Questo studio analizza l’inclusione scolastica attraverso l’uso del debate, focalizzandosi sul caso di M., uno studente di seconda media con disabilità motoria causata da complicazioni perinatali. Sebbene M. affronti difficoltà nella mobilità e nella scrittura, la sua passione per la tecnologia e il digitale rimane intatta. Inserito in una classe di 20 studenti con moderata eterogeneità culturale e altri BES, M. beneficia del supporto dell’insegnante di sostegno e delle tecnologie assistive, che sono strumenti cruciali per il suo apprendimento e la sua inclusione.
Analisi del contesto
Il debate emerge come metodologia didattica inclusiva, capace di stimolare la partecipazione attiva, il pensiero critico e il miglioramento delle relazioni sociali tra gli studenti. L’intervento, sostenuto dalla professoressa Angela Di Bono e dalla revisione della letteratura, tra cui l’articolo “Il debate come pratica didattica inclusiva” (De Conti et al., 2025), esplora come questa pratica possa favorire l’autostima, le interazioni sociali e un clima scolastico positivo, soprattutto per gli studenti con BES.
Lo studio si articola in un’introduzione e un’analisi del contesto, con particolare attenzione alla situazione scolastica dell’I.C. “F.P. Michetti” di Francavilla al Mare. A seguire, viene descritta l’attuazione del debate come metodologia inclusiva e le sue potenzialità in ambito didattico. Il cuore del lavoro è costituito dalla valutazione dei risultati ottenuti, che sarà analizzata attraverso i diari di bordo, l’autobiografia cognitiva dell’alunno M. e la rubrica di valutazione dei docenti. L’approccio si concentra sull’impatto positivo di questa metodologia nell’includere gli studenti con disabilità, come M., migliorando il loro coinvolgimento e le dinamiche relazionali. Nonostante le difficoltà nelle attività fisiche e nelle interazioni sociali informali, il debate rappresenta una risorsa preziosa per favorire la partecipazione e l’integrazione di M., contribuendo così a un ambiente scolastico più inclusivo.
Secondo il modello sociale della disabilità (Oliver, 1990), le barriere non risiedono esclusivamente nelle limitazioni individuali, ma nelle caratteristiche dell’ambiente. La scuola ha cercato di ridurre le difficoltà fisiche attraverso l’uso di tecnologie assistive e l’adeguamento degli spazi, ma persistono ostacoli legati alla percezione sociale della disabilità. In questo contesto, il debate si è rivelato uno strumento efficace per garantire la partecipazione di M. senza limitazioni fisiche, grazie all’integrazione di metodologie inclusive.
Il debate diventa realmente inclusivo quando adotta strumenti digitali per la documentazione e la scrittura e segue protocolli inclusivi, come il debate for all, che offrono supporti per la gestione dei tempi e delle regole (De Conti et al., 2025). Inoltre, il suo approccio costruttivista favorisce la collaborazione, l’ascolto reciproco e il superamento dei confini disciplinari. «È una metodologia inclusiva, in quanto abitua a considerare e accettare il punto di vista dell’altro e quindi educa all’ascolto reciproco e alla tolleranza. Permette di superare i confini tra le discipline, nell’ottica della complessità. È una delle modalità di classe capovolta»[1].
Grazie a queste caratteristiche, il debate non solo ha permesso a M. di esprimere le sue potenzialità senza che le sue difficoltà motorie rappresentassero un ostacolo, ma ha anche contribuito al suo senso di appartenenza al gruppo. Secondo la letteratura sul debate, «l’aspetto della competizione strettamente legato al debate non è stato percepito come un limite, ma […] come un aspetto positivo, stimolante, perché capace di creare una competizione che è stata definita “positiva”»[2].
Inoltre il ruolo dell’insegnante di sostegno, il supporto familiare e le tecnologie digitali si sono rivelati facilitatori chiave nel suo percorso di inclusione, trasformando il debate in un’opportunità concreta per la crescita personale e la partecipazione attiva.
