Il quaderno può raccontarci molte cose sulla storia della scuola, ma anche sull’evoluzione degli interessi e del gusto della società. Lo possiamo infatti considerare almeno da due punti di vista: il contenuto, con gli appunti presi durante le lezioni o i compiti svolti a casa, e le copertine.
A metà strada fra prodotto editoriale e documento manoscritto, negli ultimi decenni dell’Ottocento il quaderno scolastico si trasformò da oggetto di produzione domestica o artigianale a prodotto industriale di massa, commercializzato su vasta scala. All’inizio, infatti, erano tipografi, librai e cartolai a provvedere alle esigenze della comunità locale con una piccola produzione di quaderni in cui la stessa azienda fungeva da produttore, stampatore e distributore.
Nel corso del tempo, lo sviluppo industriale e la nascita di importanti cartiere, insieme all’avanzare dell’obbligo scolastico e alla maggiore attenzione dedicata ai vari aspetti della vita scolastica, diedero un forte impulso alla fabbricazione dei quaderni.
A questo punto, la produzione iniziò a specializzarsi e i ruoli (dalla produzione della carta, alla composizione e alla distribuzione del quaderno) si diversificarono.
Alle copertine dei quaderni venne affidato un progetto educativo che coinvolgeva grafici, illustratori (anche famosi) e produttori di testi, incaricati di realizzare una comunicazione immediata, semplice e di elevata comprensibilità a tutti i livelli. Oggetto sempre presente nella vita dell’alunno, il quaderno, infatti, poteva proseguire l’azione educativa della scuola, attraverso un’accurata scelta di immagini accompagnate da brevi testi. In questo modo il quaderno, entrando nelle case degli scolari, educava indirettamente anche le loro famiglie, in particolar modo quelle appartenenti ai ceti popolari e alle aree rurali.
Se pensiamo che il quaderno del passato sia solo quello con la copertina nera e il bordo delle pagine rosso ci sbagliamo. Le copertine, infatti, potevano presentare immagini di letteratura e di arte, di scienze naturali e geografia, di storia e folklore, di città del mondo e grandi personaggi, di fiabe, sport, igiene personale e insegnamenti morali. Per fidelizzare i clienti s’innescarono dei meccanismi di acquisto simili a quelli della raccolta delle figurine, con la creazione di “serie” di copertine da completare, sugli argomenti più diversi.
Grazie alla loro diffusione, inoltre, i quaderni si sono sempre prestati a diventare un facile mezzo di propaganda politica: pensiamo che solo nel 2012 sono stati messi in commercio in Russia quaderni scolastici con l’immagine di Stalin, in una collana dedicata ai grandi personaggi, insieme all’imperatrice Caterina II, al generale Kutuzov – già celebrato in Guerra e pace di Tolstoj -, ai compositori Rachmaninov e Prokofiev, al cosmonauta Krikaliov, suscitando grandi polemiche nel Paese. Ma pensiamo anche all’immediata utilità del quaderno per diffondere notizie e istruzioni importanti in un momento in cui non c’era la facilità di comunicazione che abbiamo adesso. La fine della Seconda guerra mondiale aveva lasciato nel nostro territorio un’incredibile quantità di bombe, molte ancora inesplose, e “residuati bellici”, tanto che, ancora oggi, ciclicamente leggiamo sui giornali che alcune zone di una città devono essere evacuate per permettere il disinnesco degli ordigni. Nel dopoguerra fu così creata una serie di quaderni per mettere in guardia i più giovani contro il pericolo delle armi da fuoco ed evitare che prendessero in mano, per gioco, sfida o curiosità, i pericolosi ordigni, che solo l’intervento di personale militare specializzato avrebbe potuto disinnescare.