
Le disuguaglianze nella distribuzione delle competenze riflettono le differenze nei livelli di abilità tra le persone di un Paese. Un indicatore utile per misurare queste disuguaglianze è l’intervallo interdecile, che considera la differenza tra il 10% con le competenze più alte e il 10% con le più basse. Se la differenza tra questi due gruppi è grande, significa che ci sono forti disuguaglianze nelle competenze, se invece la differenza è piccola, significa che le competenze sono più uniformemente distribuite.
Nei Paesi OCSE, la media dell’intervallo interdecile per le competenze in literacy è di circa 140 punti, con variazioni significative tra i diversi Paesi. Ad esempio, Stati Uniti e Singapore mostrano un intervallo superiore a 160 punti, segnalando una forte disuguaglianza, mentre in Paesi come Lituania e Repubblica Slovacca l’intervallo è inferiore a 115 punti, indicando una distribuzione più equa delle competenze. Anche nella risoluzione adattiva dei problemi emergono disparità simili: l’intervallo interdecile medio è di 119 punti, ma in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti supera i 140 punti, mentre in Lituania e Slovacchia la disuguaglianza è minore.
Fattori che influenzano la disuguaglianza nelle competenze
La disuguaglianza nelle competenze non è necessariamente correlata ai livelli medi di competenza di un Paese. Anche in nazioni con punteggi medi elevati, possono esserci forti disparità tra gruppi di popolazione. Un fattore rilevante è la trasmissione intergenerazionale delle competenze: nei Paesi con maggiore disuguaglianza, il livello di istruzione dei genitori è spesso un forte predittore delle competenze dei figli. Studi come quello di Paccagnella (2015) hanno evidenziato come le famiglie con genitori più istruiti tendano a trasmettere competenze più elevate ai loro figli. Questo fenomeno sottolinea l’importanza di politiche educative mirate a ridurre le barriere per chi proviene da contesti svantaggiati, garantendo un accesso equo a opportunità formative di qualità. Un intervento efficace in questo senso potrebbe contribuire a ridurre le disuguaglianze e favorire una distribuzione delle competenze più equilibrata all’interno della società.
Evoluzione delle competenze con l’età
Le competenze non rimangono statiche nel tempo, ma si sviluppano e si trasformano a seconda di molteplici fattori, tra cui l’ambiente familiare, scolastico e lavorativo, nonché elementi culturali e genetici (Kautz, 2014). Inoltre, il naturale processo di invecchiamento può influenzare le capacità cognitive, determinando sia miglioramenti sia un progressivo declino (Desjardins e Warnke, 2012). Con l’aumento dell’aspettativa di vita e il prolungamento dell’età lavorativa, diventa essenziale comprendere come le competenze evolvano anche in età avanzata.
Differenze generazionali e fattori esterni
L’Indagine 2023 sulle competenze degli adulti ha esaminato individui tra i 16 e i 65 anni, coprendo diverse fasi della vita. Tuttavia, le differenze nelle competenze tra i vari gruppi di età non sono attribuibili solo all’invecchiamento, ma anche agli “effetti di coorte”. Questi effetti si riferiscono alle variazioni nei comportamenti e nelle abitudini tra gruppi di individui che condividono una caratteristica comune, tipicamente legata al periodo in cui sono nati o a esperienze formative ed economiche vissute durante una determinata fase della vita.
Inoltre, fattori globali come la pandemia di COVID-19 possono aver inciso sui livelli di competenza in modo eterogeneo. Poiché i dati dell’indagine sono di tipo trasversale, essi offrono una fotografia della situazione in un determinato momento, senza distinguere con certezza tra gli effetti dell’età, della coorte o di specifici eventi storici.