Fase attuativa: il debate come metodologia inclusiva
Grazie all’impegno della Prof.ssa Maria Laura Pracilio e dell’autorevole esperta di debate, con il supporto della Dirigente Prof.ssa Daniela Bianco, il debate è stato introdotto nella scuola come strumento inclusivo e formativo. Non si tratta solo di un’attività di espressione e mediazione, ma di un esercizio intellettuale che affina il pensiero critico. Come evidenzia l’esperta, «non un esercizio di esterofilia pedagogica; una palestra per piccoli sofisti»[3].
Il debate si è rivelato un metodo particolarmente efficace per coinvolgere studenti con BES in classi eterogenee, dove sono necessarie strategie didattiche flessibili. Nel caso di M., l’integrazione di tecnologie digitali e l’assegnazione di ruoli specifici nelle squadre ha reso il dibattito un’esperienza inclusiva, superando le difficoltà motorie. L’uso del tablet gli ha permesso di partecipare attivamente alla ricerca e alla scrittura, rendendo l’esperienza accessibile.
L’analisi tematica ha evidenziato come il debate abbia potenziato l’apprendimento di M., favorendo il suo senso di appartenenza e stimolando la motivazione di tutti gli studenti. L’uso dell’Inclusive Modular Protocol (IMP) ha permesso la partecipazione attiva di studenti con BES creando un ambiente di apprendimento equo e inclusivo.
La fase iniziale del progetto ha visto docenti e studenti impegnati in una formazione sul World Schools debate Format, che ha sottolineato l’importanza del dibattito per sviluppare competenze emotive, relazionali e cognitive. Gli studenti hanno imparato a gestire emozioni e stress, migliorando empatia, comunicazione, pensiero critico e capacità di risoluzione dei problemi. Durante il workshop formativo, la formatrice esperta ha spiegato come il modello di debate fosse stato adattato per il primo ciclo d’istruzione. Gli studenti si sono esercitati nel public speaking, nell’ascolto attivo e nella gestione delle emozioni, acquisendo competenze utili per la crescita personale e nel dibattito stesso (De Conti et al., 2025).
Per favorire la partecipazione di M. e di altri studenti con difficoltà, sono stati adattati i ruoli all’interno delle squadre, assegnando loro compiti come ricercatori o cronometristi. L’uso del tablet e di software di scrittura assistita ha permesso a M. di contribuire attivamente alla ricerca delle fonti e di partecipare pienamente all’esperienza del debate, superando le barriere legate alle sue difficoltà motorie.
Le settimane centrali del progetto sono state dedicate a attività pratiche focalizzate sulla ricerca, l’organizzazione delle argomentazioni e le simulazioni del dibattito. Gli studenti hanno iniziato con la ricerca documentale e la valutazione delle fonti, selezionando materiali affidabili sotto la guida dell’esperta di debate e sviluppando competenze di information literacy. M. ha svolto un ruolo fondamentale nella raccolta delle informazioni, contribuendo attivamente alla preparazione delle argomentazioni, rafforzando la sua partecipazione e il suo impegno all’interno del gruppo.
«Il protocollo World Schools debate prevede due tipologie: il dibattito preparato, dove la mozione viene assegnata in anticipo, e il dibattito “impromptu”, dove la mozione viene conosciuta dalle squadre un’ora prima; in questo caso le fonti consultabili sono il dizionario e il Libro dei fatti. Parliamo qui di debate in classe, quindi sarà sufficiente definire i ruoli e gli elementi del dibattito.»[4]
Successivamente, gli studenti hanno lavorato alla costruzione della linea argomentativa, elaborando le proprie tesi seguendo il modello Claim-Evidence-Reasoning (CER). Ogni squadra ha strutturato le proprie argomentazioni sulla base di prove e ragionamenti, sviluppando così capacità critiche e persuasive attraverso il confronto diretto. Le simulazioni hanno permesso agli studenti di esercitarsi in vari ruoli, tra cui speaker, moderatori e supporto tecnico. M. ha sperimentato diversi compiti, ricevendo feedback costruttivi dagli insegnanti. Il debate si è dimostrato un metodo estremamente efficace, incarnando il dialogo democratico e il confronto rispettoso, basato su conoscenze fondate e sulla partecipazione attiva di ogni studente. Questa metodologia promuove lo spirito critico, l’autonomia di giudizio e la capacità di gestire il dissenso in modo costruttivo, competenze essenziali in un contesto sociale e politico sempre più complesso, che la scuola ha il compito di trasmettere alle nuove generazioni.
