Passeggiando nella Belle Époque

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Una giovane donna seduta in panchina, il viso appoggiato sulla mano e una pila di libri accanto a sé, ci guarda con aria decisa. È questa l’immagine simbolo della bella mostra che si è tenuta a Padova a Palazzo Zabarella, dedicata al pittore livornese Vittorio Corcos e ai sogni della Belle Époque.

Ed è proprio Sogni il titolo del dipinto, i sogni della giovane ritratta, Elena Vecchi, ma soprattutto i sogni di un periodo di benessere, scoperte e vita culturale, destinati a infrangersi con lo scoppio della Prima guerra mondiale.

La mostra, curata da Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, ripercorre l’attività del pittore attraverso varie sezioni. La prima sezione s’intitola L’artista. I luoghi e gli amici. Appena entrata, il mio sguardo corre a un dipinto esposto nella seconda sala: c’è anche lui, uno dei “miei” personaggi del passato, Enrico Panzacchi (1894), accanto ai fieri ritratti del poeta Giosuè Carducci (1892), suo amico e, talvolta, rivale, anche in amore.

Enrico Panzacchi, docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, amico di Fogazzaro e vicino ai protagonisti del “Marzocco”, appassionato di arte e di musica, veniva ricordato ai suoi tempi soprattutto per il calore della voce e le sue facoltà di oratore e conferenziere. Dall’Accademia, Panzacchi, grazie al sostegno di Carducci, passò a insegnare “Estetica e Storia dell’arte moderna” all’Università di Bologna. E sarà proprio Panzacchi, eletto in Parlamento e nominato sottosegretario alla Pubblica Istruzione, a emanare la prima disposizione di rilievo per l’inserimento sperimentale della storia dell’arte nei licei, la circolare n. 86 del 20 novembre 1900.

Mi sembra di ritrovare dei vecchi amici, quei personaggi che hanno accompagnato le mie ricerche in archivio per la tesi di laurea e per gli studi successivi. Li penso riuniti al Caffè dell’Ussero, sul Lungarno di Pisa, sulle cui pareti sono ancora esposti i ritratti dei famosi frequentatori, o a conversare nella – allora prestigiosa e ben curata – bella passeggiata lungomare di Viareggio.

Mi sono bastati due ritratti e sono già entrata nello spirito della mostra, che ci proietta in un mondo vivace ed elegante di feste, balli, passeggiate e vita intellettuale. Ed è lo stesso sguardo dei protagonisti a guidarci fra ritratti e scene di paese, perché, come diceva Corcos, “quello che conta sono gli occhi; se quelli riescono come voglio, con l’espressione giusta, il resto viene da sé”.

  •  Vittorio Corcos, Sogni, 1896, olio su tela, cm 161x135, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Vittorio Corcos, Sogni, 1896, olio su tela, cm 161×135, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
  •  Vittorio Corcos, Giosue Carducci, 1892, olio su tela, cm 112x99, Bologna, Casa Carducci Vittorio Corcos, Giosue Carducci, 1892, olio su tela, cm 112×99, Bologna, Casa Carducci
  •  Vittorio Corcos, Yorick (Pietro Coccoluto Ferrigni), 1889, olio su tela, cm 199x138 Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori Vittorio Corcos, Yorick (Pietro Coccoluto Ferrigni), 1889, olio su tela, cm 199×138 Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori
  •  Vittorio Corcos, Le istitutrici ai Campi Elisi, 1892, olio su tela, cm 171x140, collezione privata, Palazzo Foresti, Carpi Vittorio Corcos, Le istitutrici ai Campi Elisi, 1892, olio su tela, cm 171×140, collezione privata, Palazzo Foresti, Carpi
  •  Vittorio Corcos, Les deux colombes, 1897, olio su cartone, cm 33,5x27, collezione privata - courtesy Enrico Gallerie d’Arte, Milano Vittorio Corcos, Les deux colombes, 1897, olio su cartone, cm 33,5×27, collezione privata – courtesy Enrico Gallerie d’Arte, Milano
  •  Vittorio Corcos, Pietro Mascagni, 1891, olio su tela, cm 181x131, Famiglia Mascagni Vittorio Corcos, Pietro Mascagni, 1891, olio su tela, cm 181×131, Famiglia Mascagni
  •  Vittorio Corcos, Lina Cavalieri, 1903 , olio su tela, cm 265x178, Firenze, collezione privata Vittorio Corcos, Lina Cavalieri, 1903 , olio su tela, cm 265×178, Firenze, collezione privata
  •  Vittorio Corcos, Yole Biaggini Moschini, 1904, olio su tela, cm 170x110, collezione privata Vittorio Corcos, Yole Biaggini Moschini, 1904, olio su tela, cm 170×110, collezione privata
  •  Vittorio Corcos, Isadora Duncan, 1905-1910, olio su tela, cm 107x85, collezione privata Vittorio Corcos, Isadora Duncan, 1905-1910, olio su tela, cm 107×85, collezione privata
  •  Vittorio Corcos, La Coccolì, 1915, olio su tela, cm 120x125, Vincenzo Ferrara Vittorio Corcos, La Coccolì, 1915, olio su tela, cm 120×125, Vincenzo Ferrara
  • Vittorio Corcos, In lettura sul mare, 1910 circa, olio su tela, cm 130x228, collezione privata Vittorio Corcos, In lettura sul mare, 1910 circa, olio su tela, cm 130×228, collezione privata

