Come accade spesso per i grandi autori, Fellini è uno spirito libero, non fa parte di scuole o correnti cinematografiche, è un uomo solo, immerso in un mondo interiore cosi ricco e universale, da diventare immaginario collettivo del pubblico di tutto il mondo.
Nato a Rimini il 20 gennaio 1920, porterà sempre con sé i ricordi di quell’atmosfera di una provincia pigra e dolce-amara, narrata ne I Vitelloni (1953), e che tornerà a raccontare vent’anni dopo in Amarcord (1973). Un omaggio, più che alla sua città natale, al ricordo trasognato di una Rimini che non c’è più e che forse non è mai esistita, se non nella fantasia infantile di un inguaribile sognatore.
Anche il suo percorso di formazione è atipico e originale. Giunto a Roma per iscriversi a Giurisprudenza, comincia a collaborare come disegnatore e vignettista con la rivista satirica «Marc’Aurelio». Una passione, quella del disegno, che accompagna tutta la sua vita artistica con schizzi preparatori di scene o sequenze dei film.
Negli anni ’40 cominciano le prime collaborazioni con il mondo dello spettacolo come autore, quindi l’esperienza in Radio e la partecipazione alla stesura di alcune sceneggiature, fino all’esordio alla regia nel 1950 con Luci del varietà. Verso la metà degli anni ’50, Federico Fellini firma tre capolavori interpretati da Giulietta Masina. L’eco di ambientazioni neorealiste, ospita personaggi che appartengono già compiutamente alla poetica felliniana: La strada (1954), Il bidone (1955), Le notti di Cabiria (1956). Sono tuttavia due film dell’inizio degli anni ’60 a consacrare definitivamente il talento di Federico Fellini e a farlo conoscere al mondo.
Nel 1960 firma La dolce vita, un affresco che mette in scena una Roma rappresentata come un palcoscenico decadente di stanchi riti sociali, continuamente sospesa tra sogno e realtà, spettacolo e illusione. Marcello Mastroianni attraversa il film con indolente disincanto, regalando un ritratto di un giornalista pigramente immerso in un mondo di opportunismi sociali e vacue velleità intellettuali. Indimenticabile la scena con Anita Eckbert alla Fontana di Trevi, tra le più famose di tutta la storia del cinema.
Sarà ancora Marcello Mastroianni a dare il volto al protagonista del capolavoro assoluto di Federico Fellini. 8 ½: già dal titolo, che indica numericamente la filmografia dell’autore, pare un film indecifrabile e indefinibile. Un regista in crisi d’ispirazione si muove stanco tra una realtà annoiata e i ricordi di un mondo affabulante, che appartiene di un passato onirico e lontano. Un film metalinguistico, autoreferenziale e psicanalitico, che concentra tutta la poetica di Federico Fellini: la sintesi del suo cinema alla massima potenza. Un film sfuggente e complesso, da rivedere più volte per scoprirne i significati più profondi, che si svelano lasciando sempre un affascinante alone di mistero.
La sua carriera resterà per sempre legata a queste due straordinarie opere, anche se negli anni successivi firmerà alcuni grandi film: Giulietta degli Spiriti (1965), Roma (1972), Il Casanova di Federico Fellini (1976), La città delle donne (1980), E la nave va (1983), e il nostalgico Ginger e Fred (1985).
Ciò che ci lascia in eredità Federico Fellini, oltre a una serie di grandi capolavori, è il suo spirito di autore libero e indipendente, fuori dagli schemi, lontano dalla ricerca di un facile consenso e di un gusto mainsteam. È stato un regista fedele al suo pensiero di cinema, e capace di seguire la sua visionaria poetica fino all’estremo. Il suo universo è abitato da un’onirica anarchia, da uno sguardo lieve e giocoso, fatto di ricordi illusori e di mondi evanescenti.
Per saperne di più:
– Sul sito Federico Fellini tante iniziative a lui dedicate nei luoghi in cui ha vissuto e a lui cari: mostre, concerti e conferenze a lui dedicate. Nel segno felliniano del “tutto si immagina”.
Segnaliamo tra le altre, oggi, al Teatro Galli di Rimini, Vince Tempera che dirige la SymphonItaly Orchestra e OLES di Lecce e del Salento in un programma che prevede l’esecuzione delle partiture originali dei temi musicali dei film più celebri del regista riminese.
– Sul sito Rayplay, Le Felliniadi di Hollywood Party – Il cinema alla radio: il bellissimo racconto dei film con gli spezzoni originali.
– Su «La ricerca», una lettura del libro autobiografico di Valerio Magrelli Lo sciamano di famiglia. Omeopatia, pornografia, regia in 77 disegni di Fellini, che racconta del poeta quando, ragazzo che vorrebbe lavorare nel cinema, riesce a frequentare il set di Casanova.
– Sempre su «La ricerca», un approfondimento su Zanzotto e il cinema di Fellini: una lettura di Riccardo Donati del ricco volume curato da Luciano De Giusti e intitolato Il cinema brucia e illumina. Intorno a Fellini e altri rari (Venezia, Marsilio 2011).