Variazioni nei livelli di competenza per età
Nella maggior parte dei Paesi analizzati, gli adulti tra i 55 e i 65 anni hanno registrato i livelli medi di competenza più bassi in tutti gli ambiti. Tuttavia, vi sono eccezioni: in Nuova Zelanda e Svezia, i giovani tra i 16 e i 24 anni hanno mostrato i risultati più bassi in matematica, mentre in Nuova Zelanda si sono classificati ultimi anche in alfabetizzazione. In generale, i punteggi più alti si sono riscontrati tra gli adulti di 25-34 anni, seguiti dai giovani tra i 16 e i 24 anni. Nel dettaglio, gli adulti di 25-34 anni hanno ottenuto i migliori punteggi in alfabetizzazione in 15 Paesi su 31, in matematica in 14 Paesi e nella risoluzione adattiva dei problemi in 16 Paesi.
Eccezioni e implicazioni per le politiche educative
Non tutti i Paesi seguono questo schema. In Nuova Zelanda, ad esempio, i punteggi migliori in alfabetizzazione si sono registrati tra i 45-54enni, mentre in Slovacchia i migliori risultati sono stati ottenuti dai 35-44enni. Per la matematica, Finlandia, Ungheria e Svezia hanno mostrato i punteggi più elevati tra i 35-44enni, mentre in Nuova Zelanda e Slovacchia il primato è andato ai 45-54enni. Anche nella risoluzione adattiva dei problemi, gli adulti di 35-44 anni in Slovacchia hanno registrato i risultati più alti. Queste differenze evidenziano la necessità di politiche educative mirate, che tengano conto delle specificità di ciascuna fascia di età per garantire il miglioramento delle competenze lungo tutto l’arco della vita.
Correlazione tra livello di istruzione e competenze
L’Indagine 2023 ha confermato una chiara relazione tra il livello di istruzione e le competenze in alfabetizzazione, matematica e risoluzione adattiva dei problemi. In media, gli adulti con un titolo di studio terziario hanno ottenuto punteggi più alti di 33 punti in alfabetizzazione rispetto a quelli con un diploma di istruzione secondaria superiore. A loro volta, questi ultimi hanno superato di 43 punti coloro che non hanno completato l’istruzione secondaria superiore. Per garantire un’analisi accurata, lo studio si è concentrato sugli adulti tra i 25 e i 65 anni, poiché hanno maggiori probabilità di aver completato il percorso educativo, evitando la variabilità legata ai giovani ancora in formazione.
Differenze nelle competenze tra Paesi
Il confronto tra Paesi evidenzia significative differenze nelle competenze a parità di livello di istruzione. Ad esempio, gli adulti con un diploma di istruzione secondaria superiore in Finlandia hanno ottenuto in media 288 punti in alfabetizzazione, superando i laureati in 19 dei 31 Paesi analizzati. Al contrario, in Cile, i laureati hanno registrato un punteggio medio di 249 punti, inferiore a quello dei diplomati in altri 17 Paesi. Questi risultati dimostrano che il livello di istruzione formale non è sempre un indicatore diretto della competenza effettiva, poiché entrano in gioco fattori come la qualità del sistema educativo e le opportunità di apprendimento permanente.
Il divario di competenze tra livelli di istruzione
Il divario tra adulti con un titolo di studio terziario e quelli con un livello di istruzione inferiore varia notevolmente tra i Paesi. Le differenze più marcate sono state osservate in Francia, Germania, Singapore, Svizzera e Stati Uniti, con scarti superiori ai 94 punti in alfabetizzazione, 102 in matematica e 76 nella risoluzione adattiva dei problemi. Al contrario, Croazia, Italia, Lituania, Polonia, Repubblica Slovacca e Spagna hanno mostrato differenze più contenute, con un massimo di 54 punti in alfabetizzazione e 61 in matematica.
Le variazioni nei punteggi tra Paesi possono essere attribuite non solo alla qualità dell’istruzione formale, ma anche alla disponibilità di opportunità di apprendimento continuo. Elementi determinanti includono il periodo in cui avviene l’apprendimento (infanzia, età adulta), il contesto educativo (formale, informale o non formale) e la presenza di eventuali barriere alla partecipazione. Inoltre, le competenze sviluppate possono variare in base ai contenuti dell’istruzione ricevuta, alle metodologie didattiche e alle condizioni socio-economiche dei diversi Paesi.