Mi soffermo sull’intenso Autoritratto di Corcos (1913), che si presenta in abito di lavoro, i pennelli sullo sfondo, in un primo piano che pare uscire dalla tela. Nelle varie sale sfileranno altri amici del pittore. Corcos è riuscito a rendere la personalità dei personaggi, cogliendone un atteggiamento particolare e inserendoli in ambienti studiati nei dettagli, dalle volute di fumo della sigaretta ai riflessi della luce sul legno delle sedie e sulle scarpe lucide, mentre altre zone della tela rimangono sfuocate, quasi in abbozzo.

Nel piacevole ritratto di Yorick (1889), Pietro Coccoluto Ferrigni, il giornalista, volontario nella spedizione dei Mille, passeggia per la strada, davanti a un muro un po’ sbrecciato. I graffiti sul muro rimandano alla vita reale: i disegni da bambino recano la firma Ada – la figlia del primo matrimonio di Emma Ciabatti, sposata dal pittore nel 1886 –, mentre gli ironici versi sulla destra richiamano l’aspetto tutt’altro che attraente del soggetto: “Se l’uomo qui dipinto al naturale / Non è giovin, grazioso ed alto e snello, / Se ne accusi il pennello: / Non ci ha colpa, per Dio, l’originale”.

Emilio Treves (1907), ci guarda in un’inquadratura dall’alto in basso, le mani in tasca, l’aria di chi sa quello che vuole: è stato l’editore di D’Annunzio, di Verga, di Gozzano, di Pirandello, di Grazia Deledda, di De Amicis. Come spesso avviene nell’opera di Corcos, il dipinto è tratto da una fotografia.

Nell’autunno 1880, dopo l’iniziale formazione tra Firenze e Napoli, il ventunenne Corcos approda a Parigi, città a cui è dedicata la seconda sezione: A Parigi. La pittura della vita moderna. Per guadagnare dipinge ventagli e copertine di spartiti musicali, fino a quando firma un contratto con il mercante Adolphe Goupil che gli consentirà a lungo una certa tranquillità economica. È a Parigi che conosce Giuseppe De Nittis, incontra Aristide Sartorio e, probabilmente, Henry de Toulouse Lautrec.

Ed è proprio la vita moderna la protagonista di questo periodo dell’attività del pittore, con le eleganti dame pensose colte durante una passeggiata o intente alla lettura nel parco. La Signora con ombrellino (1884-1887) ci guarda con decisione negli occhi, mentre siamo attirati nel vortice di veli e morbidi tessuti azzurri della Ragazza dall’orecchino di perla (1884 ca.).

Le donne e i loro abiti vaporosi, i grandi cappelli, le ricche cuffie, i fiocchi, i guanti, gli accessori, catturano l’attenzione del pittore (e la nostra) anche nella sezione In posa. Bambina, giovinetta, donna. Se una delle due non ci voltasse le spalle, potremmo quasi partecipare anche noi alla conversazione delle due donne in Le istitutrici ai Campi Elisi (1892), mentre una bimba ben nascosta dalla grande cuffia bianca gioca – senza sporcare i guanti chiari – con la terra, nel paesaggio spoglio e autunnale del parco.

