Carla Nowak, giovane insegnante di matematica alle scuole medie, si trova alle prese con alcuni furti che si sono verificati all’interno della scuola. Con l’intento di mettere fine al diffuso clima di sospetto e ai continui interrogatori degli studenti, si impegna personalmente per cercare di scoprire la verità. La sua iniziativa metterà in moto una serie di eventi che coinvolgeranno tutto l’istituto e condurranno a un finale inatteso. Come racconta il regista, l’idea del film è nata da ricordi personali:
C’erano due ragazzi nella nostra classe che, durante i momenti in cui erano liberi, andavano nella classe dove si faceva educazione fisica e rubavano dalle giacche e dalle tasche degli studenti che stavano facendo lezione. Questa cosa è andata avanti per un pezzo. Noi tutti lo sapevamo, ma non abbiamo detto niente perché nessuno voleva passare per uno spione. Ricordo chiaramente quando un giorno – stavamo facendo lezione di fisica – tre insegnanti sono entrati e hanno detto: “Tutte le ragazze fuori, tutti i portafogli dei ragazzi sulla cattedra!”. Il ricordo di quell’evento mi è tornato in mente durante una delle mie vacanze con Johannes. Gli avevo raccontato di come la donna delle pulizie dei miei genitori fosse stata sorpresa a rubare. Allora Johannes mi ha raccontato di sua sorella, che è un’insegnante di matematica. C’era stato un incidente nella sua scuola perché erano stati commessi dei furti nella sala professori. Questa conversazione ci ha fatto ritornare con la mente a quando andavamo a scuola e abbiamo pensato: questa potrebbe essere una storia interessante.
Nel racconto di Çatak la sala professori assume il valore di un microcosmo in cui s’intrecciano relazioni professionali e personali, che aprono il campo a una più vasta e generale riflessione sull’organizzazione e le regole della società contemporanea.
Il film mette in scena le difficoltà di un sistema in evidente crisi. Una scuola alla ricerca dei metodi didattici più adatti al trasferimento della conoscenza, alla crescita personale degli studenti, a un ripensamento della struttura gerarchica, il tutto tra difficoltà quotidiane che devono affrontare ogni giorno gli insegnanti all’interno di uno scenario sociale e culturale in rapido e continuo mutamento. La scuola sembra intrappolata in un irrisolto conflitto tra le tradizioni del passato e la necessità di adeguarsi ai cambiamenti, che spingono a mettere in discussione e a rivedere la didattica per renderla più efficace e al passo con i tempi. Tuttavia, proprio nella sala professori sembra non ci siano idee che possano rispondere a questa ridefinizione del modello formativo.
Il film consente al regista anche di porre l’attenzione su argomenti importanti che trascendono l’ambiente scolastico e riguardano più in generale l’esistenza e le relazioni umane. La vicenda dei furti all’interno dell’istituto diventa un pretesto per affrontare il tema sfuggente e ambiguo della verità e della ricerca della giustizia. L’indagine della professoressa Nowak deve però fare i conti con l’attendibilità delle persone e delle loro dichiarazioni, con la difficoltà di cercare un colpevole senza scadere in un’affrettata e superficiale indicazione di un capro espiatorio. I principi enunciati durante le sue lezioni di matematica sulla correttezza di un’affermazione definita a prova di errore si scontrano con una realtà sfuggente, con la pluralità dei punti di vista e delle interpretazioni.
Il film è girato con un realismo semplice, che favorisce la naturalezza delle interpretazioni dei protagonisti. Gli attori sono sempre credibili nei loro ruoli e perfettamente inseriti nel contesto di una storia che sembra raccontarsi da sola, grazie a una regia poco invadente e capace di mettersi al servizio della narrazione.
La sala professori
Un film di Ilker Çatak
Con: Leonie Benesch, Leonard Stettnisch, Michael Klammer, Rafael Stachowiak, Anne-Kathrin Gummich, Eva Löbau, Kathrin Wehlisch, Sarah Bauerett, Katinka Auberger, Katharina M. Schubert
Produzione: Germania, 2023
Durata: 98 minuti