Call for papers: tecnologie e scuola inclusiva

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La ricerca lancia una call per un nuovo Quaderno della Ricerca, intitolato “Le tecnologie per una scuola di comunità aperta e inclusiva”. Cureranno i lavori Giuseppina Rita Jose Mangione, Francesca De Santis, Maeca Garzia, ricercatrici INDIRE.
L’idea di un numero monografico su Le tecnologie per una scuola di comunità aperta e inclusiva nasce nell’ambito delle attività di studio e intervento del gruppo di ricerca INDIRE nei contesti educativi più periferici, di montagna, delle isole e delle aree interne del paese.

Il tema delle scuole piccole e rurali trova infatti nell’ambito dell’educational research numerose prospettive di indagine. Tra i filoni di studio di maggiore rilevanza si citano quelli che si focalizzano sul rapporto tra scuola e territorio (Corbett, White, 2014; Bartolini et al., 2021), studi che ripensano l’uso delle tecnologie e della materialità digitale per intervenire sulle situazioni di remoteness (Mangione, Cannella, 2020; Mangione, Calzone, 2020), oltre che ricerche che approfondiscono la comprensione dei vantaggi (classi di piccola numerosità e vicinanza della comunità) (Mangione, Cannella, 2021) e degli svantaggi (difficoltà nell’incentivare e trattenere insegnanti altamente qualificati, gestione pluriclassi, isolamento geografico e difficoltà di inclusione di bambini con difficoltà – Azano, Stewart, 2016) con attenzione alle situazioni di maggiore fragilità anche in seguito al periodo pandemico e alla iniquità delle soluzioni per l’educazione a distanza per i rural learner (EAC, 2020).

Emerge un quadro complesso, in quanto le piccole scuole non si trovano soltanto in luoghi remoti e isolati, ma anche nei territori dell’«Italia di mezzo» (Coppola et al., 2021) e addirittura, talvolta, nei centri urbani, magari in periferie con problemi di marginalità o in centri storici in via di spopolamento. In questi contesti educativi, il problema fondamentale è quello dell’isolamento culturale e geografico derivante dal posizionamento territoriale e da un carente livello di interazione, generato dal numero minimo di studenti e spesso dalla impossibilità di connettere classi e plessi, o ancora classi e spazio della casa in cui si trovano i bambini in difficoltà, per via di problemi di salute o per assenza di trasporti e strade percorribili per arrivare a scuola (Hyry-Beihammer, Hascher, 2015).

Il volume monografico accoglierà ricerche ed esperienze che hanno come oggetto le piccole scuole e le situazioni didattiche non standard, dando voce a processi educativi inclusivi e forme di networking in grado di potenziare l’offerta educativa in contesti estremi di isolamento (istruzione domiciliare, scuola in ospedale, realtà “sconnesse”) e caratterizzati da situazioni di crisi e di emergenza (Giroux, 2021).

Temi del numero monografico

Aperture di rete in pluriclasse

La letteratura internazionale mette in luce l’importanza delle tecnologie per le scuole che si trovano in condizione di isolamento geografico. Il lavoro in rete, la connessione a distanza con realtà scolastiche affini rappresenta una modalità efficace, ad esempio, per condividere materiali utili per la didattica nelle pluriclassi (Couture et al., 2013) o per valorizzare strategie di differenziazione esterna per gruppi classe. Nelle piccole scuole le tecnologie informatiche possono essere strumenti di primaria importanza per l’arricchimento, l’apertura e l’estensione dell’aula anche in situazioni di isolamento (Alpe, Fauguet, 2008; Mangione, Cannella, 2020). Tramite le tecnologie informatiche i docenti e i discenti di pluriclasse possono collaborare con docenti e discenti di altre scuole, realizzando, per esempio, unità didattiche comuni attraverso forme organizzative proprie della didattica condivisa (Alpe, Fauguet, 2008; Cannella, Mangione, 2020).