La fase culminante del progetto è stata la realizzazione di un debate formale sulla mozione: «Questa assemblea ritiene che, come corso gratuito pomeridiano nella nostra scuola, bisognerebbe inserire un corso gratuito di debate piuttosto che un corso gratuito di sport».
Questo tema ha stimolato una riflessione profonda su quali competenze e attività siano più rilevanti per la crescita personale e collettiva degli studenti, mettendo in luce prospettive diverse e favorendo un confronto critico.
Il dibattito è stato strutturato in modo rigoroso, seguendo le regole classiche del modello IMP (Introduzione, Motivo, Prova), ma con alcune modifiche per garantire l’inclusione di tutti i partecipanti. Sono stati adottati turni di parola più semplici e tempi più lunghi per permettere a ciascuno di esprimersi con maggiore sicurezza. Inoltre, l’uso di strumenti multimediali come presentazioni, grafici e mappe concettuali ha facilitato la comprensione e reso il confronto più accessibile.
M. ha ricoperto un ruolo centrale nel dibattito, intervenendo come primo speaker della squadra a favore della mozione. Grazie alle note digitali raccolte durante la fase di ricerca, è riuscito a esporre un discorso chiaro e ben organizzato, superando le difficoltà legate al parlare in pubblico. La sua performance ha dimostrato come un ambiente inclusivo e il supporto delle tecnologie possano valorizzare le capacità di ogni studente, permettendogli di partecipare attivamente e con successo all’esperienza del debate.
Valutazione finale: strumenti di valutazione
L’attività ha rappresentato un esempio concreto di come la scuola possa promuovere l’inclusione e il dialogo, favorendo al contempo lo sviluppo di competenze trasversali. La crescente diffusione di metodologie come il debate nel nostro Paese è legata alla loro comprovata efficacia pedagogica e didattica. Questi approcci non solo favoriscono l’inclusione di tutti gli studenti, ma contribuiscono anche allo sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza, preparandoli ad affrontare le sfide della vita. Inoltre, stimolano sia le abilità cognitive che quelle non cognitive, rivelandosi strumenti fondamentali per il processo di orientamento e per il lifelong learning.
Il debate è un’esperienza di democrazia reale, poiché incoraggia un confronto aperto e rispettoso, permettendo agli studenti di esprimere e ascoltare idee diverse, ampliando così la propria visione del mondo. Per garantire un’analisi approfondita dell’efficacia di questa metodologia, sono stati utilizzati strumenti diversificati che hanno permesso di raccogliere dati significativi e di valutare l’impatto del debate sull’apprendimento e sull’inclusione degli studenti:
- Griglie di valutazione: La griglia di valutazione [5] viene utilizzata per misurare la partecipazione attiva, il rispetto dei turni di parola e la qualità delle argomentazioni proposte dagli studenti. Lo strumento consente di attribuire un punteggio a ciascun criterio, documentando i livelli di competenza raggiunti in termini di ascolto, esposizione e costruzione logica del discorso. La valutazione permette di monitorare i progressi nel tempo, evidenziando come gli studenti consolidino le proprie abilità comunicative e di interazione nel contesto scolastico.
- Autobiografia Cognitiva dell’Alunno M.: L’autobiografia cognitiva è uno strumento che aiuta gli studenti a riflettere sul proprio percorso di apprendimento, riconoscendo ciò che già sapevano, le difficoltà affrontate e le strategie usate per superarle. Attraverso questa attività, hanno potuto valutare i propri miglioramenti nelle capacità di argomentazione e relazione. Questo processo di autovalutazione favorisce una maggiore consapevolezza di sé e rafforza la fiducia nelle proprie capacità.
