Le piogge di novembre: Firenze, 1966

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Le alluvioni che, in questo periodo, hanno sconvolto molte regioni d’Italia e duramente colpito la Maremma, non possono non richiamare alla mente la devastante alluvione di Firenze del 4 novembre 1966. 

 

Lo stesso giorno, questa volta del 2011, segna anche l’alluvione di Genova, unendo così, in un simbolico gemellaggio, le due città. Non è quindi un caso se le Università di Firenze e di Genova hanno organizzato, lo scorso 5 novembre, un convegno congiunto dal titolo Alluvioni: mitigazione e adattamento, in cui ampio spazio era dedicato anche alla protezione e messa in sicurezza dei beni culturali.
Ogni anno, in Italia, le alluvioni hanno conseguenze più devastanti perché le piogge cadono su un territorio sempre più fragile. Nonostante gli appelli per una migliore gestione del territorio e per una “cultura della prevenzione”, sostenuta anche da direttive internazionali, la mancanza di adeguati finanziamenti, la lentezza delle procedure e le polemiche che ciclicamente investono la Protezione Civile e, in questo periodo, la Commissione Nazionale dei Grandi Rischi – struttura di collegamento fra il Servizio Nazionale della Protezione Civile e la comunità scientifica – rendono ancora più difficile ogni intervento in materia.
Anche altri paesi europei devono fronteggiare il problema delle alluvioni. Nell’agosto 2002, ampie zone di Praga e Dresda vennero sommerse dalle acque, provocando danni a molti edifici storici. Un buon sistema di allarme preventivo, però, permise di mettere in salvo le principali opere d’arte mobili.
L’alluvione di Firenze del 1966 provocò danni incalcolabili al patrimonio culturale della città. Nella notte fra il 3 e il 4 novembre, un’ondata di acqua, fango e nafta travolse vie e piazze, case, chiese, musei e negozi, raggiungendo, in alcuni casi, i 6 metri di altezza. La conseguente mancanza di elettricità aggravò la situazione, mettendo fuori uso anche le incubatrici dell’Ospedale pediatrico Meyer. In aiuto della città giunsero subito l’esercito e schiere di volontari da ogni parte del mondo.
Fra i tanti siti che offrono notizie e immagini dell’alluvione di Firenze ne segnaliamo uno, un po’ più nascosto, dedicato in particolare al patrimonio artistico della città. Si tratta della prima mostra online realizzata nel 2006, in italiano, inglese e tedesco, dalla Fototeca del Kunsthistorisches Institut di Firenze, centro di ricerca – e biblioteca di storia dell’arte – fondato nel 1897. L’attenzione è concentrata su alcuni luoghi significativi: fra questi, il Battistero di San Giovanni, dove le pesanti porte bronzee si spalancarono, perdendo alcune formelle, poi recuperate; o Santa Croce, duramente colpita dall’alluvione. Una sezione è dedicata al Crocifisso di Cimabue, quasi completamente distrutto, simbolo del patrimonio artistico travolto dalle acque.
Fra le mostre online della Fototeca del Kunsthistorisches Institut segnaliamo anche quella dedicata ai danni prodotti alla Basilica superiore di San Francesco di Assisi dal terremoto del 1997, che porta l’attenzione su un altro pericolo a cui sono sottoposti i nostri beni culturali: il rischio sismico.

Di seguito i link alle gallerie citate:

http://expo.khi.fi.it/galleria/alluvione-1966

http://expo.khi.fi.it/galleria/assisi-1997

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Elena Franchi

È storica dell’arte, giornalista e membro di commissioni dell’International Council of Museums (ICOM).
Candidata nel 2009 all’Emmy Award, sezione “Research”, per il documentario americano “The Rape of Europa” (2006), dal 2017 al 2019 ha partecipato al progetto europeo “Transfer of Cultural Objects in the Alpe Adria Region in the 20th Century”.
Fra le sue pubblicazioni: “I viaggi dell’Assunta. La protezione del patrimonio artistico veneziano durante i conflitti mondiali”, Pisa, 2010; “Arte in assetto di guerra. Protezione e distruzione del patrimonio artistico a Pisa durante la Seconda guerra mondiale”, Pisa, 2006; il manuale scolastico “Educazione civica per l’arte. Il patrimonio culturale come bene dell’umanità”, Loescher-D’Anna, Torino 2021.
Ambiti di ricerca principali: protezione del patrimonio culturale nei conflitti (dalle guerre mondiali alle aree di crisi contemporanee); tutela e educazione al patrimonio; storia della divulgazione e della didattica della storia dell’arte; musei della scuola.

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