La notte che cambiò il mondo

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La sera del 9 novembre si svolse a Berlino Est una conferenza stampa in cui Günter Schabowski, un funzionario del Partito responsabile dei rapporti con i media, avrebbe dovuto comunicare un nuovo decreto in materia di viaggi.

Tale decreto prevedeva la possibilità di poter fare «viaggi all’estero di natura privata». Occorreva sì richiedere un’autorizzazione, ma questa sarebbe stata concessa «rapidamente». Un giornalista chiese quando sarebbe entrata in vigore la nuova disposizione. Schabowski, non informato sui dettagli, dopo un attimo di esitazione, rispose: «Subito, immediatamente!».
La situazione precipitò: a piedi o con le loro Trabi i cittadini di Berlino Est affluirono ai punti di valico. Ben presto la situazione si fece critica, in quanto le guardie di confine non avevano ricevuto alcuna comunicazione in merito. Tutto quello che sapevano, lo avevano appreso anche loro come tutti gli altri cittadini dai media. Al valico di Bornholmer Straße l’afflusso della gente era così massiccio che l’ufficiale responsabile decise, di sua iniziativa, di aprire il confine. Fu quindi un caso fortuito che portò all’inaspettata caduta del muro.
La parola magica di quella notte fu Wahnsinn (pazzia, follia). L’incredibile era diventato realtà: il muro, che per 28 anni aveva diviso la città, era improvvisamente diventato permeabile perdendo così lo scopo per cui era stato costruito.
Ovunque regnava un’atmosfera di festa. I cittadini di Berlino Est vennero accolti calorosamente con scroscianti applausi e spumante, ci si abbracciava senza conoscersi, si piangeva di gioia… Tutti i berlinesi, sia dell’Est che dell’Ovest, si diedero spontaneamente appuntamento alla Porta di Brandeburgo per poi salire sul muro e festeggiare per tutta la notte. La Porta di Brandeburgo, per anni simbolo della divisione, era improvvisamente diventata l’emblema di una nuova fase della storia tedesca: era iniziato un processo imprevedibile e non programmato che avrebbe portato in poco meno di dieci mesi alla riunificazione.

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Giorgio Motta

Già professore a contratto presso lo IULM di Milano nonché presso la SILSIS dell’Università di Bergamo, è attualmente docente di Lingua e Civiltà tedesca presso il Liceo Linguistico Statale A.Manzoni di Lecco. È autore di diversi manuali Loescher per la scuola secondaria di primo grado (Wir, Magnet, Wir Zwei, Magnet Neu), di secondo grado (Direkt, Exakt), di eserciziari (Wir Plus, Magnet plus, Übungsheft exakt, Wir im Sommer), di una grammatica (Grammatik direkt, Grammatik direkt Neu) nonché di materiali integrativi (Exaktplus, Erzählungen, Von der Teilung zur Vereinigung).

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