio e memoria, iniziativa a cura di Francesca Rossi con Agostino Contò, che aprirà il prossimo 23 marzo, e che è davvero molto attesa: con essa si ricordano infatti i 100 anni della morte del geniale pittore-soldato futurista, caduto nella Grande Guerra, dove andò come volontario “spronato” da Filippo Tommaso Marinetti.
Personalmente, inoltre, non perderei a Milano, nello spazio privato della Galleria Manzoni (sita nell’omonima e centralissima via) una rassegna delle opere di un protagonista della pittura italiana dell’Ottocento, il grande paesaggista Mose Bianchi: proprio a lui è dedicata fino al 26 giugno la mostra Mose Bianchi. La Milano scomparsa, curata da Enzo Savoia e Francesco Luigi Maspes.
Ma la Lombardia non è solo Milano, e sono molte le iniziative culturali proposte da altre città lombarde. Ne citerò comunque soltanto tre e ciò – meglio confessarlo apertamente – perché più sono le più conformi al mio gusto!
La prima è una rassegna visitabile alle Scuderie del Castello di Pavia, e si intitola Tranquillo Cremona e la Scapigliatura: è nata da un progetto ideato, prodotto e organizzato da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia, con la curatela di Simona Bartolena e Susanna Zatti. Vi sono esposti fino al 5 giugno, oltre a quelli del grande Tranquillo Cremona (un po’ un caposcuola controvoglia), anche quadri di altri scapigliati, e tra questi quelli di Daniele Ranzoni e Luigi Conconi (il mio preferito, lo ammetto!): musica per le orecchie (e per gli occhi) degli amanti del secondo Ottocento!
La seconda iniziativa è a Lecco, al Palazzo delle Paure (fino al 3 aprile), e si intitola Natura e città. Morandi, Morlotti, e il paesaggio italiano tra le due guerre. Si tratta di una mostra curata da Francesco Guzzetti, la quale propone, oltre alle opere dei Maestri menzionati nel titolo, dipinti di altri “mostri sacri” come Carrà, De Pisis, Mafai, Rosai, Sironi e Boccioni. Niente male, no?
Il terzo evento è a Monza, al palazzo dell’Arengario (fino al 3 luglio), e lo menziono per ultimo perché si tratta di una mostra fotografica e non pittorica. Ma non è certo una mostra qualunque, perché ci propone 80 scatti (alcuni dei quali mai visti in Italia) del grande Robert Doisneau, dal titolo Le merveilleux quotidien. Le splendide fotografie in bianco e nero di Doisneau – Bacio compreso – ci raccontano una Parigi in fermento fatta di attimi ordinari, di gesti della vita compiuti con semplicità e autenticità, che destano però in noi spettatori una ripetuta meraviglia: da qui l’azzeccatissimo titolo.
Spero di avere, con queste mie suggestioni, suscitato qualche appetito culturale; chiedo inoltre scusa ai lettori (ma anche agli organizzatori degli eventi) per le omissioni di altre mostre, senz’altro meritevoli anch’esse di attenzione, ma non intercettate dalle “antenne” dello scrivente. D’altronde, già l’ho anticipato: il “filo conduttore” di queste mie parole è stato solo il gusto di chi vi scrive, un antichista innamorato però della pittura dell’Ottocento e del primo Novecento, e, da sempre, estasiato dalle “meraviglie” di Parigi.