Allied – Un’ombra nascosta

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“Il declino dell’impero americano” era il titolo di un bel film della fine degli anni Ottanta firmato dal regista canadese Denys Arcand, e potrebbe essere anche il sottotitolo o la chiave di lettura dell’ultimo film di Robert Zemeckis: “Allied – Un’ombra nascosta”.

È un vero peccato vedere l’autore di Ritorno al futuro (1985), Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988), La morte ti fa bella (1992), Forrest Gump (1994) insabbiarsi in un’impresa dagli esiti così deludenti. Nel suo cinema c’è sempre stata una certa vena nostalgica unita a una giocosa esibizione della conoscenza dei generi classici della grande tradizione hollywoodiana, ma il tutto era sempre accompagnato da una verve creativa capace di rinnovare e innovare con stile personale. Quest’ultima opera, purtroppo, si muove nel territorio di un citazionismo sterile e deludente, che fa scivolare irrimediabilmente ogni inquadratura nella noia e nell’oblio.
Sì, perché quando l’incipit di un film si svolge a Casablanca, guarda caso durante il periodo della Repubblica di Vichy, e ha per protagonisti principali un uomo e una donna che combattono per liberare la Francia dall’invasore nazista, è inevitabile fare paragoni con il famoso film di Michael Curtiz del 1942. Peccato che Brad Pitt, bellissimo come sempre, reciti con l’intensità espressiva di un modello in uno spot di un deodorante, e che la seppur brava Marion Cotillard nulla abbia a che vedere con il fascino ambiguo e misterioso di Ingrid Bergman.

Ma le assonanze con i classici del passato non si fermano a Casablanca. Ricordate la splendida coppia Humphrey Bogart – Lauren Bacall in Acque del Sud di Howard Hawks, sempre ambientato nello stesso periodo storico? Be’, dimenticatela. Al confronto di attori con quella presenza scenica i nostri Pitt e Cotillard svaniscono come flebili ombre. E non basta dare qua e là una spolverata tarantiniana, magari ispirata a Bastardi senza gloria, per risollevare il film, che anche nelle scene d’azione non riesce a trovare un ritmo veramente efficace. La parte ambientata in Marocco è sicuramente la meno riuscita, e il film riacquista lentamente una seppur parziale dignità con il trasferimento dei protagonisti in Inghilterra: se tralasciamo la scena del parto, ambientata durante un bombardamento e dai toni vistosamente melodrammatici tanto da risultare imbarazzante, il resto presenta una coerenza narrativa più convincente.
Zemeckis si muove nel solco del thriller psicologico di stampo hitchcockiano, facendo l’occhiolino alle atmosfere de Il sospetto e Notorius – L’amante perduta. Nonostante gli evidenti limiti di una sceneggiatura troppo prevedibile, il plot narrativo funziona meglio e riscatta in parte l’incipit disastroso.

Tuttavia non si piò fare a meno di chiedersi: che senso ha fare un film di questo genere? Un film che lascia nello spettatore un sentimento di deludente déjà vu, e null’altro. L’operazione ha tutto il sapore di una fusione a freddo in onore del dio box office. Una creazione puramente commerciale, pensata solo per unire il fascino di due divi che, da soli, dovrebbero sostenere l’inconsistenza del film. Le citazioni si perdono in un postmodernismo di maniera che, ormai smarrita la sua spinta innovativa e diventato solo banale ricordo o pedissequa ripetizione, scolora in scontati giochi formali di riflessi.
L’unico merito del film è di far tornare a casa con la nostalgica voglia di rivedere Humphrey Bogart nei grandi classici degli anni ’40.
Ridateci Casablanca, quello vero!

Allied – Un’ombra nascosta
Regia: Robert Zemeckis
Con: Brad Pitt, Marion Cotillard, Jared Harris, Lizzy Caplan, Daniel Betts, Matthew Goode, Angelique Joan, Jason Matthewson, Iain Batchelor, Peter Meyer, Raphael Acloque,
Durata: 147 min.
Produzione: USA, 2016

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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