Cinque poesie di Fabio Pusterla

Tempo di lettura stimato: 5 minuti
La scuola, scrive Pusterla nel suo libro «Una goccia di splendore», non può e non deve essere data per scontata, altrimenti potrebbe morire d’inedia. Il fuoco del dibattito deve essere mantenuto acceso, affinché la cenere delle idee rimanga sempre calda. 
Una suola primaria a Ginevra, in Svizzera – progetto architettonico di Candilis, Josic e Woods con Arthur Bugna del 1962.

DI TUTTO TUTTO E CIAO

per Giampaolo Cereghetti
e qualche altro compagno

Si fiutava il rifiuto prima ancora di vederlo
senza coscienza il no saliva dai giorni, dalla pelle,
dalle braci di qualche camino o fumo di stoppie.

Erano sassi scagliati lontano, prime file occupate
d’anime sempre bennate, cari saluti al dottore
al farmacista all’ingegnere, e tu bifolco
qui cosa fai vai almeno in fondo e cerca di
capire quel che puoi, lavati le mani, taci.
Più tardi: un progetto di mai più. Che mai più
quella cosa, quel posto degradante,
l’altalena di falsi sorrisi e sberle doppie
o triple, pasticche di fluoro annegate nel calamaio,
odore di colla e silenzi
già incisi nel legno di qualche vecchio banco
o traversine della ferrovia, dogane.
Ùipiamech! Ùipiamech!
E un sogno, anche. Di un luogo diverso,
d’apertura e riscatto, uguaglianza; un controcanto
di coraggio e sapere, per tutti. Indipendentemente da:
per tutti, e tra i tutti, prima, per gli ultimi. Senza medie
cianògene, aritmetiche o anagrafiche: la pura
responsabilità dello sguardo
fermo, che prova a cogliere qualcosa,
rischia e incoraggia, non giudica.
Avvìa.

Ah, gli amici persi per strada,
l’impiccato il caduto lo stremato dal viaggio,
gli amici che capivano al volo, senza parlare,
quel sogno. Che si alzavano in volo nel mondo,
quasi ogni giorno, guidando. E adesso, dici, rimane
poco? O siamo noi dei rimasti? Un inganno? Chissà.
Ma nella tasca o nell’armadio, negli anfratti
degli anni, a riemergere imprevisto ci sarà
qualche immagine o traccia, dei nomi, un elenco
di mondi e di volti, mille e mille studenti passati
di qui, e magari un biglietto, uno solo: «Di tutto,
grazie, signor maestro. Di tutto tutto e ciao».
Un elenco, sì. Una mappa di voli.
Non uno stato d’anime, piuttosto
un registro di menti in cammino, una gioiosa
somma di possibilità.

(Zaranspe lamomiachia, roca comia)

Una suola primaria a Ginevra, in Svizzera – progetto architettonico di Candilis, Josic e Woods con Arthur Bugna del 1962.

A UN LICEALE ANNOIATO: TERZINE

Se non succede nulla, e grigio cenere
corre il fiume dei comodi giorni: pìzzicati
una coscia o una guancia, fatti del male, osserva.
Se il decimo maiale
rimane senza cibo e prova invano
ad accostarsi al truogolo dei nove, e lì protervo
lo accoglie a morsi il branco, e quasi stritola, tu ascolta
bene il grugnito animale della storia
umana ed inumana che di fame s’innerva.
Se nella folla un volto senza volto
chiede un aiuto assurdo, incomprensibile
e insiste troppo, ed insistendo snerva,
in memoria conserva
le sue miti parole di scandalo:
tu leggi, io invece no. Io sono un servo.
Se non succede nulla, e grigio cenere
corre il fiume dei comodi giorni: disingannati,
altri battono strade più impervie.

Una suola primaria a Ginevra, in Svizzera – progetto architettonico di Candilis, Josic e Woods con Arthur Bugna del 1962.

ANGELA PIANGE PERCHÉ NON SA PARLARE

Angela piange perché non sa parlare,
perché non sa nessuna lingua e si sente muta,
intuisce che una catena stringe il suo silenzio
a un’esplosione di volti, il suo balbettio
a un passato che appena conosce, tormento privato
che non si può neanche raccontare
tanto è comune, e sordo. Eppure parla,
eppure sa di non saper parlare.
Per questo scoppia in lacrime, nell’ora
di biologia, davanti alla lavagna.

***

SCUOLA PER RICCHI

Sono berline sportive e neri suv
che varcano gli alti cancelli e di là scaricano
i poveri figli dei ricchi alla scuola privata.
Ne avrà cura tutoria dietro le reti e le insegne
la scuola fino a sera, e torneranno
al crepuscolo i genitori e la loro flottiglia
tenacemente giustificata lungo il giorno,
cromatura per cromatura, investimento
su investimento in assenza di impicci.
I figli, nelle pause,
corrono fuori a fumare nervosi a gridare qualcosa
o restano silenziosi contro un muro.
Non bisticciano quasi mai, non manifestano
pena o interessi particolari per gli effetti e le cause.

Si allenano a diventare come i padri come le madri.

Una suola primaria a Ginevra, in Svizzera – progetto architettonico di Candilis, Josic e Woods con Arthur Bugna del 1962

PER UNA INSEGNANTE CATTIVA

Le buone, le scientifiche
ragioni? Come sempre
le avrai, tu rigorosa
sempreverde serpeverde che assicuri
il bene dei ragazzi e dei futuri
calcolatori integerrimi, pronti a farsi
complici di una cosa ottimamente
prevista progettata senza un’ombra
di vaga, dispersiva umanità.

Le buone, le scientifiche ragioni
oggettivate sempre e come sempre
naturalmente incolpevoli. Alla sgraziata
fanciulla che singhiozza e perde muco
e trema contro un muro e picchia i pugni,
a quegli sguardi muti
chini come su un gorgo, che ti dicono
quanto male tu faccia e rappresenti,
agli umili e ai perdenti
auguri sorridendo buona estate.

Troppo onesti,
troppo davvero buoni,
questi ragazzi che hanno disimparato
a contrapporsi.


La poesia Di tutto tutto e ciao è tratta da un volumetto fuori commercio intitolato: Roca comia. Versi per Giampaolo (Alla Chiara Fonte, Lugano, 2016), dedicato a un collega insegnante in occasione del suo pensionamento. Per capire alcuni punti del testo, bisogna sapere che in Ticino, e in particolare nel Mendrisiotto (il Ticino più meridionale), esisteva una volta un linguaggio segreto chiamato “larpaiudre” (“parlà indré”) che rovesciava l’ordine delle sillabe di ogni parola. Così “Roca comia” vuol dire “caro amico”; “Ùipiamech” significa “che mai più”; e il verso finale letto al contrario dà: “Chiamiamola speranza, caro amico…”.
Le poesie Per una insegnante cattiva e Scuola per ricchi sono state pubblicate nella raccolta Argéman (Marcos y Marcos, 2014).
A un liceale annoiato è stata pubblicata per la prima volta in Folla sommersa (Marcos y Marcos, 2004), Angela piange perché non sa parlare in Pietra sangue (Marcos y Marcos, 1999).

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Fabio Pusterla

Insegnante e scrittore ticinese, è uno dei maggiori poeti contemporanei. Le sue poesie sono pubblicate dall’editore Marcos y Marcos. Nel 2009 per l’editore Einaudi è uscita un’antologia del periodo 1985-2008, intitolata «Terre emerse». Ha scritto tra l’altro «Una goccia di splendore. Riflessioni sulla scuola» (Casagrande, 2008).

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