Un nonno in vacanza in Grecia con quattro nipoti, tra mito e suvlaki, in un bellissimo libro del grecista Giuseppe Zanetto
Un nonno in vacanza in Grecia con quattro nipoti, tra mito e suvlaki, in un bellissimo libro del grecista Giuseppe Zanetto
I miei nonni – al di là delle movimentazioni coatte in tempo di guerra – tendevano a non allontanarsi mai da Milano; al massimo si concedevano qualche “intrepida” gita in treno in Brianza, o, quando volevano esagerare, qualche giorno in Liguria. Ma erano davvero altri tempi, ormai piuttosto lontani. Ho dunque molto invidiato il viaggio in Grecia che i quattro nipoti di Giuseppe Zanetto hanno fatto sotto la guida, dotta e affettuosa, di un nonno professore di Letteratura Greca all’Università degli Studi di Milano: un viaggio alla ricerca del mito (verità profonda, come sostiene il nonno, o incredibile bugia, come sostiene lo scettico nipote Giorgio?), attraverso la visita dei maggiori siti archeologici della Grecità: Atene, Delfi, Olimpia, Itaca e l’Argolide.
Il tutto è raccontato nel un bellissimo libro per ragazzi di Zanetto, e cioè In Grecia. Terra di miti, dèi ed eroi, Feltrinelli Kids, 2014, la cui lettura consiglio vivamente: ai più piccoli (direi dai 10 anni in su…), ai loro genitori e nonni, ma anche a tutti quelli per i quali la Grecia è la terra d’elezione, dove – almeno una volta all’anno – tornare un po’ bambini è lecito e necessario. Ovviamente, anch’io faccio parte di quest’ultima categoria, poiché mi rendo conto che, superato il consueto pathos per il “ventosissimo” atterraggio all’aeroporto di Atene, bastano i primi souvlaki (spiedini) o ghemistà (pomodori ripieni) all’ombra (si fa per dire…) dell’Acropoli per sentirmi trasformato. Non parliamo poi di quando si arriva in qualche isola…
Ma torniamo al libro. Non a caso ho appena citato due piatti fondamentali della cucina greca, ai quali devo aggiungere almeno la tradizionale insalata koriatikì (con pomodori, olive e feta), la superba moussaka (pasticcio di melanzane) e la straordinaria quanto iper-calorica bougatza (dolce di pasta sfoglia ripieno di crema). Infatti il professore-nonno (o nonno-professore…) sa bene che questo percorso di iniziazione alla Grecità deve passare anche attraverso qualche buon pranzo in taverna, come pure dall’incontro con i paesaggi, i colori, gli odori di questa terra straordinaria: non si vive di sole rovine archeologiche e racconti mitologici!
Eppure sembra che, tappa dopo tappa, i quattro nipoti del professor Zanetto comprendano come sia proprio quest’ultimo (e cioè il mito) il filo conduttore, non solo della loro vacanza, ma anche della storia passata e recente della terra che stanno visitando.
Il professore-nonno sa bene che un percorso di iniziazione alla Grecità deve passare anche attraverso qualche buon pranzo in taverna
Senza la mitica lotta tra Atena e Poseidone per il possesso dell’Attica, infatti, non avremmo avuto ad Atene né le splendide decorazioni del Partenone né la costruzione dell’Eretteo, che del tridente di Poseidone ha nei secoli custodito i venerabili segni. E che dire di Delfi? Come potremmo pensare al suo oracolo ricco di implicazioni politiche, ai suoi celebri “Giochi Pitici” nei quali trionfò pure l’auriga ora immortalato nella statua bronzea conservata al locale Museo, senza le remote, mitiche, vicende di Apollo, che proprio qui sconfisse il serpente Pitone? E cose simili potremmo dire anche per Olimpia, sede del santuario di Zeus e teatro delle Olimpiadi; o per Itaca, dove pare che ancora oggi ogni cosa parli del suo leggendario re Odisseo; o per l’Argolide, le cui maestose rovine sembrano alludere al destino grande e terribile degli Atridi.
Insomma, se il mito, i miti, non sono stati pura astrazione ma “motore” della storia classica, è altrettanto vero che senza i “resti” (archeologici, ma non solo) di quella storia la Grecia di oggi non sarebbe quello che è, cioè magnetica meta di milioni di turisti che si sentono partecipi – chi più chi meno – di quel lontano passato. E anche i quattro nipoti del professor Zanetto percepiscono che il gustarsi un pagotò (cioè un gelato) davanti a quelle vestigia non è la stessa cosa che farlo altrove: in Grecia sei davvero nell’ombelico del mondo (tra l’altro la località di Delfi era chiamata proprio così…), laddove tutto, o quasi, ha avuto un suo mitico inizio.
Certo, per Giorgio, Luciana, Andrea e Sara – i cui nomi Zanetto ha ironicamente “grecizzato” – non è sempre facile penetrare la profondità (e talora anche l’orrore) di quelle vicende. Ma sono davvero in buona compagnia, se è vero, ad esempio, che già gli antichi sembravano incerti se fosse più colpevole Agamennone, che sacrificò la figlia Ifigenia per propiziarsi gli dèi in vista della guerra di Troia, o la moglie Clitemnestra che lo uccise per vendetta, costringendo poi il figlio Oreste ad ammazzare lei per vendicare il padre. Eppure, davanti alle tombe reali di quella Micene che vide svolgersi tanto sanguinose vicende, su questi amletici dubbi prevale nei nostri giovani viaggiatori l’emozione unica emanata da quei luoghi, i quali appaiono grandiosi e suggestivi anche se invasi da folle di visitatori. E tanto più suggestivi paiono se c’è anche la “voce narrante” di un nonno colto e paziente ad accompagnarti passo a passo e a rispondere alle tue domande, ingenue o argute che siano.
Se è vero (come ipotizzato) che l’anno prossimo i quattro ragazzi andranno – sempre col nonno – a Santorini e a Delo, nelle Cicladi, già immagino il loro stupore quando metteranno piede su quelle isole magiche, dove i caldi colori della terra contrastano con il blu dipinto di blu del mare e del cielo. Invito pertanto Giuseppe Zanetto a raccontarci ancora, in un sequel, la nuova vacanza isolana dell’allegra banda: magari in un libro, come questo, vivacemente illustrato dai bei disegni di Camilla Pintonato.
Consentitemi ora un’ultima considerazione, forse pleonastica, ma – vi garantisco – profondamente sentita. Leggano questo agile libretto coloro che sorridono compiaciuti davanti al presunto declino (solo numerico, però…) del Liceo Classico e che oppongono alla cultura classica e al suo bagaglio valoriale le magnifiche sorti e progressive di una Modernità fatta unicamente di saperi tecnico-scientifici. Credo infatti che queste forme di divulgazione “alla Zanetto” valgano ancora di più della “assoluzione” del Liceo Classico, avvenuta nel processo fittizio tenutosi lo scorso 14 novembre a Torino, dove Umberto Eco lo ha difeso dagli sterili attacchi di quell’Andrea Ichino che della polemica anti-umanistica sembra aver fatto una ragione di vita. Lo leggano dunque tutti, questo volume; anche se sono adulti, anche se non hanno figli da iscrivere a scuola, e anche se della Grecia antica o moderna sanno poco o nulla. Forse anche loro, proprio come lo scettico Ghiorgàkis (“Giorgetto”), potrebbero cambiare idea, e ritrovarsi l’anno prossimo a gustare un pagotò con una vista sull’Acropoli o sul mare Egeo; o, meglio ancora, a sbafarsi un bel ghiros di carne nella pita, dato che il gelato è molto migliore qui in Italia!