Differenze di genere nelle competenze
L’Indagine 2023 sulle competenze degli adulti ha evidenziato una distinzione chiara tra uomini e donne nei vari ambiti di competenza. In media, le donne hanno ottenuto punteggi superiori in alfabetizzazione (+3 punti), mentre gli uomini hanno registrato un vantaggio di 10 punti in matematica e 2 punti nella risoluzione adattiva dei problemi. Tuttavia, dopo aver considerato fattori di background come il livello di istruzione e lo status socio-economico, il divario in alfabetizzazione si è ridotto a un solo punto (non statisticamente significativo), mentre quello in matematica e nella risoluzione adattiva dei problemi si è ampliato rispettivamente a 12 e 4 punti a favore degli uomini. Questa differenza aggiustata è attribuibile al fatto che una percentuale maggiore di donne (48%) ha un’istruzione terziaria rispetto agli uomini (40%), il che avrebbe dovuto tradursi in un vantaggio ancora più marcato per loro in alfabetizzazione.
Differenze nei risultati tra Paesi
Le variazioni nei punteggi tra uomini e donne si manifestano in modo diverso a seconda del Paese. In alfabetizzazione, le donne hanno ottenuto punteggi significativamente più alti in 13 Paesi, tra cui Croazia, Estonia, Finlandia, Francia e Germania, mentre a Singapore gli uomini hanno ottenuto risultati migliori. In matematica, gli uomini hanno superato le donne in 27 Paesi, confermando una tendenza già osservata nelle precedenti indagini OCSE. Per quanto riguarda la risoluzione adattiva dei problemi, gli uomini hanno ottenuto punteggi superiori in nove Paesi, tra cui Austria, Cile, Corea e Svizzera. Sebbene questi risultati siano in linea con il PISA 2022, che ha evidenziato un vantaggio per i ragazzi in matematica (+9 punti) e per le ragazze nella lettura (+24 punti), i due studi non sono direttamente confrontabili, a causa delle diverse scale di misurazione. Tuttavia, rapportando i divari di genere alle rispettive deviazioni standard, è emerso che il divario in lettura tra gli adulti è inferiore rispetto a quello tra i quindicenni, mentre il divario in matematica è più marcato tra gli adulti.
Cause delle differenze di genere nelle competenze
Le disparità nelle competenze tra uomini e donne affondano le radici in stereotipi e aspettative culturali che iniziano a manifestarsi sin dall’infanzia. Diversi studi hanno dimostrato che gli stereotipi di genere sulla matematica emergono prima ancora che si osservino differenze nei risultati scolastici, influenzando la fiducia nei propri mezzi e il livello di ansia legato alla materia. In generale, i ragazzi tendono a essere più sicuri di sé nelle discipline numeriche, mentre le ragazze mostrano una maggiore ansia nei confronti della matematica. Inoltre, gli uomini sono più inclini a scegliere percorsi di studio e carriere che richiedono un uso intensivo delle competenze numeriche, il che favorisce un consolidamento delle loro abilità matematiche. Al contrario, la competenza in alfabetizzazione è considerata più trasversale e meno legata a specifiche scelte di studio, il che potrebbe spiegare perché il vantaggio delle donne in questo ambito sia meno marcato rispetto al vantaggio maschile in matematica.
Distribuzione delle prestazioni basse tra uomini e donne
Individuare i gruppi con prestazioni più basse è fondamentale per sviluppare strategie di miglioramento. In alfabetizzazione, il 27% degli uomini e il 25% delle donne hanno ottenuto punteggi bassi, mentre in matematica il 24% degli uomini e il 26% delle donne hanno incontrato difficoltà. Per la risoluzione adattiva dei problemi, il 29% degli uomini e delle donne ha riportato punteggi insufficienti. Le disparità tra Paesi sono significative: in 16 nazioni, tra cui Estonia, Ungheria, Israele e Lettonia, gli uomini hanno una maggiore probabilità di ottenere punteggi bassi in alfabetizzazione. Al contrario, a Singapore le donne hanno mostrato risultati inferiori in questa competenza. In matematica, le donne hanno registrato prestazioni peggiori in nove Paesi, tra cui Austria, Canada, Cile e Corea.