AUTOBIOGRAFIA COGNITIVA | |||||||||||||||
di M. Rossi | |||||||||||||||
Che cosa pensi del lavoro che hai fatto?
(non ci saranno voti sulle tue risposte) |
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All’inizio avevo tanta paura di parlare davanti a tutti. Non sapevo cosa dire e avevo paura di sbagliare. Poi i miei compagni mi hanno aiutato, e ho capito che bastava provarci. Cercare informazioni per la squadra mi è piaciuto tanto! Quando dovevo parlare, ero agitatissimo, ma ce l’ho fatta! Il tablet mi ha aiutato a scrivere meglio e a ricordare cosa dire. Ora mi sento più sicuro e so che quello che dico è importante. | |||||||||||||||
Titolo del debate: | |||||||||||||||
Questa assemblea ritiene che, come corso gratuito pomeridiano nella nostra scuola, bisognerebbe inserire un corso gratuito di debate piuttosto che un corso gratuito di sport. | |||||||||||||||
1 – GLI ARGOMENTI | |||||||||||||||
• Conoscevi già alcuni argomenti della questione dibattuta? ☐ NO ☑ SÌ | |||||||||||||||
Quali?
Sapevo già qualcosa sul dibattito, ma lavorando con il gruppo ho scoperto un sacco di cose nuove! |
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• Ti è servito per realizzare meglio il lavoro? ☐ NO ☑ SÌ | |||||||||||||||
• Scrivi 5 cose che hai imparato o imparato a fare | |||||||||||||||
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2 – IL PRODOTTO FINALE | |||||||||||||||
Che giudizio daresti al lavoro prodotto? ☐ Ottimo ☑ Adeguato ☐ Abbastanza adeguato | |||||||||||||||
3 – IL MIO GRUPPO DI LAVORO | |||||||||||||||
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Su cosa si poteva migliorare il lavoro del gruppo? | |||||||||||||||
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4 – IL MIO LAVORO | |||||||||||||||
Che ruolo ho svolto nel gruppo? | |||||||||||||||
Ho usato il tablet per scrivere e ho aiutato i miei amici a cercare cose su internet! | |||||||||||||||
Che cosa mi è piaciuto di questa attività? | |||||||||||||||
Lavorare al tablet e aiutare i miei compagni con le ricerche. | |||||||||||||||
Perché? | |||||||||||||||
Perché mi sono sentito utile e ho potuto usare il tablet, così scrivevo meglio senza stancarmi troppo. | |||||||||||||||
Che cosa non mi è piaciuto di questa attività? | |||||||||||||||
Quando i compagni parlavano troppo e si perdevano in chiacchiere. | |||||||||||||||
Perché? | |||||||||||||||
Perché mi sembrava di perdere tempo e volevo finire il lavoro bene. |
- Diario di bordo: Il diario di bordo rappresenta uno strumento fondamentale all’interno del percorso didattico del debate, poiché consente all’alunno di riflettere in modo critico e consapevole sull’attività svolta. Attraverso la compilazione del diario, lo studente non solo documenta le fasi di lavoro, ma diventa protagonista attivo del proprio apprendimento, sviluppando una maggiore consapevolezza del processo che lo ha portato a costruire e sostenere le proprie argomentazioni. Il diario di bordo favorisce inoltre l’autovalutazione, stimolando l’alunno a riconoscere i propri punti di forza e le difficoltà incontrate, sia nella fase di ricerca e preparazione, sia nel confronto con il gruppo di lavoro. Questo strumento assume un valore metacognitivo, aiutando lo studente a comprendere quali strategie siano state più efficaci e come migliorare il proprio approccio nel lavoro di squadra e nella comunicazione orale. Grazie alla riflessione sulle dinamiche di gruppo e sulle competenze argomentative, il diario di bordo diventa non solo una traccia del percorso compiuto, ma anche una guida per il miglioramento continuo (R. Camarda, A. Di Bono, 2025).
