La zona d’interesse

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Dopo aver ottenuto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2023 e 5 candidature ai Premi Oscar 2024, arriva al cinema “La zona d’interesse”, uno dei film più attesi della stagione.
La locandina de La zona d’interesse.

Regista di videoclip musicali e di cortometraggi, dopo aver firmato Birth – Io sono Sean (2004) e Under the Skin (2013), Jonathan Glazer ha realizzato un’opera che affronta il tema della Shoah da un punto di vista insolito. La gran parte dei film sui campi di concentramento e sullo sterminio degli ebrei sposano una narrazione storica e una drammaturgia classica, che coinvolge lo spettatore raccontando le vicende personali e la tragedia di un popolo. La spietata ideologia nazista viene descritta nella sua feroce e violenta organizzazione militare, contrapposta al dramma delle vittime della persecuzione e dello sterminio causato del delirio antisemita. Jonathan Glazer, invece, ne La zona di interesse decide di concentrare la sua attenzione sulla vita quotidiana di Rudolf Höss durante il periodo in cui era comandante del campo di concentramento di Auschwitz.

Entrato nel Partito Nazionalsocialista nel 1922, nel 1933 Höss iniziò la sua carriera militale nelle SS occupandosi fin dall’inizio dell’organizzazione dei campi di concentramento. Dal 1935 al 1938 è stato tra i responsabili del campo di Dachau, in seguito fu trasferito a Sachsenhausen e dal 1940 al 1943 ricoprì la carica di Comandante di Auschwitz. Insieme ad Adolf Eichmann svolse un ruolo di primo piano nella pianificazione della deportazione e del genocidio degli ebrei. Arrestato al termine della Seconda guerra mondiale dopo un tentativo di fuga sotto falso nome, venne processato a Norimberga e Varsavia per crimini di guerra e condannato a morte.

Il film racconta l’apparente normalità della vita di Rudolf Höss insieme alla moglie e ai figli in una casa con giardino e piscina situata al confine con il muro del campo di concentramento di Auschwitz. Un quadro di una famiglia borghese che conduce un’esistenza tranquilla e serena occupandosi delle vicende quotidiane. L’aspetto inquietante e orribile della situazione è che a pochi metri dalla bucolica vita di campagna della famiglia Höss si stava svolgendo una delle più grandi tragedie dei nostri tempi.  Il campo di concentramento resta sullo sfondo della vicenda, come un cupo spettro che rende straniante e assurdo ogni momento di un’esistenza che scorre parallela allo sterminio. Proprio questa assoluta normalità del male, l’indifferenza e la freddezza glaciale con cui si può continuare a vivere senza alcun turbamento è l’aspetto più disturbante del film. L’algida impermeabilità di fronte alla morte rende ogni normale gesto quotidiano disumano. La regia, asettica e lineare, sottolinea l’atmosfera raggelante della messa in scena, che assume i contorni di una macabra rappresentazione dai contorni irreali. Solo i rumori e le urla provenienti dal campo di concentramento, il fumo funereo che sale in cielo e le lontane immagini di treni irrompono come elementi di disturbo, che ricordano l’orrore rimosso dalla vita quotidiana della famiglia Höss.

Un film scomodo e angosciante, che ci costringe a confrontarci con il lato oscuro dell’animo umano, reso ancora più agghiacciante dal suo emergere all’interno di un contesto familiare e non in minacciose riunioni militari di alti gerarchi nazisti. Glazer ci porta in un abisso mostruoso di indifferenza in cui l’uomo ha deciso di voltare lo sguardo dall’altra parte e di ignorare la realtà di sofferenza e morte dei propri simili. Una totale mancanza di empatia vissuta come assolutamente normale, un male silenzioso, assoluto e assurdo. Un’esperienza cinematografica sconvolgente che ci conduce all’interno di una visione aberrante, e a tratti quasi insostenibile. Un sentimento disumano che ci chiama tutti in causa e ci costringe a non sentirci innocenti, ma anzi ci esorta a non ignorare i drammi del nostro tempo che possono disturbare la nostra tranquilla esistenza.

Certo oggi non ci sono campi di concentramento oltre la siepe del nostro giardino, ma l’orrore degli attentati di Hamas, la tragedia di Gaza, la guerra in Ucraina, i centri di detenzione il Libia, le morti in mare dei migranti non sono così lontani, se solo abbiamo il coraggio di comprendere che anche queste tragedie appartengono a tutto il genere umano.


La zona d’interesse

Un film di Jonathan Glazer
Con: Christian Friedel, Sandra Hüller, Johann Karthaus, Luis Noah Witte, Nele Ahrensmeier
Produzione: Gran Bretagna, Polonia, USA, 2023
Durata: 105 minuti

 

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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