Pubblichiamo il testo originale e la traduzione del brano di Luciano di Samosata, L’ignoranza acceca gli uomini, seconda prova per i Licei Classici dell’Esame di Stato 2014.
Pubblichiamo il testo originale e la traduzione del brano di Luciano di Samosata, L’ignoranza acceca gli uomini, seconda prova per i Licei Classici dell’Esame di Stato 2014.
Δεινόν γε ἡ ἄγνοια καὶ πολλῶν κακῶν ἀνθρώποις αἰτία, ὥσπερ ἀχλύν τινα καταχέουσα τῶν πραγμάτων καὶ τὴν ἀλήθειαν ἀμαυροῦσα καὶ τὸν ἑκάστου βίον ἐπηλυγάζουσα. ἐν σκότῳ γοῦν πλανωμένοις πάντες ἐοίκαμεν, μᾶλλον δὲ τυφλοῖς ὅμοια πεπόνθαμεν, τῷ μὲν προσπταίοντες ἀλόγως, τὸ δὲ ὑπερβαίνοντες, οὐδὲν δέον, καὶ τὸ μὲν πλησίον καὶ παρὰ πόδας οὐχ ὁρῶντες, τὸ δὲ πόρρω καὶ πάμπολυ διεστηκὸς ὡς ἐνοχλοῦν δεδιότες· καὶ ὅλως ἐφ’ ἑκάστου τῶν πραττομένων οὐ διαλείπομεν τὰ πολλὰ ὀλισθαίνοντες. τοιγάρτοι μυρίας ἤδη τοῖς τραγῳδοδιδασκάλοις ἀφορμὰς εἰς τὰ δράματα τὸ τοιοῦτο παρέσχηται, τοὺς Λαβδακίδας καὶ τοὺς Πελοπίδας καὶ τὰ τούτοις παραπλήσια· σχεδὸν γὰρ τὰ πλεῖστα τῶν ἐν τῇ σκηνῇ ἀναβαινόντων κακῶν εὕροι τις ἂν ὑπὸ τῆς ἀγνοίας καθάπερ ὑπὸ τραγικοῦ τινος δαίμονος κεχορηγημένα. Λέγω δὲ καὶ ἐς τὰ ἄλλα μὲν ἀποβλέπων, μάλιστα δὲ ἐς τὰς οὐκ ἀληθεῖς κατὰ τῶν συνήθων καὶ φίλων διαβολάς, ὑφ’ ὧν ἤδη καὶ οἶκοι ἀνάστατοι γεγόνασι καὶ πόλεις ἄρδην ἀπολώλασι, πατέρες τε κατὰ παίδων ἐξεμάνησαν καὶ ἀδελφοὶ κατὰ τῶν ὁμογενῶν καὶ παῖδες κατὰ τῶν γειναμένων καὶ ἐρασταὶ κατὰ τῶν ἐρωμένων· πολλαὶ δὲ καὶ φιλίαι συνεκόπησαν καὶ ὅρκοι συνεχύθησαν ὑπὸ τῆς κατὰ τὰς διαβολὰς πιθανότητος.
Luciano di Samosata, Non si deve credere ciecamente alla calunnia, 1
Terribile male è l’ignoranza, oltre che causa di numerose sciagure per gli uomini: fa scendere quasi una nebbia sui fatti, oscurando la verità e avvolgendo nell’ombra la vita di ciascuno. Noi tutti assomigliamo a quelli che vagano nell’oscurità e anzi proviamo una sensazione simile a quella dei ciechi: inciampando senza accorgercene su qualche ostacolo e oltrepassandone qualcun altro anche se non di proposito, non vediamo ciò che ci sta vicino e davanti ai piedi, mentre abbiamo timore di ciò che è lontano e si trova a grande distanza, come se ci potesse arrecare disturbo; non facciamo altro, insomma, che rischiare sempre di fare un passo falso in ognuna delle nostre azioni. Non a caso, tale condizione ha già offerto innumerevoli spunti ai poeti tragici per i loro drammi, come nella saga dei Labdacidi, dei Pelopidi e altre simili: nella quasi totalità degli episodi tragici messi in scena, si potrebbe infatti notare che sono alimentati dall’ignoranza, quasi fosse un demone ispiratore della tragedia. Dico questo tenendo in considerazione anche altre circostanze, soprattutto le false accuse che vengono mosse contro i familiari e gli amici, per causa delle quali delle famiglie sono già state distrutte, delle città sono andate del tutto in rovina, dei padri infuriati si sono scagliati contro i figli, dei fratelli contro i consanguinei, dei figli contro i genitori e degli amanti contro le persone che amavano: molte amicizie furono infrante e molti giuramenti violati per aver dato credito a calunnie verosimili.
Traduzione di Gianluca Canè