Il Codice Hays

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Il 5 aprile scorso in Italia è stata abolita la censura cinematografica. E a Hollywood come sono andate le cose? Dall’altra parte dell’Atlantico è stata direttamente l’industria cinematografica a occuparsi di regolamentare la materia. Scopriamo in che modo.

Prima del Codice Hays

Tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, il cinema americano ha vissuto una fase di vivace entusiasmo creativo. Le rigide regole dei generi erano ancora in via di definizione, gli autori desideravano sperimentare, scoprire le risorse espressive di un nuovo mezzo arricchito dall’introduzione del sonoro. Le Major non avevano ancora un controllo completo su autori, sceneggiatori e registi. La vita che ruotava attorno al cinema era una sorta di piccolo mondo dorato pieno di scandali, di party a base di sesso e stupefacenti, di eccessi e crimini, ben descritto da Kenneth Anger nel libro Hollywood Babylone (1959).

Hollywood Babylone

I film del periodo portavano sul grande schermo il riflesso di questa privilegiata comunità, che conduceva un’esistenza senza regole. La realtà faceva irruzione sulla pellicola senza troppi filtri e mediazioni. Spesso le trame dei film raccontavano vicende torbide, storie di crimini, adulteri, passioni distruttive, personaggi femminili dalla sensualità libera e trasgressiva. Il cinema attingeva a piene mani al suo mondo, in una sorta di rispecchiamento metalinguistico, che metteva in scena una realtà fin troppo vera e crudele.

È in questo contesto, caratterizzato dall’irruzione di una vena di creativa anarchia artistica, che l’industria cinematografica comincia a pensare di dover adottare delle regole di controllo sui contenuti dei film.

Hays

La nascita del codice Hays

Negli Stati Uniti non fu necessario l’intervento dello Stato Federale, furono le Major a introdurre un sistema di censura. La struttura industriale del cinema americano, concentrata in poche aziende, ha reso più facile il processo di autoregolamentazione, nato come un vero e proprio patto per standardizzare il settore e creare regole comuni. Diversamente dall’Europa, dove il cinema è stato profondamente influenzato anche dal contributo delle Avanguardie artistiche, che vedevano nel nuovo mezzo una forma di rappresentazione della loro creatività e dove ha sempre dominato una struttura produttiva frammentata, negli Stati Uniti ha prevalso fin dall’inizio una visione industriale del processo di realizzazione di un film. La Motion Picture Association of America (MPAA) che ancora oggi rappresenta i principali Studio di Hollywood, nel 1922 decise di nominare a capo dell’associazione Will H. Hays con l’incarico di regolamentare la produzione cinematografica.

La stesura di un vero e proprio codice è cominciata nel 1929 con la creazione di un’apposita commissione. Il 31 marzo 1930 veniva pubblicato il codice di autoregolamentazione dell’industria cinematografica, meglio conosciuto come Codice Hays. Tuttavia, fino al 1934, l’applicazione del Codice fu piuttosto blanda. Si procedeva a un controllo dei soggetti cinematografici e delle sceneggiature dei film, proponendo cambiamenti e tagli, ma senza incidere troppo sulle opere. Non è un caso che in quegli anni scesero in campo contro i contenuti immorali, criminali o sessuali dei film molti comitati locali e organizzazioni cattoliche, tra cui la Legion of Decency, che reclamavano la necessità di un’attività di controllo esercitata direttamente dallo Stato Federale.

Alla luce di questa situazione, l’industria cinematografica comprese che l’unico modo per prevenire interventi esterni era cominciare ad applicare con maggiore severità il Codice Hays. A partire dal 1934, tutti i soggetti e le sceneggiature vennero sottoposti a un severo controllo preventivo e prima di uscire in sala, i film dovevano ottenere il visto censura dalla Production Code Administration (PCA). L’applicazione del Codice ha modellato tutto il periodo del cinema classico americano, influenzandone profondamente i temi e i contenuti rappresentati sullo schermo, arrivando a incidere anche nel mondo dei cartoon. Il famoso personaggio di Betty Boop, ad esempio, ha dovuto cambiare il guardaroba dopo il 1934 e indossare abiti più casti.

Nonostante il controllo preventivo fosse molto efficiente, non sono mancati casi eclatanti, come quello relativo al film Il mio corpo ti scalderà (1943) di Howard Hughes. Dopo l’anteprima di San Francisco del 5 febbraio 1943, il film venne bloccato dalla censura e proiettato nelle sale solo a partire dal 1946 perché il personaggio interpretato da Jane Russell era considerato troppo procace e sensuale.

