L’articolo 3 della costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali, senza distinzione di sesso, razza (sic), religione, lingua, opinioni politiche, condizione sociale e personale.
Fa davvero effetto leggere il profluvio di esternazioni razziste che hanno imbrattato negli ultimi giorni l’immagine del nostro Paese. Mittenti: leghisti variamente assortiti (parlamentari, consiglieri comunali, sindaci, semplici simpatizzanti, uomini e donne, giovani e vecchi…). Destinataria: la ministra Kyenge.
L’articolo 3 della costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali, senza distinzione di sesso, razza (sic), religione, lingua, opinioni politiche, condizione sociale e personale.
Un po’ c’è da capirli, i membri nostrani del ku klux klan.
Quando il costituente ha immaginato quella formulazione si era figurato una situazione limite per i tempi, quella del cittadino italiano discriminato perché non uomo, o perché non caucasico, o perché non cattolico, o perché non benestante, etc…
A quella forma di tolleranza lì ci siamo negli anni formati e abituati.
Quello a cui non eravamo preparati, diciamocelo chiaramente, era di ritrovarci quelle caratteristiche tutte concentrate in una sola persona, per di più assurta ai vertici del nostro sistema politico.
Ora, passi che sia donna, che sia nera, che sia di sinistra, che sia una cattolica un po’ tiepida, che abbia proposto lo ius soli, che sia orgogliosa del proprio passato da immigrata irregolare, che abbia difeso la poligamia…
Ma come la mettiamo con l’italiano perfetto che snocciola nelle interviste in risposta ai borborigmi celtici dei suoi detrattori?
Son cose che danno fastidio.