Diario di bordo Alunno: M. Rossi Classe: 2ª Media Periodo: da novembre (primo quadrimestre) a febbraio (secondo quadrimestre) Attività svolta: Dibattito sull’organizzazione di corsi pomeridiani gratuiti Mozione: Questa assemblea ritiene che, come corso gratuito pomeridiano nella nostra scuola, bisognerebbe inserire un corso gratuito di debate piuttosto che un corso gratuito di sport. |
Ruolo svolto: ☑ Ricercatore ☑ debater (Primo Speaker) |
Racconto dell’attività |
Abbiamo fatto questa attività per imparare a parlare meglio e a discutere su un argomento. Il dibattito ci ha aiutato a spiegare le nostre idee davanti a tutti senza paura. L’hanno organizzato la professoressa Angela Di Bono, la nostra prof. di Lettere Maria Laura Pracilio e il prof. di sostegno Mario Cairo. C’era anche la prof. Dalila Sabella, che sta facendo il tirocinio nella nostra scuola.
Ci hanno diviso in gruppi, ci hanno dato un argomento e dovevamo essere pro o contro. Prima ci siamo preparati, poi ogni gruppo ha presentato il proprio discorso. Nel mio gruppo ognuno aveva un compito: alcuni cercavano informazioni, altri scrivevano. Io ho fatto un po’ di tutto, sia la ricerca che la presentazione! |
Difficoltà incontrate |
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Andamento della gara |
La gara è stata molto bella! Siamo riusciti a rispondere bene agli altri e abbiamo lavorato insieme. Forse potevamo organizzarci meglio con i turni per parlare. |
Autovalutazione |
Penso di aver spiegato bene le cose. Devo essere più sicuro quando rispondo senza prepararmi e più veloce a rispondere alle domande. |
Cosa ho imparato |
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Cosa ho imparato a fare |
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Emozioni e riflessioni |
All’inizio ero agitato, ma poi mi sono sentito più sicuro. È stato bello perché tutti abbiamo aiutato il gruppo! |
Valutazione dell’attività: 9/10 |
Mi è piaciuto e ho imparato cose utili. Mi piacerebbe rifarlo, ma con più tempo per prepararci meglio! |
- Rubriche di valutazioni nel debate: Le rubriche di valutazione nel debate sono lo strumento che permette di trasformare un confronto verbale in un’esperienza educativa misurabile. Non si tratta solo di assegnare un punteggio, ma di osservare, analizzare e riconoscere le competenze che emergono durante la discussione. Ogni intervento viene valutato secondo criteri precisi, che vanno dalla solidità delle argomentazioni alla capacità di ascolto, dalla chiarezza espositiva alla strategia complessiva adottata. La rubrica è una bussola che guida giudici e partecipanti, rendendo il processo di valutazione trasparente ed equo. Ogni criterio viene descritto attraverso livelli di competenza, dal più basilare al più avanzato, permettendo di cogliere non solo cosa viene detto, ma come viene costruito il discorso. Questo strumento non è solo un mezzo di giudizio, ma una chiave di crescita: aiuta i debater a riflettere sulle proprie performance, a migliorare nel tempo e a comprendere che nel debate non conta solo vincere, ma imparare a ragionare in modo critico, a rispettare le opinioni altrui e a costruire insieme il sapere.
Rubrica di valutazione del docente | ||||||||||||||||||||||||
Classe: Seconda Media Alunno: M. Rossi |
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Osservazioni finali
M. ha partecipato al debate con impegno, dimostrando buone capacità di ascolto e collaborazione. Nonostante le difficoltà motorie, ha contribuito attivamente alla fase di ricerca, utilizzando strumenti digitali di supporto. La presenza di mappe concettuali e la suddivisione dei compiti all’interno del gruppo hanno facilitato la sua partecipazione. Si consiglia di continuare a utilizzare tecnologie assistive per migliorare l’autonomia nella fase espositiva.
