Benvenuti… ma non troppo

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Accoglienza e solidarietà alla prova dei fatti in una commedia francese che fa riflettere.

L’Europa sta vivendo un periodo di profonda crisi economica e di alte tensioni sociali. Se a questo aggiungiamo l’inarrestabile flusso migratorio di popolazioni che fuggono da guerre, regimi liberticidi, miseria e fame, il quadro complessivo si fa ancora più cupo e complesso. La crisi economica generata dalle speculazioni finanziarie di un sistema capitalista scellerato e senza scrupoli, le guerre in Medio Oriente e Nord Africa, tragico epilogo di secoli di dominazioni coloniali e sfruttamento economico che l’Europa sembra aver rimosso dalla propria responsabilità storica, stanno presentando il conto.
Tra l’emergenza umanitaria, che spinge a dare accoglienza a uomini, donne e bambini in pericolo di vita, e la costruzione di muri alle frontiere, l’Europa sembra agitarsi in modo schizofrenico, senza trovare un punto di equilibrio politico per affrontare un problema purtroppo quasi irrisolvibile, e causato dal lungo e colpevole sedimentarsi di miopia ed egoistica superficialità.
Il cinema ci può aiutare a riflettere sui temi legati alla solidarietà sociale e alla necessità di fornire aiuti umanitari a persone in difficoltà: concetti che quasi tutti sposiamo in termini generali e astratti, salvo poi cominciare a mettere paletti quando tutto ciò tocca le nostre vite quotidiane, il nostro piccolo mondo.

Il film di Alexandra Leclère ha il pregio di affrontare con i toni lievi della commedia proprio quest’eventualità, cercando di mettere in luce come potremmo reagire se fossimo direttamente chiamati in causa. Quanto le nostre prese di posizione ideologiche sarebbero in sintonia con la realtà vera dei fatti?
Con un escamotage irreale ma credibile, il film mette alla prova ciascuno di noi attraverso le vicende dei protagonisti. La Francia è colpita da un’ondata di gelo fuori dal comune, e i senzatetto manifestano per strada chiedendo assistenza e un ricovero per la notte. Il governo francese, di fronte a un’emergenza nazionale sempre più pressante, decide di prendere misure straordinarie. Tutti i proprietari di appartamenti con camere libere devono ospitare chi vive per strada. È il panico, soprattutto nei quartieri più esclusivi del centro. Al civico 86 di rue du Cherche, in un lussuoso palazzo d’epoca, abitano la famiglia Dubreuil, imprenditori dell’alta borghesia conservatrice e reazionaria, e la famiglia Bretzel, intellettuali e progressisti, tipica espressione della sinistra radical chic. Ideologicamente schierate su due fronti opposti e con visioni della società inconciliabili, le due famiglie dovranno fare i conti con una realtà che rischia di mettere a rischio il loro benessere e i loro stili di vita, forse non così agli antipodi da come potrebbero apparire a un primo sguardo.
Sarà l’emergenza a far uscire la vera indole delle persone, ad abbattere i preconcetti, a mettere in crisi consolidati modi di pensare, a scatenare crisi d’identità che coinvolgono le esistenze e l’immagine di se stessi. Il film offre davvero allo spettatore una simulazione forte e potente, chiedendogli di guardarsi dentro con sincerità per capire realmente da che parte sta.

Benvenuti… ma non troppo
Regia: Alexandra Leclère
Con: Karin Viard, Didier Bourdon, Valérie Bonneton, Michel Vuillermoz, Josiane Balasko, Patrick Chesnais, Sandra Zidani, Michèle Moretti, Pauline Vaubaillon, Firmine Richard, Anémone, Jackie Berroyer
Durata: 106 min.
Produzione: Francia, 2014

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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