Il tema può fare del laboratorio teatrale un canale educativo sintonizzato con varie discipline, e può essere l’occasione per collegarlo a un progetto vasto abbracciato da tutta la scuola, o Istituto Comprensivo, anche in vista dell’orientamento all’iscrizione, o partire da una scelta mirata a una specifica esigenza didattica di classe. In entrambi i casi può essere terreno di sperimentazione (in orizzontale e in verticale) che apre al confronto ragazzi e docenti.
Ciò che attrae il bambino /ragazzo verso l’attività teatrale è l’opportunità di imparare attraverso il lavoro collettivo, in modi non convenzionali, uscendo dal banco, “giocando” con gli insegnanti e i compagni a “fare finta di”.
Alcune regole, anzi suggerimenti.
Ogni tema è quello giusto, o può diventarlo, a patto di seguire alcuni semplici criteri:
– evitare le scelte improvvisate;
– passare le prime idee al vaglio severo degli obiettivi fondamentali, tra cui la possibilità di far esprimere al meglio i ragazzi, a partire dalle loro varie abilità; l’apertura a tanti eventuali contributi dei ragazzi, dell’insegnante, del formatore; l’accessibilità; l’adattabilità al pubblico che dovrà assistere alla performance finale.
– mettersi nei panni dei ragazzi: è un passo difficile, ma anche la sola strada perché il teatro sia davvero un’esperienza formativa e si depositi nella mente;
–essere pronti a rinunciare a temi affascinanti ma poco comprensibili; essere decisi a non inchiodare una classe al recupero di memorie care solo agli adulti; ricercare la condivisione intorno al tema prescelto;
–non perdere di vista gli obiettivi educativi e formativi del teatro: anche il gioco è crescita, ovviamente, ma il gioco teatrale che si fa a scuola deve tendere a qualcosa di diverso e più alto.
Detto tutto questo, sono frequenti le situazioni in cui l’insegnante si trova di fronte a richieste più o meno esplicite che potrebbero avere risposte naturali nel laboratorio teatrale, ma un tema scelto per necessità non sempre dà il la a un laboratorio teatrale gradito da tutti e pienamente efficace anche rispetto all’intenzione di partenza.
Forniamo un esempio realistico di quanto può accadere all’insegnante che si occupa di teatro e che intende lavorare sui cosiddetti temi utili.
Ipotesi:
Un ragazzo ama molto il videogioco X. Si tratta di un alunno problematico, che non parla mai e solo se l’argomento cade sul quel particolare gioco, si accende e partecipa.
L’insegnante ritiene utile scegliere proprio quel videogioco come tema del laboratorio teatrale. L’obiettivo è il coinvolgimento del ragazzo difficile e la sua integrazione: se la scuola si occupa di ciò che gli piace, la scuola può diventare uno spazio accettato.
Possibili criticità: 1) a molti compagni quel gioco non piace e reclamano attenzione ai propri preferiti; 2) una parte della classe non è interessata ai videogiochi, anzi in famiglia cercano di dirottare altrove le attenzioni dei figli; 3) è forte l’incertezza del trattamento: demonizzare i videogiochi? Scoraggiare dal loro uso proponendo alternative? Quali?; 5) rischio di divisione in blocchi del gruppo.
Possibili soluzioni: 1) il tema può diventare “il gioco”: in tal caso tutti i ragazzi si sentono coinvolti; 2) il ragazzo “difficile” non diventa un caso e al tempo stesso può esprimersi con la sua specifica predilezione, mantenendosi all’interno del gruppo di “giocanti”; 3) il lavoro collettivo permette anche di superare il rifiuto della classe e dei compagni, tipico dei ragazzi problematici.
Come si può osservare, ogni scelta tematica offre aperture e nasconde tranelli, per cui il criterio sempre valido è quello di avviare il lavoro con le maggiori consapevolezze possibili su quanto potrà accadere. Un laboratorio teatrale non è un percorso dalle tappe fisse e dall’arrivo scontato: tutto è modificabile, basta non affezionarsi troppo al proprio progetto iniziale ed essere disponibili a cambiare strade e strumenti anche in corso d’opera, in base alle reazioni dei ragazzi e alle dinamiche suscitate di volta in volta. Ne guadagnerà il gruppo in coesione e coinvolgimento: che sono poi tra le più significative finalità del teatro a scuola.
Entrando nel vivo delle scelte che la scuola incoraggia con maggior frequenza, emergono i temi di grande respiro, di solito legati all’educazione alla cittadinanza, un grande contenitore al cui interno trovano spazio argomenti e discipline di vario tipo.
Ma come far passare efficacemente le tematiche di taglio civile, teoricamente importanti, nella mente dei giovanissimi, senza finire in percorsi incerti e estranei ai loro interessi? Tutto quanto si presenta loro come astratto e scarsamente tangibile implica il rischio di rimanere in aria.
In questi casi, il teatro viene visto come strumento prezioso per veicolare concetti complessi, dato il suo carattere vistosamente operativo: sono le situazioni in cui anche gli insegnanti più refrattari alle attività di drammatizzazione affidano volentieri ai colleghi responsabili dei laboratori teatrali il mandato collettivo e la conseguente responsabilità della riuscita generale del progetto.
A questo punto, occupiamoci di uno dei temi più classici nell’ambito dell’impegno civile, su cui la scuola lavora molto e diffusamente: la legalità.
Il tema presenta problemi evidenti, tra cui spicca l’astrattezza, avvertita da grandi e piccoli, e la complessità del sistema di valori.
Ancora una volta ricorriamo al nostro Pinocchio per qualche spunto operativo: se si lavora sulla legalità, la storia di Pinocchio è esemplare.
Pinocchio è disobbediente alle “buone regole” fin dalla nascita e continua a esserlo per quasi tutta la narrazione, cioè finché si convince definitivamente a rispettarle per interrompere la catena di conseguenze negative per se stesso e l’amato babbo, derivate dalle sue infrazioni.
In un progetto di teatro-scuola, impostato su Pinocchio, si ipotizza la successione di una serie di quadri sulla sua disobbedienza, dove cambiano gli interpreti del protagonista e degli altri personaggi (Geppetto, Fata, Gatto, Volpe…). Questo permette di coinvolgere tutti i ragazzi negli stessi ruoli e nella condivisione totale del lavoro di preparazione.
In vista del coinvolgimento dell’intera classe nei vari ruoli, è opportuno aggiungere al training iniziale di movimento e vocalità alcuni esercizi specifici da fare dopo che i ragazzi avranno letto in classe Pinocchio, parzialmente o integralmente.
L’insegnante che abbia già progettato i “tagli” da fare all’opera in funzione di una messa in scena, probabilmente guiderà i ragazzi in una lettura parziale del testo di partenza.