Per la risoluzione adattiva dei problemi, in Estonia il tasso di basse prestazioni è stato più alto tra gli uomini, mentre in Cile, Corea e Singapore le donne hanno ottenuto risultati inferiori. Questi dati riflettono le tendenze già osservate nel PISA, dove il 31% dei ragazzi e il 22% delle ragazze hanno ottenuto risultati bassi in lettura, mentre in matematica le ragazze in difficoltà sono risultate leggermente più numerose dei ragazzi (32% contro 31%). In Italia gli uomini superano le donne di 7 punti in numeracy. Al contrario, non si osservano differenze significative tra uomini e donne nelle competenze di literacy e nella risoluzione adattiva dei problemi.
Differenze nelle competenze tra adulti nativi e adulti con background migratorio
Le differenze nelle competenze tra adulti nativi e adulti con background migratorio sono evidenti nei punteggi di alfabetizzazione, matematica e risoluzione adattiva dei problemi, come emerge dal sondaggio sulle competenze degli adulti del 2023. In media, gli adulti nativi da genitori nativi ottengono punteggi superiori rispetto agli adulti con background migratorio. Gli adulti nativi da genitori nativi, infatti, registrano una media di 267 punti in alfabetizzazione, 269 punti in matematica e 256 punti nella risoluzione adattiva dei problemi. Al contrario, gli adulti nativi da genitori nati all’estero ottengono in media 260 punti in alfabetizzazione, 258 punti in matematica e 249 punti nella risoluzione dei problemi. La categoria che presenta i punteggi più bassi è quella degli adulti nati all’estero da genitori nati all’estero, che ottengono mediamente 222 punti in alfabetizzazione, 230 punti in matematica e 223 punti nella risoluzione dei problemi.
Variazioni nei punteggi tra i Paesi e fattori socio-demografici
Le variazioni nei punteggi sono significative e variano notevolmente tra i Paesi. Ad esempio, in Finlandia gli adulti nativi da genitori nativi ottengono i punteggi più alti in tutte le categorie, mentre in Paesi come la Repubblica Ceca e il Cile i punteggi sono tra i più bassi. Le differenze nei punteggi tra adulti con background migratorio e nativi sono influenzate da fattori socio-demografici che determinano l’accesso a opportunità educative e lavorative, ma l’analisi di tali fattori contribuisce a ridurre il divario tra i gruppi. Dopo aver considerato le caratteristiche socio-demografiche, la differenza media in alfabetizzazione tra adulti nati all’estero da genitori nati all’estero e adulti nativi da genitori nativi si riduce da 44 a 28 punti, con una riduzione significativa in Paesi come la Finlandia, dove il divario passa da 105 a 61 punti. Anche il divario tra adulti nativi da genitori nati all’estero e adulti nativi da genitori nativi diminuisce, passando da 8 a 4 punti.
Differenze nelle competenze legate all’istruzione dei genitori
Le differenze nelle competenze degli adulti legate al background socio-economico dei genitori sono evidenti in vari Paesi e si riflettono nelle diverse aree. Queste differenze sono strettamente collegate alle risorse a disposizione delle famiglie e all’istruzione dei genitori. Le famiglie con uno status socio-economico più elevato, infatti, tendono ad avere più risorse, sia economiche che sociali, che influenzano direttamente le opportunità di apprendimento dei figli. In particolare, le famiglie più ricche possono permettersi di offrire materiali didattici adeguati, un ambiente di apprendimento più favorevole e l’accesso a scuole di qualità superiore. Inoltre, i genitori con un’istruzione più alta sono più in grado di supportare i loro figli nello sviluppo delle competenze necessarie per avere successo in futuro (Conger e Donnellan, 2007).