Forme di networking e alleanze territoriali

La dimensione del networking, analizzata anche attraverso pratiche di mentoring tra scuole rurali (Chapman, Fullan, 2007; Muijs et al., 2010; Muijs et al., 2011; Fazekas, Burns, 2012), viene studiata in letteratura attraverso sguardi plurimi: da un lato il rapporto di collaborazione tra soggetti afferenti ad ambiti diversi che Edwards (2009) definisce in termini di relational agency o capacità collaborativa; dall’altro la collaborazione tra ricercatori e pratici (research-practice partnerships (RPPs) che nelle reti di scuole può rappresentare lo strumento con cui affrontare problemi endemici del contesto riferendosi a queste in termini di “Research Alliances”, “Design Based Research Partnerships”, e “Network Improvement Communities”; da un alto ancora, la dimensione della rete nel potenziare azioni che seguono più approcci di mentoring (top-down, buttom-up, mixed-method) e di crescita professionale (EU, 2021)

Spazi ibridi per situazioni didattiche non standard

Le Situazioni di Didattica Non Standard (SDiNS) (scuola domiciliare, scuola in ospedale, scuola “disconnessa”), ovvero tutte quelle realtà di scuola che, per la loro comprensione, sfuggono al modello della “classe normale”, con attenzione ai contesti rurali e periferici, meglio di altre si prestano a interpretare il ruolo del digitale e delle tecnologie per favorire processi inclusivi, collaborativi e improntati alla personalizzazione educativa (Carenzio, Ferrari, 2021). Oggi una scuola disconnessa, tanto geograficamente quanto telematicamente, vede nella tecnologia uno strumento attraverso cui «costruire o ricostruire i legami» (Rivoltella, 2021, 61). La dimensione tecnologica diviene quindi collante tra la sfera epistemologica, quella didattica e quella relazionale (Benigno et al., 2021). Da una lettura dicotomica del ruolo del digitale (analogico/digitale; reale/virtuale) che ne impedisce di cogliere la natura complessa degli ambienti di apprendimento ibridi, si propone una lettura “di sintesi” che permetta di ripensare gli ambienti in modo da valorizzare la dimensione fisica (lo spazio in cui si è fisicamente presenti), la dimensione digitale (tutto ciò che l’uso delle tecnologie digitali apporta nello spazio fisico) e la dimensione delle interazioni sociali nelle esperienze educative.

Educare in emergenza e all’emergenza

Le pratiche messe in campo dalla pedagogia della pandemia non sono solo azioni di adattamento per rispondere a un’emergenza sanitaria, ma definiscono lo spazio di un sistema di conoscenze, idee, valori e desideri che mirano a costituire specifiche identità, relazioni, e specifiche ermeneutiche del presente e del futuro (Giroux, 2021). Pratiche prodotte in patti culturali ideologicamente e politicamente orientati all’oggettivare le persone. Ne deriva uno scenario disincantato, in cui risulta necessario decostruire alcune delle parole che a nostro avviso stanno caratterizzando l’emergenza, o meglio le emergenze, ancora in corso mentre stiamo scrivendo, quali pandemia, cura, resilienza, tecnologie, relazione educativa, dialogo (Isidori, Vaccarelli, 2013). Quali pratiche o strategie aiutano le scuole a sopportare il presente e, allo stesso tempo, a renderlo tempo generativo di resilienza? È possibile educare e insegnare in emergenza e all’emergenza?

Riferimenti bibliografici

Alpe, Y., Fauguet, J. L., Enseigner dans le rural: un «métier» à part?, in «Travail et formation en éducation», 2, 2008.

Azano, A. P., Stewart, T. T., Confronting challenges at the intersection of rurality, place, and teacher preparation: Improving efforts in teacher education to staff rural schools, in «Global Education Review», 3(1), 2016, pp. 108–128.

Bartolini, R., Mangione, G.R.J., De Santis, F., Tancredi, A., Piccole scuole e territorio: un’indagine sulla relazione scuola-comune per un progetto formativo allargato, in «Scienze del Territorio», vol. 9, 2021, pp. 155-167.

Benigno, V., Fante, C., Caruso, G., Ravicchio, F., Approcci, azioni e tecnologie a supporto della classe ibrida inclusiva, in «Italian Journal of Educational Technology», 29(1), 2021, pp. 5-25.

Cannella, G., Mangione, G.R.J., Rivoltella, P.C. (a cura di), A scuola nelle piccole scuole. Storia, metodi, dinamiche. Morcelliana Scholè, Brescia 2021.

Carenzio, A., Ferrari, S., Situazioni didattiche non standard, in Rivoltella, P.C., Apprendere a distanza. Teorie e metodi, Raffaello Cortina Editore, Milano 2021, pp. 69-75.

Chapman, C., Fullan, M., Collaboration and partnership for equitable improvement: towards a networked learning system? , in «School Leadership & Management», 27:3, 2007, pp. 207-211.

