L’imminente edizione si presenta come una delle più interessanti degli ultimi anni. Il programma dei film della Selezione Ufficiale è particolarmente ricco di opere molto attese, firmate da grandi registi internazionali. Non sarà semplice il compito della Giuria, quest’anno presieduta dal regista svedese Ruben Östlund e composta dalla regista marocchina Maryam Touzani, dall’attore francese Denis Ménochet, dalla regista dello Zambia Rungano Nyon, dall’attrice statunitense Brie Larson, dall’attore statunitense Paul Dano, dallo scrittore afgano Atiq Rahimi, dal regista argentino Damián Szifron e dalla regista francese Julia Ducournau.
Dal programma della Selezione Ufficiale abbiamo scelto alcuni film da non perdere e da tenere d’occhio quando usciranno nelle sale italiane.
Cominciamo con Aki Kaurismäki, che torna a Cannes con il film Kuolleet Lehdet (Les feuilles mortes). Ancora una volta al centro della poetica del regista finlandese c’è una storia tra due persone che conducono vite precarie ai margini della società. Dal loro insolito incontro sembra poter nascere una strana relazione dai risvolti inattesi, narrata con il consueto stile surreale e tragicomico.
Wes Anderson porta sulla Croisette Asteroid City, una commedia ambientata negli anni Cinquanta in una cittadina statunitense sperduta nel deserto, che ospita un convegno di astronomia e una competizione tra studenti. L’evento attrae persone da tutto il Paese, creando un assurdo microcosmo che si muove all’interno di uno scenario dai contorni bizzarri e stranianti.
Il maestro del cinema giapponese Kore-eda Hirokazu presenta il suo nuovo film Kaibutsu (Monster). Fedele al suo cinema, da sempre basato sull’analisi dei rapporti interpersonali, sia all’interno della famiglia naturale, sia nell’ambito delle relazioni sociali più intime, l’autore racconta la storia di una madre che comincia a preoccuparsi di fronte a comportamenti strani del figlio, forse causati dall’influenza della sua insegnante, e di una cara amica.
Kuru Otlar Üstüne è il nuovo film di Nuri Bilge Ceylan. Il regista turco porta sullo schermo la vicenda personale di un giovane insegnante che spera in un trasferimento da un piccolo paese a Istanbul. L’opera fluttua nel tempo sospeso dell’attesa, tra sentimenti di speranza e disillusione.
Ken Loach, poeta rivoluzionario sempre dalla parte degli ultimi e pronto a schierarsi contro le ingiustizie della società contemporanea, con The Old Oak ci porta nell’Inghilterra attraversata dalla crisi seguente dalla chiusura delle miniere. Gli abitanti di un piccolo paese incarnano con rabbia, frustrazione e perdita di ogni speranza nel futuro il disagio sociale di un mondo che sta rapidamente cambiando. Con la fine dell’attività mineraria, anche il mercato immobiliare crolla, e una piccola comunità di siriani comincia ad acquistare le case in vendita. Tra sospetti e curiosità tutto sembra cambiare, compreso il destino dell’ultimo pub rimasto, “The old oak”.
Molto atteso il ritorno a Cannes di Wim Wenders. Il maestro del cinema tedesco presenta in concorso Perfect Days. L’opera riprende la poetica cara al suo cinema, proponendo una riflessione caleidoscopica sui temi della solitudine, dell’alienazione, del disagio esistenziale di fronte a una società contemporanea sempre più priva di senso.
Infine, Nanni Moretti torna a Cannes con il suo nuovo film, Il sol dell’avvenire, un’opera meta-cinematografica che offre lo spunto per riflettere sul mestiere del regista e sul ruolo del cinema, attraverso uno spaccato della società italiana.