Impatto del livello di istruzione dei genitori sulle competenze degli adulti
Lo status socio-economico è una variabile complessa che include fattori come il reddito, l’occupazione e il livello di istruzione dei genitori. Nel rapporto in questione, il livello di istruzione dei genitori viene utilizzato come indicatore del background socio-economico degli adulti intervistati. In base al livello di istruzione dei genitori, gli adulti sono suddivisi in tre gruppi: quelli con genitori altamente istruiti (almeno un genitore con istruzione terziaria), quelli con genitori mediamente istruiti (almeno un genitore con diploma di scuola superiore, ma nessuno con istruzione terziaria) e quelli con genitori poco istruiti (nessuno dei genitori ha il diploma di scuola superiore). L’analisi mostra che gli adulti con genitori altamente istruiti tendono a ottenere punteggi più alti in tutte le aree di competenza, come l’alfabetizzazione, la capacità di calcolo e la risoluzione adattiva dei problemi. Questi punteggi medi sono più alti rispetto agli adulti con genitori mediamente istruiti e ancora più alti rispetto a quelli con genitori poco istruiti. Questa tendenza si verifica in tutti i Paesi analizzati, ma la dimensione di questa differenza varia. Ad esempio, i divari sono particolarmente evidenti in Germania, dove gli adulti con genitori altamente istruiti ottengono un punteggio significativamente più alto, mentre in Spagna la differenza è meno marcata.
Disparità nei punteggi tra gruppi con differenti livelli di istruzione dei genitori
In particolare, i punteggi medi in alfabetizzazione per gli adulti con genitori altamente istruiti sono di 284 punti, mentre quelli con genitori mediamente istruiti ottengono 264 punti e quelli con genitori poco istruiti ottengono 234 punti. Differenze simili si riscontrano anche in altre aree, come la capacità di calcolo e la risoluzione adattiva dei problemi, anche se l’entità di queste differenze varia da Paese a Paese. Quando si analizzano i divari, si osserva che, in media, gli adulti con genitori altamente istruiti hanno punteggi più alti di 50 punti in alfabetizzazione, 49 punti in capacità di calcolo e 42 punti in risoluzione dei problemi, rispetto agli adulti con genitori poco istruiti. Tuttavia, questi divari sono più evidenti in alcuni Paesi (come la Germania e la Svizzera), dove la differenza può superare i 70 punti in alcune aree, mentre in altri Paesi (come la Repubblica Slovacca, la Spagna e la Svezia) i divari sono più piccoli, ma comunque significativi.
Fattori di contesto e influenze esterne
I risultati di questo studio sono in linea con quelli di altre indagini, come quella sulle competenze degli adulti del 2016, che aveva già mostrato che gli adulti con genitori altamente istruiti ottenevano punteggi mediamente più elevati. Inoltre, le indagini PISA, che monitorano le competenze dei quindicenni, hanno evidenziato che gli studenti provenienti da famiglie socio-economicamente avvantaggiate ottengono risultati migliori in matematica e scienze, confermando la relazione tra il background socio-economico e il rendimento scolastico (OECD, 2023; OECD, 2016).
Infine, confrontando i risultati di quindicenni (PISA) con quelli di ventisettenni, si osserva che le disuguaglianze nelle competenze, soprattutto in alfabetizzazione, tendono ad aumentare con il tempo. Le disparità tra studenti con genitori poco istruiti e quelli con genitori altamente istruiti diventano più evidenti con l’età, soprattutto per chi si trova nella parte inferiore della distribuzione delle competenze (Borgonovi e Pokropek, 2021).
Tratto da: OECD (2024), Do Adults Have the Skills They Need to Thrive in a Changing World?: Survey of Adult Skills 2023, OECD Skills Studies, OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/b263dc5d-en.
Traduzione di Francesca Nicola.