L’anziano Tony gestisce un piccolo negozio di vecchie macchine fotografiche. È separato e ha una figlia single che sta per partorire. La sua vita sembra ormai aver preso il cammino di una vecchiaia solitaria e serena. Sarà una lettera inattesa a rimettere tutto in gioco. La madre di Veronica – la sua prima fidanzatina – gli ha lasciato inspiegabilmente in eredità il diario di Adrian, il suo miglior amico ai tempi del liceo. Se la vicenda già appare strana, lo diventa ancor più quando Veronica si rifiuta di consegnare il diario di sua madre. Tony, che aveva cancellato Veronica dalla sua vita quando lo aveva lasciato per Adrian, è costretto a riaprire il libro della memoria e a fare i conti con il passato.
Comincia così un viaggio interiore, che Tony si sarebbe volentieri risparmiato. Tra flash back, sovrapposizioni temporali, frammenti di ricordi, la narrazione ci guida in una sorta di misterioso giallo. Ciò che la mente aveva rimosso torna lentamente a galla. Il cammino a ritroso fa riaffiorare ricordi disturbanti, segni di un passato volutamente dimenticato. Tony si rende conto di non essere riuscito a chiudere nel sottoscala del dimenticatoio alcune pagine della sua gioventù. Anzi, ciò che ha cercato di eliminare, in realtà l’ha accompagnato come un nemico silenzioso sempre al suo fianco. Il suo negozietto non è un semplice lavoro, è una specie di santuario dedicato al suo unico vero amore, Veronica. Appassionata di fotografia gli aveva regalato la prima Leica, rubandogli per sempre il cuore.
Il fallimento del suo matrimonio e la sua egoistica misantropia cominciano a trovare un senso. Il dolore assordante del passato bussa e chiede il conto. Per Tony è il momento di guardare nel fondo della sua anima e confrontarsi con le più scomode verità, con i suoi pensieri giovanili carichi di rabbiosa frustrazione e con le sue crudeli azioni. Un piccolo frammento del passato sembra in grado di riallineare gli eventi di un’intera esistenza, di ristabilire un filo logico nell’apparente caos, spazzando via in un istante tutte le sovrastrutture protettive e consolatorie costruite nel corso degli anni. Sarà solo l’inizio di una dolorosa via crucis, che costringe Tony a ripercorrere a ritroso il suo destino.
Pur affidandosi a una costruzione piuttosto classica, Ritesh Batra mantiene la narrazione nell’instabile territorio dell’ambiguità, del dubbio e del non detto. I suoi flash-back svelano i ricordi per frammenti, spesso incompleti, con punti di vista cangianti e complementari.
Il film procede per accumulo, con un progressivo sedimentarsi d’informazioni a volte forvianti e disorientanti. Ricordi di una memoria selettiva e reticente, che si rifiuta di raccontare tutto e di scavare fino in fondo. L’incedere della narrazione si modella sempre più sui canoni di un’indagine psicologica, che cerca di risistemare le tessere di un mosaico, di cui si era volutamente nascosto qualche frammento. Il nostro sguardo è chiamato a cogliere i piccoli particolari, gli attimi fuggenti carichi di significato, gli istanti che sanno dare un senso alla storia: uno sguardo, il gesto di una mano, una fotografia.
Il segreto del film e forse della vita di Tony sta proprio nelle piccole cose non dette. In una lettera dimenticata.
L’altra metà della storia
Regia: Ritesh Batra
Con: Jim Broadbent, Charlotte Rampling, Harriet Walter, Michelle Dockery, Matthew Goode, Emily Mortimer, James Wilby, Edward Holcroft, Billy Howle, Freya Mavor
Durata: 108 minuti
Produzione: UK, 2017