APPlicazioni d’arte #1 Mostre, musei e furti

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Sono sempre più numerose le app dedicate al mondo dell’arte e del patrimonio culturale. Scopriamone un paio di quelle più interessanti e originali.

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Iniziamo con Arte Intorno, elaborata da Artribune, particolarmente utile in questo periodo di vacanze in quanto permette di orientarsi fra le varie iniziative in corso in Italia legate al mondo dell’arte attraverso una mappa interattiva.
La pagina consente diversi tipi di esplorazione. Si può scegliere un luogo sulla mappa, per scoprire mostre e avvenimenti entro il raggio di 1 km oppure affidarsi ai suggerimenti degli Eventi in evidenza, che ci conducono agli approfondimenti nella sezione principale del magazine Artribune – eventi fra cui troviamo, in questi giorni, la mostra di Canaletto o Eco e Narciso a Roma, Picasso in Puglia (a Martina Franca, Mesagne e Ostuni), Giosetta Fioroni a Milano o la collettiva Dancing with myself a Venezia.

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Un’altra possibilità è quella di scoprire cosa offrono le principali località cliccando nella sezione Speciale città, che ci riporta alle mappe di Milano, Roma, Torino, Palermo, Venezia, Firenze e Napoli.
La sezione Speciali, infine, ci invita ad alcuni avvenimenti di rilievo: in questi giorni Manifesta 12, la Biennale europea di arte contemporanea, che quest’anno si tiene a Palermo.

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Un’altra app, Hacking the Heist, questa volta americana, è particolarmente originale, anche se troppo poco sviluppata. Permette infatti di “ricollocare” nei musei le opere d’arte trafugate utilizzando le possibilità della realtà aumentata. L’app ci riporta alla rapina del 18 marzo 1990 all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, quando due uomini vestiti da agenti di polizia si introdussero nel museo, legarono le guardie e in 81 minuti riuscirono a sottrarre 13 opere di Rembrandt, Vermeer, Manet, Degas per un valore stimato fra i 300 e i 500 milioni di dollari. Opere che non sono mai state recuperate, nonostante la ricca taglia offerta dal museo, e fra cui figura anche il Cristo nella Tempesta, unico paesaggio marino conosciuto di Rembrandt.
Il museo, invece di nascondere o rimuovere la mancanza delle opere, ne ha fatto il suo punto di forza, lasciando nelle sale le cornici vuote. Il furto è così diventato un’opportunità per raccontare la storia dei dipinti anche nel sito del museo, attraverso una visita virtuale e la pubblicazione di foto e documenti storici: a dimostrazione di come sia importante, per un museo, il modo in cui si racconta anche un avvenimento negativo.
L’app Hacking the Heist permette quindi di ricollocare le opere (per il momento solo i due dipinti di Rembrandt Cristo nella tempesta e Dama e gentiluomo in nero) al proprio posto puntando la fotocamera dello smartphone sulle cornici.

A proposito di furti nel campo del patrimonio culturale, però, non si può non parlare dell’app più importante in tal senso: quella scaricabile dalla pagina del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, con un software per la comparazione automatica delle immagini.
L’app permette di confrontare un’immagine o una fotografia scattata con il proprio smartphone con quelle contenute nella ricchissima Banca dati delle opere da recuperare dei Carabinieri TPC; consente la consultazione dei bollettini delle opere d’arte trafugate e la compilazione dell’Object ID, una sorta di carta d’identità dell’opera d’arte, fondamentale per la sicurezza dei beni di proprietà privata, ma utilizzato anche come sistema di inventariazione in situazione di emergenza, in realtà museali minori o nelle realtà museali maggiori per i beni di nuova acquisizione, in attesa della schedatura scientifica. L’Object ID si rivela di grande utilità in caso di furto di un bene culturale in quanto consente di fornire dati e immagini utili all’organo di polizia presso il quale si sporge la denuncia. Anche se l’app non sempre funziona perfettamente, è sicuramente un buon modo per coinvolgere i cittadini nella tutela del patrimonio culturale italiano.

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Elena Franchi

È storica dell’arte, giornalista e membro di commissioni dell’International Council of Museums (ICOM).
Candidata nel 2009 all’Emmy Award, sezione “Research”, per il documentario americano “The Rape of Europa” (2006), dal 2017 al 2019 ha partecipato al progetto europeo “Transfer of Cultural Objects in the Alpe Adria Region in the 20th Century”.
Fra le sue pubblicazioni: “I viaggi dell’Assunta. La protezione del patrimonio artistico veneziano durante i conflitti mondiali”, Pisa, 2010; “Arte in assetto di guerra. Protezione e distruzione del patrimonio artistico a Pisa durante la Seconda guerra mondiale”, Pisa, 2006; il manuale scolastico “Educazione civica per l’arte. Il patrimonio culturale come bene dell’umanità”, Loescher-D’Anna, Torino 2021.
Ambiti di ricerca principali: protezione del patrimonio culturale nei conflitti (dalle guerre mondiali alle aree di crisi contemporanee); tutela e educazione al patrimonio; storia della divulgazione e della didattica della storia dell’arte; musei della scuola.

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