Betty Boop

Le regole del Codice Hays

Le norme del Codice Hays si possono riassumere in alcuni principi generali.

Non si produrrà alcun film che abbassi il livello morale dello spettatore. Perciò non si dovrà mai indurre lo spettatore a provare sentimenti di approvazione verso il crimine, le cattive azioni, il male o il peccato. Saranno rappresentati solo modelli di vita corretti, soggetti unicamente ai contrasti drammatici necessari. Non deve essere ridicolizzata la legge naturale o umana, né incoraggiato un atteggiamento che approvi la sua violazione.

Per quanto riguarda i crimini contro la legge, il Codice disponeva:

  • i crimini contro la legge e la giustizia non dovranno mai essere rappresentati in modo da suscitare un atteggiamento di approvazione nel pubblico verso di loro o da incoraggiarne l’imitazione
  • la tecnica dell’omicidio dovrà essere rappresentata in modo da non incoraggiarne l’imitazione
  • omicidi brutali non saranno rappresentati dettagliatamente
  • la vendetta ambientata in tempi moderni non sarà giustificata
  • i metodi del crimine non saranno rappresentati esplicitamente
  • furti, rapine, scassi e attentati dinamitardi non saranno rappresentati dettagliatamente
  • l’incendio doloso deve essere soggetto alle stesse precauzioni
  • l’uso di armi deve essere limitato ai casi in cui sia essenziale
  • i metodi di contrabbando non devono essere rappresentati
  • il traffico illegale di droga non deve essere mai rappresentato
  • l’uso di alcolici nella vita americana, se la trama o la caratterizzazione del personaggio non lo richiedono necessariamente, non sarà rappresentato

Per quanto riguarda i rapporti uomo donna, il codice disponeva:

  • sarà difesa la dignità dell’istituzione del matrimonio e della famiglia. I film non dovranno far suppore che forme abbiette di relazioni sessuali siano accettabili o diffuse
  • l’adulterio, a volte necessario alla trama, non deve essere trattato esplicitamente o giustificato, o presentato in modo allettante
  • scene passionali, se non richieste dalla trama, non dovranno essere rappresentate. Generalmente la passione dovrà essere rappresentata in modo tale da non stimolare gli istinti più bassi e spregevoli
  • è vietata la rappresentazione esplicita di seduzione sessuale e stupro, tranne nei casi essenziali alla trama, dove saranno appena accennati
  • seduzione e stupro non saranno mai soggetti adatti alla commedia
  • la perversione sessuale, o qualsiasi allusione a essa è vietata
  • la tratta delle bianche non sarà rappresentata
  • le relazioni intime interraziali sono vietate
  • l’igiene sessuale e le malattie veneree non sono soggetti adatti al cinema
  • vere scene di parto, riprese direttamente o in trasparenza non devono mai essere rappresentate
  • gli organi sessuali di bambini non devono mai essere mostrati

A questi principi fondamentali fanno seguito un’altra serie di norme relative al divieto di rappresentare: soggetti abietti, ripugnanti, sgradevoli anche se non necessariamente immorali, atti brutali o crudeli, espressioni oscene, balli indecenti o osceni, espressioni volgari o profane, nudità, oltraggio a fedi religiose, cerimonie o ministri di culto, oltraggio a sentimenti nazionali e alla bandiera.

Le regole del Codice Hays influenzarono il cinema americano fino agli anni Cinquanta. A metterlo in crisi è stata la progressiva diffusione delle produzioni indipendenti, che minavano il monopolio del sistema produttivo delle Major e la distribuzione negli Stati Uniti di film stranieri, in particolare realizzati dai movimenti delle avanguardie cinematografiche europee. Negli anni Sessanta il Codice Hays ha perso progressivamente il suo ruolo di guida, fino a essere definitivamente abolito nel 1968, sotto la spinta dei cambiamenti sociali e della contestazione giovanile.

Il Codice Hays è stato sostituito da un sistema di divieti basato su fasce d’età. La Motion Picture Association of America (MPAA) ha stabilito la seguente classificazione delle opere cinematografiche, abolendo di fatto la censura preventiva:

  • Rated G (General audience): film per tutti
  • Rated PG (Parental guidance suggested): si consiglia la visione insieme ai genitori
  • Rated PG-13 (Parental guidance suggested 13): film non adatti a un pubblico inferiore di 13 anni
  • Rated R (Restricted): visione accompagnata da un adulto per i minori di 17 anni
  •  NC-17: ingresso vietato ai minori di 17 anni.
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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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