Nella sezione Sogni ci aspetta l’omonimo ritratto di Elena Vecchi del 1896. Troppo disinvolta e troppo moderna questa donna, le gambe accavallate e i capelli leggermente in disordine, che ci guarda con un misto di sfrontatezza e malinconia. Il ritratto provocò scalpore, e per la giovane donna non fu facile trovare marito. La incontreremo ancora, in una posa meno audace, nel piccolo olio del 1897 Les deux colombes, vestita di bianco davanti alla Fonte del Leone di Palazzo Pitti. Nella stessa sezione ci cattura il vivace ritratto di Pietro Mascagni (1891), reduce dal grande successo di Cavalleria rusticana, in una posa che sottolinea la sua spigliatezza. A cavallo di una fumeuse, solo il volto e le mani del musicista emergono dalla penombra dello studio.

Altri personaggi famosi si fecero ritrarre dal pittore. Nella sezione Il trionfo del ritratto mondano ci accoglie lo straordinario dipinto di Lina Cavalieri (1903), nota cantante lirica definita da Gabriele D’Annunzio la “massima testimonianza di Venere in terra”, con la spallina dell’abito che cade languidamente lungo il candido braccio.

Yole Biaggini Moschini (1904), la Jeanne Dessalle protagonista di Piccolo mondo moderno di Antonio Fogazzaro, ci guarda con il viso sognante, ma attento, fra sbuffi, pizzi e merletti, mentre dal buio emerge il rosso fiammeggiante della ballerina Isadora Duncan (1905-1910), a cui fanno eco le due statuine sullo sfondo del dipinto. Una danzatrice innovativa, famosa e sfortunata, una donna abituata a stare sulla scena, che occupa con decisione tutto lo spazio del ritratto.

E infine l’ultima sezione, La luce del mare, con la nipotina del pittore, La Coccolì (1915), intenta a guardare un granchio sulla spiaggia; o con gli eleganti giovani, assenti uno all’altro, ripresi sulla costa livornese nel dipinto In lettura sul mare (1910), dove la figlia Ada, giovanetta, guarda fuori dal dipinto persa nei suoi pensieri.

Ma anche quella particolare immagine di Peggy Baldwin (1908), così diversa dai ritratti che abbiamo apprezzato fino ad ora. Una ragazzina inquieta, i lunghi capelli scarmigliati, gli occhi allucinati che ritroveremo in Edvard Munch, in un dipinto che non si perde nei dettagli e anticipa il turbamento del Novecento.

Questa mostra s’inserisce in un interessante filone di esibizioni promosse dalla Fondazione Bano nella bella cornice di Palazzo Zabarella; la prossima sarà dedicata a un altro grande pittore toscano: il macchiaiolo Giovanni Fattori.

Per approfondire:
La mostra: Corcos – I sogni della Belle Époque
Il catalogo: Corcos – I sogni della Belle Époque, a cura di Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca, Carlo Sisi, Venezia, Marsilio 2014

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Elena Franchi

È storica dell’arte, giornalista e membro di commissioni dell’International Council of Museums (ICOM).
Candidata nel 2009 all’Emmy Award, sezione “Research”, per il documentario americano “The Rape of Europa” (2006), dal 2017 al 2019 ha partecipato al progetto europeo “Transfer of Cultural Objects in the Alpe Adria Region in the 20th Century”.
Fra le sue pubblicazioni: “I viaggi dell’Assunta. La protezione del patrimonio artistico veneziano durante i conflitti mondiali”, Pisa, 2010; “Arte in assetto di guerra. Protezione e distruzione del patrimonio artistico a Pisa durante la Seconda guerra mondiale”, Pisa, 2006; il manuale scolastico “Educazione civica per l’arte. Il patrimonio culturale come bene dell’umanità”, Loescher-D’Anna, Torino 2021.
Ambiti di ricerca principali: protezione del patrimonio culturale nei conflitti (dalle guerre mondiali alle aree di crisi contemporanee); tutela e educazione al patrimonio; storia della divulgazione e della didattica della storia dell’arte; musei della scuola.

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