Risultati rilevati e conclusioni
I dati raccolti hanno confermato l’efficacia del debate come strumento inclusivo e formativo, mostrando risultati positivi sia per M. che per la classe. Per M., il debate ha portato a un significativo aumento della sua partecipazione attiva, rafforzando la sua autonomia nel ruolo di ricercatore e permettendogli di esprimere le sue idee in modo più diretto, grazie anche al supporto del tablet, che ha facilitato l’organizzazione dei dati e il suo contributo al lavoro di squadra. L’integrazione di tecnologie assistive ha ridotto il divario tecnologico e favorito una maggiore equità nella partecipazione. Inoltre, il suo coinvolgimento nelle dinamiche di classe è aumentato, migliorando le interazioni con i compagni e il suo senso di appartenenza alla comunità di apprendimento.
Per la classe, il debate ha avuto un impatto positivo sul clima collaborativo, sviluppando empatia e riducendo comportamenti discriminatori. Gli studenti hanno migliorato le competenze di public speaking e pensiero critico, imparando a costruire e difendere le proprie argomentazioni con prove concrete. Inoltre, il confronto su tematiche legate alla diversità ha potenziato la consapevolezza sull’inclusione, contribuendo a sviluppare una visione più equa e consapevole della realtà circostante.
L’esperienza ha dimostrato il valore del debate come strumento educativo inclusivo, capace di stimolare lo sviluppo delle competenze trasversali negli studenti e promuovere la partecipazione attiva. Grazie all’approccio metodologico della coach di debate, gli studenti hanno esplorato abilità critiche, comunicative e relazionali, imparando a confrontarsi in modo costruttivo e rispettoso. Le simulazioni e il dibattito finale hanno offerto un’occasione concreta di applicazione delle competenze acquisite, con un impatto positivo su argomentazione, empatia e collaborazione tra pari.
La valutazione finale ha mostrato progressi significativi, sia a livello individuale che collettivo, evidenziando le aree di forza e quelle da migliorare. Il monitoraggio continuo delle attività ha fornito dati cruciali per capire l’efficacia della metodologia e per adattarla alle necessità degli studenti. In sintesi, il debate ha promosso un ambiente di apprendimento inclusivo e dinamico, favorendo la crescita metacognitiva degli studenti e accrescendo la loro consapevolezza critica, non solo nelle competenze argomentative, ma anche nel rispetto per la diversità di opinioni.
Alla luce di questi risultati, emerge la necessità di approfondire il ruolo del debate nell’inclusione scolastica, ampliando la ricerca su diversi contesti educativi e gruppi di studenti. Studi futuri potrebbero esplorare in modo più sistematico l’impatto a lungo termine di questa metodologia sul rendimento e benessere degli studenti con bisogni educativi speciali, nonché come l’integrazione di strumenti digitali e assistivi possa rendere il debate ancora più accessibile e adattabile a una pluralità di esigenze didattiche.
Bibliografia
A. Di Bono, Il debate nel primo ciclo di istruzione, I Quaderni della Ricerca #51, Loescher Editor, Torino 2020
M. De Conti, D. Di Donato, L. Iacopini, E. Mosa, S. Panzavolta, Il debate come pratica didattica inclusiva. L’integrazione scolastica e sociale, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento 2025
R. Camarda, A. Di Bono, Il debate per l’educazione civica: Percorsi di apprendimento per la competenza globale nella scuola secondaria, I Quaderni della Ricerca #82, Loescher Editore, Torino 2025
Note
[1] A. Di Bono, Il debate nel primo ciclo di istruzione, I Quaderni della Ricerca #51, Loescher Editor, Torino 2020, p. 7.
[2] M. De Conti, D. Di Donato, L. Iacopini, E. Mosa, S. Panzavolta, Il debate come pratica didattica inclusiva. L’integrazione scolastica e sociale, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento 2025, p. 46.
[3] Ibid.
[4] R. Camarda, A. Di Bono, Il debate per l’educazione civica: Percorsi di apprendimento per la competenza globale nella scuola secondaria, I Quaderni della Ricerca #82, Loescher Editore, Torino 2025, p. 11.
[5] INDIRE (2023). Griglia di valutazione per la progettazione didattica inclusiva. PDF online disponibile su: