Ciceroni d’eccezione: Communicating Art

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Visite guidate interessanti e piacevoli in famosi luoghi d’arte. Giovani guide simpatiche e disponibili. Guide turistiche professioniste? No. Storici dell’arte in erba? Nemmeno. Sono i ragazzi degli istituti superiori di Firenze

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Si tratta di un’interessante iniziativa della Sezione didattica – diretta da Maria Paola Masini – della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze. Stiamo parlando del progetto Communicating Art, nato una decina di anni fa con Jennifer Celani e attualmente coordinato da Silvia Mascalchi, che prepara gli studenti del III e IV anno delle scuole superiori ad accogliere i visitatori, in più lingue, in alcuni celebri luoghi d’arte del Polo museale fiorentino. Quest’anno il progetto ha coinvolto 11 musei del Polo, affidati a 14 classi di 9 istituti superiori.
Il progetto riunisce in sé una serie di obiettivi: rientra nel CLIL (Content and Language Integrated Learning), insegnando agli studenti a esprimere contenuti di storia dell’arte in una lingua straniera; permette ai ragazzi di scoprire luoghi sconosciuti della propria città e di “appropriarsene”, imparando a leggere il territorio e stabilendo collegamenti fra siti correlati; è un ottimo esempio di educazione al patrimonio, che rende gli studenti consapevoli dell’appartenenza a una comune tradizione culturale e li responsabilizza nella tutela dei beni culturali.

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A questi obiettivi si aggiungono altri vantaggi: gli studenti imparano a confrontarsi con il pubblico e con le sue differenti reazioni ed esigenze, a fronteggiare situazioni impreviste, a adeguare comportamento (e, perché no, abbigliamento) al luogo in cui operano, a superare imbarazzo o timidezza, a esporre dei contenuti senza leggere e senza impararli a memoria, a entrare in contatto con un ambiente lavorativo e a mettersi in relazione con il personale del museo. Il personale del museo, un altro aspetto del progetto da non sottovalutare: la sua accoglienza è spesso servita a incoraggiare i ragazzi aiutandoli a superare l’emozione iniziale.
Da questa esperienza, e dal contatto con i visitatori, gli studenti ricavano una conferma delle proprie capacità, maggiore autostima e maggior fiducia in se stessi. E capiscono che il loro studio non è fine a se stesso e può essere messo al servizio degli altri.
Ho voluto fare anch’io una prova, dopo aver conosciuto Silvia Mascalchi e Sonia Lolli, insegnante di storia dell’arte coordinatrice del progetto per il Liceo Linguistico “Pascoli”. Ho iniziato dal Cenacolo di Sant’Apollonia, con il grande affresco di Andrea del Castagno, affidato proprio agli studenti del “Pascoli”. I ragazzi, che proponevano le visite in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco, mi hanno accolto con simpatia e hanno cominciato la visita illustrando l’ambiente con appropriati riferimenti storici e raccontando come sono stati riscoperti gli affreschi dopo l’Unità d’Italia.

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Dopo aver collocato il luogo nel suo contesto culturale sono passati a illustrare la tecnica dell’affresco, spiegando come si procede allo stacco o allo strappo della pittura murale e cosa sono le sinopie. Non si sono sottratti alle domande (né alle mie né a quelle di altri visitatori piacevolmente incuriositi dalla novità) e, procedendo dal generale al particolare, sono arrivati alla descrizione dell’Ultima Cena di Andrea del Castagno: che cosa rappresenta e quale momento mette a fuoco, come si colloca nel refettorio, la sua impostazione prospettica, la definizione dei personaggi e le particolarità di Giuda, l’arredo della scena, i pasti dei monaci… cosa chiedere di più?
Sono quindi andata alle Cappelle Medicee, affidate agli studenti del Liceo Linguistico dell’ISIS “Gobetti – Volta” di Bagno a Ripoli coordinati dalla prof.ssa Lucia Speranza. Mi sono guardata bene dal dire loro che sono una storica dell’arte (lo hanno saputo solo alla fine del giro), e anche in questo caso ho trovato studenti carini e disponibili, con una gran voglia di comunicare quello che sapevano e di illustrare ai visitatori il prestigioso luogo loro assegnato. Si alternavano nelle spiegazioni e, contrariamente a quanto accade in caso di interrogazione, sembrava che tutti avessero voglia di parlare e di contribuire alla riuscita della visita.

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Mi hanno raccontato la storia della famiglia Medici e del Patto di famiglia dell’Elettrice Palatina, si sono scusati (!) per non aver avuto il tempo di prepararsi anche sulla mostra in corso su Leone X, mi hanno parlato di architettura e scultura, di pietre dure, intarsi e reliquiari, di simbologia e di araldica, di Michelangelo, Hitler e Mussolini.
Alla mia domanda su quali difficoltà avessero incontrato hanno evidenziato il problema di passare velocemente da una lingua all’altra e il timore di dimenticare i dati importanti. Ma sembravano perfettamente a loro agio nell’ambiente, perché, come mi hanno raccontato, prima di andare sul posto sembrava tutto difficile, ma una volta arrivati le cose hanno acquistato un senso e le spiegazioni sono apparse più chiare: perché è così, la storia dell’arte, tutte le volte che è possibile, si fa in presenza delle opere.
L’esperienza dura circa una settimana all’anno – generalmente in corrispondenza della Settimana della Cultura e delle Giornate Europee del Patrimonio, in cui l’ingresso ai musei statali è gratuito -, ma la preparazione richiede parecchi mesi. Il progetto ha inizio in settembre con una convenzione stipulata fra la scuola e la Soprintendenza per il Polo museale di Firenze. La Sezione didattica della Soprintendenza garantisce il coordinamento, la consulenza scientifica, il materiale di lavoro (fra cui delle schede operative in inglese), un certo numero di lezioni effettuate dai suoi funzionari e di laboratori tenuti da operatori esterni. Un primo incontro introduce al progetto, alla struttura della Soprintendenza e dei musei, all’importanza della tutela del patrimonio culturale e alle vicende storiche del patrimonio artistico fiorentino. Dopo le lezioni e i laboratori avviene l’incontro con il museo: una visita con l’operatore e una verifica finale degli studenti prima dell’attività di accoglienza.

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Per quanto riguarda la preparazione relativa al Cenacolo di Sant’Apollonia, ad esempio, erano previsti approfondimenti sul sistema dei conventi, sui refettori e i cenacoli fiorentini, sulle tecniche di pittura e sull’iconografia sacra. Fra i vari obiettivi indicati nel progetto, lo sviluppo delle capacità di connessione fra fenomeni artistici e letterari, l’acquisizione di conoscenze sul patrimonio artistico fiorentino, l’apprendimento di tecniche linguistiche ed espositive nelle diverse discipline.
Nel caso delle Cappelle Medicee, erano previste anche una lezione sulla tecnica del commesso fiorentino e una visita guidata dagli studenti alle Cappelle Medicee e all’Opificio delle Pietre Dure ai loro compagni francesi in occasione dello scambio con il Liceo di Macon.
Gli studenti hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa, ottenendo ottimi risultati confermati dalle valutazioni positive dei numerosi visitatori. Purtroppo rimangono esclusi da questa esperienza quegli istituti superiori in cui la conoscenza delle lingue non è adeguatamente coltivata.
La visita guidata con gli studenti è stata un’esperienza veramente piacevole: i ragazzi sembravano consapevoli del patrimonio loro affidato e orgogliosi di presentarlo agli altri. Ed è sicuramente questo uno degli scopi principali dell’insegnamento della storia dell’arte nelle scuole, non certo quello di formare dei piccoli storici dell’arte. Impadronendosi del “loro” patrimonio culturale, forse per la prima volta i ragazzi si sono resi conto che si tratta di qualcosa che li riguarda da vicino, fa parte delle loro vite, appartiene anche a loro e, di conseguenza, dipende anche da loro la sua sopravvivenza e la sua tutela.

Link utili:
– Info sulla sezione didattica del Polo Museale fiorentino: http://www.polomuseale.firenze.it/en/didattica/?s=sezioni/chisiamo.php
– Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Polo-Museale-Fiorentino/107166256081681#!/Sezionedidattica?fref=ts

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Elena Franchi

È storica dell’arte, giornalista e membro di commissioni dell’International Council of Museums (ICOM).
Candidata nel 2009 all’Emmy Award, sezione “Research”, per il documentario americano “The Rape of Europa” (2006), dal 2017 al 2019 ha partecipato al progetto europeo “Transfer of Cultural Objects in the Alpe Adria Region in the 20th Century”.
Fra le sue pubblicazioni: “I viaggi dell’Assunta. La protezione del patrimonio artistico veneziano durante i conflitti mondiali”, Pisa, 2010; “Arte in assetto di guerra. Protezione e distruzione del patrimonio artistico a Pisa durante la Seconda guerra mondiale”, Pisa, 2006; il manuale scolastico “Educazione civica per l’arte. Il patrimonio culturale come bene dell’umanità”, Loescher-D’Anna, Torino 2021.
Ambiti di ricerca principali: protezione del patrimonio culturale nei conflitti (dalle guerre mondiali alle aree di crisi contemporanee); tutela e educazione al patrimonio; storia della divulgazione e della didattica della storia dell’arte; musei della scuola.

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