Corbett, M., White, S., Introduction: Why put the ‘rural’in research?, in Doing educational research in rural settings, Routledge 2014, pp. 19-22.

Coppola, A., Del Fabbro, M., Lanzani, A. S., Pessina, G., Zanfi, F., Ricomporre i divari. Politiche e progetti territoriali contro le disuguaglianze e per la transizione ecologica, il Mulino, Bologna 2021.

Couture, C., Monney, N., Thériault, P., Allaire, S., Doucet, M., Enseigner en classe multiâge: besoins de développement professionnel d’enseignants du primaire, in «Canadian Journal of Education», 36(3), 2013, p. 108.

Edwards, A., Relational agency in collaborations for the well‐being of children and young people, in «Journal of Children’s Services», Vol. 4 No. 1, 2009, pp. 33-43.

Fazekas, M., Burns, T., Exploring the complex interaction between governance and knowledge in education, in »Synthesis of the literature». Paper for the CERI Governing Complex Education Systems Project Launch Meeting, Oslo 2012, pp. 28-29.

Gjelten, T., A Typology of Rural School Settings, Summary of presentation prepared for the Rural Education Seminar, United States Department of Education (Washington, DC May 3-5, 1982).

Gristy, C., Hargreaves, L., Kučerová S.R. (a cura di), Educational research and schooling in rural Europe. An engagement with changing patterns of education, space, and place, Information Age Publishing. Charlotte, NC 2020.

Giroux, H., Pandemic Pedagogy. Education in time of crisis, Bloomsbury, LA 2021.

Harris, A., Spillane, J., Distributed leadership through the looking glass, in «Management in education», 22(1), 2008, pp. 31-34.

Hyry-Beihammer, E. K., Hascher, T., Multi-grade teaching practices in Austrian and

Finnish primary schools, in «International Journal of Educational Research», 74, 2015, pp. 104-113.

Isidori, M. V., & Vaccarelli, A., Pedagogia dell’emergenza/didattica nell’emergenza, Franco Angeli, Milano 2013.

Mangione, G. R. J., Calzone, S., Materialities in innovative education: Focus on small

Italian schools, in «Epistemological Approaches to Digital Learning in Educational Contexts». Routledge 2020, pp. 102-126.

Mangione, G.R.J., Cannella, G., Small School, Smart Schools: Distance Education in Remoteness Conditions, in « Technology, Knowledge and Learning», 1-21, 2020 (ISSN 2211-1662), Springer Nature SharedIt Initiative.

Mangione, G. R. J., Cannella, G., Small school, smart schools: Distance education in remoteness conditions, in «Technology, Knowledge and Learning», 26(4), 2021, pp. 845-865.

Melstveit, R., Fellows, S., Staring, F., Vicentini, L., Looney, J., in Digital Tools and Practices: How Digital Technology in Compulsory Education Can Help Promote Inclusion, Report EAC Directorate-General for Education, Youth, Sport and Culture 2020.

Muijs, D., West, M., & Ainscow, M., Why network? Theoretical perspectives on networking, in «School effectiveness and school improvement», 21(1), 2010, pp. 5-26.

Muijs, D., Leadership and organisational performance: from research to prescription?, in «International Journal of Educational Management» 2011.

Rivoltella, P.C., Editoriale. Insegnanti Totalmente Autonomi, in «Scuola Italiana Moderna», 2 (10), 2016, pp. 1-2.

Showalter, D. et al., Why Rural Matters 2015-2016: Understanding the Changing Landscape, in «Rural School and Community Trust», Washington, DC 2017.

Sze, S., Get ahead, get technology: A new idea for rural school success, in «Proceedings of the American Council on Rural Special Education», 24, 2004, pp. 118-121.


Tipologia di lavori da presentare

Si accolgono Studi e ricerche (contributi che vertono su uno o più quadri teorici e risultati di ricerche empiriche) ed Esperienze didattiche sui temi proposti e che hanno come contesto educativo le piccole scuole.

Per la prima tipologia, Studi e ricerche, si accettano contributi di max 20.000 battute (spazi e note incluse); per la seconda tipologie, Esperienze didattiche, contributi di max 10.000 battute (spazi e note incluse).

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Tempi

Apertura call: 17 maggio 2022

Scadenza invio contributi: 15 luglio 2022

Feedback agli autori: 15 settembre 2022

Consegna definitiva degli elaborati revisionati: 1° ottobre 2022

Uscita del volume: dicembre 2022

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Contatti e invio contributi

I contributi vanno inviati a laricerca@loescher.it mettendo in cc anche f.desantis@indire.it e specificando nell’oggetto della mail la call a cui il lavoro proposto vuole rispondere. 

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Indicazioni per la scrittura

I contributi dovranno rispettare le norme editoriali Loescher reperibili qui.

Per quanto riguarda le norme bibliografiche, si invita a seguire quelle di seguito:

Citazioni nel testo


Si possono utilizzare quattro modi per citare un autore in un testo:

  1. Utilizzare il nome autore/i/autrice/i come soggetto e mettere l’anno di pubblicazione tra parentesi
    Come hanno affermato Beck e Freeman (1990)…
  2. Mettere sia il nome autore/autrice che l’anno di pubblicazione tra parentesi
    I disturbi di personalità sono stati oggetto di numerosi studi (es. Beck, Freeman, 1990)…
  3. Citazione testuale (di solito non supera le 40 parole ed è tra «…»)
    Secondo Pellicciari e Tinti (1998) «il colloquio informale […] con cui il ricercatore riesce…» (p. 139).
  4. Citare attraverso una fonte secondaria
    «la solution de problèmes d’arithmétiques élémentaire n’a pas été beaucoup étudiée par les psychologues» (Vergnaud, Durand, 1975, citato da Rouchier, 1994, p. 150).

Nel caso di più autori/trici (fino a 6) si elencano tuttə la prima volta che compare il riferimento,
successivamente utilizzare solo il cognome del primo autore/della prima autrice seguito da et al.

1) Donati, Lafranchi e Tocchetto (2005) hanno trovato che
2) (Donati, Lafranchi, Tocchetto, 2005)

Le volte successive

1) Donati et al. (2005) hanno trovato che
2) (Donati et al., 2005)

Nel caso di 7 o più autorə già dalla prima citazione si menziona solo il primo autore/la prima autrice seguito da et al.
Nel caso si rinvii a più pubblicazioni nella stessa parentesi, occorre ordinare in ordine alfabetico e cronologico le referenze dello stesso autore/della stessa autrice.
Numerosi studi (Brown, 1992; Brown, Campione, 1990; Brown, Palincar, 1982) mostrano che…

Nel fare riferimento a una specifica parte di una pubblicazione, si indica il numero di pagina
(Cheek, Buss, 1981, p. 33)

Nel caso si citi una fonte tradotta si indicheranno l’anno di pubblicazione dell’originale e quello della traduzione separati da /. Se l’anno originale è sconosciuto, allora si indica solo l’anno della traduzione.
Berger e Luckman (1968/1989) sostengono che

Bibliografia finale

Le voci bibliografiche sono presentate in ordine alfabetico in base al cognome di autore/autrice.

Nel caso di due references, si segue l’ordine cronologico secondo la data di pubblicazione.

Nel caso di due references stessə autorə pubblicate nello stesso anno, si aggiungeranno a, b, c ecc. dopo l’anno di pubblicazione.
Beck, P. (2001a) …
Beck, P. (2001b) …

Le pubblicazioni di singolə autorə precedono quelle che ha scritto con altrə.
Alleyne, R. (2001)….
Alleyne, R., Evans, A. (1999)….

Regole generali

Battisti Carera, L., Brioschi, M. G., Parabole: un cammino per l’uomo. Due psicologhe analiste leggono alcune parabole, Borla, Roma 1996

ARTICOLI IN PERIODICI, GIORNALI, RIVISTE

Janosz, M., Georges, P., Parent, S, L’environnement socio-éducatif à l’école secondaire: Un modèle théorique pour guider l’évaluation du milieu, in «Revue Canadienne de Psycho-éducation», 27, 1998, pp. 285-306.

– In press
È possibile indicare in bibliografia anche articoli accettati per la pubblicazione e non ancora pubblicati. Al posto della data di pubblicazione, sarà scritto (in press).

DOCUMENTI ONLINE
Autorə, A. A., Autorə, B. B., Autorə, C. C., Titolo, DATA/ANNO, consultabile all’indirizzo https://www.yyz.zx

 

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Francesca De Santis

è ricercatrice INDIRE.

Giuseppina Rita Jose Mangione

è ricercatrice INDIRE

Maeca Garzia

è ricercatrice INDIRE.

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